E tornato ed è appena stato pubblicato dal settimanale Riforma: - TopicsExpress



          

E tornato ed è appena stato pubblicato dal settimanale Riforma: ecco la parte finale, sul messaggio finale di Busan, dellarticolo del pastore Charbonnier tra i pochi delegati Italiani alla Assemblea del WCC a Busan. Molti lo stanno prenotando per farsi raccontare quello che in tutto larticolo ha vivacemente sintetizzato: È per comunicare alle chiese e coinvolgerle in questo desiderio di movimento comune sui sentieri della pace e della giustizia che l’As- semblea ha individuato l’immagine del «pellegrinaggio di giustizia e di pace»: «Nell’amore di Gesù Cristo e per la misericordia dello Spi- rito Santo, noi, come comunione dei figli e delle figlie di Dio, ci muoviamo insieme verso il compimento del Regno». Pace e giustizia all’interno di un quadro di riferimento dinamico e concreto: questo ciò che emerge con più intensità dal messaggio fi- nale dell’Assemblea, ma anche ciò che ha segnato i momenti e le ri- flessioni più forti di tutta l’Assemblea. Per la prima volta nella storia del Cec, i temi della pace e della giustizia sono stati esplicitamente inclusi nel tema dell’Assemblea, e se poteva essere forte in alcuni il timore che ciò si risolvesse in un’operazione estetica senza reali ri- cadute nei contenuti dell’Assemblea stessa, tale timore si è rivelato totalmente infondato: il primo dato da registrare è che questa As- semblea ha segnato un reale cambio di paradigma, per cui le temati- che della pace hanno smesso di essere un argomento marginale nei lavori assembleari, la litania velocemente accantonata di pochi «ap- passionati» (per usare un eufemismo). A Busan queste tematiche non sono entrate semplicemente nel novero degli argomenti più im- portanti da trattare: sono state poste al cuore stesso del lavoro, del- l’identità e della missione del Cec e delle chiese. In secondo luogo, va registrato che questo è stato fatto in maniera molto concreta, evitando il rischio di perdersi in discorsi astratti o estremamente generali sulla pace. Come? Scegliendo di non trattare pace e giustizia come due argomenti distinti e a sé stanti, ma sottoli- neando fortemente la loro totale interconnessione, e impostando quindi la riflessione di conseguenza. Questa Assemblea non ha det- to solamente che non c’è pace senza giustizia, o viceversa; ha detto, e ancora di più, ha vissuto, nei suoi lavori e nelle sue deliberazioni, che pace e giustizia sono fondamentalmente la stessa cosa: sono l’aspetto concreto e tangibile del sogno di Dio per l’umanità, per il quale tutte le chiese sono chiamate a impegnarsi e a mettersi in cammino. Ecco perché, a esempio, non si ritrova nei documenti prodotti a Busan una presa di posizione a sé stante sulla giustizia economica: perché questa è declinata, all’interno del documento «Sulla via della pace giusta», come appello e impegno concreto alla «pace giusta nel mercato». O, allo stesso modo, le questioni di giu- stizia relative alle divisioni di genere, etniche, religiose, di casta, di classe, o alla violenza domestica sono ricomprese nell’impegno ne- cessario per la «pace giusta nella comunità umana». «Sulla via della pace giusta» è quindi probabilmente uno dei do- cumenti più importanti prodotti a Busan. Esso afferma che «la pa- ce costituisce uno stile di vita che riflette la partecipazione umana all’amore e alla cura di Dio per il mondo e per tutta la sua creazio- ne», e invita le chiese a impegnarsi in azioni concrete per condivi- dere «l’amore di Dio per il mondo ricercando la pace e proteggen- do la vita»: «Insieme ci impegniamo a proteggere la dignità uma- na, a realizzare la giustizia nelle nostre famiglie e comunità, a tra- sformare i conflitti senza violenza e a bandire ogni arma di distru- zione di massa». Accanto a questi risultati obiettivamente positivi e promettenti, restano ovviamente anche questioni su cui lavorare ancora. A titolo di esempio, il documento condanna chiaramente le armi di distruzione di massa e le armi atomiche, non l’uso delle armi tout court. O ancora, a fronte di prese di posizione chiare riguardo alla giustizia di genere, di razza e tra le generazioni, il nuovo Comitato centrale eletto a Busan conta solo il 39% di donne, il 13% di persone sotto i 30 anni, il 5% di minoranze indigene, e solo il 32% delle persone che guideranno il Cec fino alla prossima assemblea sono laici. Consola sapere che la Chiesa valdese ha contribuito candidando una giovane donna laica, Valeria Fornerone (che è stata eletta nel Comitato), ma la strada per la coerenza è ancora lunga. Il pellegrinaggio di giustizia e di pace è appena iniziato, ma vale la pena mettersi in cammino. (M.Charbonnier, Riforma n.43 15 Novembre 2013)
Posted on: Tue, 12 Nov 2013 10:24:14 +0000

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