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EPPURE QUASI TUTTI I SEDICENTI ESPERTI DI ECONOMIASONO CADUTI NEL TRANELLO CHIAMTO BARNARD . ESPERTI DELLE VARIE SCUOLE SCOLA AUSTRIACA , KYNESIANA, MONETARISTA MMT STATEMI ALLA LARDA ALLA LARGA .............. MMT: il banchiere che vorrebbe salvarci dalle banche . Quando alcuni anni fa il giornalista Paolo Barnard annunciò la sua opera maxima. “Il più grande crimine”, rimasi esterrefatto ed espressi un’opinione personale molto netta sulla superficialità del saggio, sia nelle conclusioni che nella ricostruzione storica, definendolo un tema da terza media, anche sprezzante verso tutti i cosiddetti “signoraggisti” che avevano per decenni cercato di porre il problema della creazione monetaria all’attenzione dell’opinione pubblica e che avevano invocato l’aiuto del giornalista. L’inconcludente teorema (a mio avviso) formulato qualche anno fa da Barnard oggi sembra aver coinvolto alcuni sostenitori in un fanatismo esasperante che trova similitudini negli integralismi più insensati necessari a mantenere in vita un dogma. Oggi potrei capire il perché di questo fanatismo estremo che non ha le sue radici solo nel bisogno di visibilità di un giornalista che in ogni sua dichiarazione si dichiara vittima, ma soprattutto nella necessità di spacciare per riforma monetaria una bislacca teoria di un miliardario americano, per di più banchiere: il signor Warren Mosler [1]. Anzi un banchiere in palese conflitto d’interessi con qualsiasi riforma monetaria, considerando che da bravo banchiere è un creatore di credito dal nulla ? E infatti proprio questo piccolo particolare veniva sempre ed assolutamente omesso da MMT a chi si avvicina al tema monetario. In ogni modo, anche con la derisione, la creazione monetaria dal nulla operata dalle banche commerciali deve essere negata, costi quel che costi, nonostante questa sia ormai confermata da alcune banche centrali, da alcuni importanti quotidiani finanziari e da molti economisti [2]. Ma su questo torneremo dopo, andiamo con ordine, e vediamo prima le superficialità del saggio, sia storiche che concettuali, analizzando anche l’approccio al problema e la sua divulgazione. Mosler banchiere ed evasore ? Quando Barnard presentò il suo lavoro, disse di essere andato mesi in America a studiare il sistema monetario, chiedendo numi a colui che egli diceva essere considerato il massimo monetarista vivente (con l’umiltà di un bimbo) [3], Mosler, e ai suoi quattro colleghi. Innanzitutto questa affermazione è un’opinione del solo Barnard, a quanto pare. Basta infatti fare un giro su internet per trovare molte critiche alle “teorie” di Mosler, ma soprattutto un gran silenzio. Gli economisti della Mosler Economics sono poco considerati, non solo dal mondo accademico, fatto che potrebbe essere considerato normale verso chi porta novità importanti, ma anche da tutti i riformisti monetari. MMT infatti è conosciuta solo in Italia, e se ne trova qualche traccia negli Stati Uniti. Per il resto del mondo non esiste, nonostante la sua esistenza più che decennale. Ma fatto ben più grave dell’opinione di Barnard, è che fu omesso in ogni modo il fatto che Mosler non era un “accademico”, ma un miliardario banchiere la cui fortuna proviene proprio dal settore speculativo che ha caratterizzato gli anni 90. Un miliardario con potenti mezzi per fondare qualsivoglia istituto, fondazione o scuola, tramite i quali professare i propri dogmi come se fosse uno degli economisti più apprezzati al mondo. Ma basta scorrere il suo curriculum [4] per comprendere che di accademico in lui non vi è nulla se non la sua laurea. Fin dalla laurea in economia, Mosler ha sempre lavorato per le banche, sfruttando strumenti finanziari e fondi d’investimento per svariati milioni e poi per se stesso, fino ad arrivare ad essere azionista di maggioranza della Enterprise National Bank of Palm Beach dal 1996 [1]. Questa notizia compare solo nel novembre 2012, scritta in sordina alla fine del programma di MMT. [7] Tutte le sue pubblicazioni “accademiche” sono posteriori a quella data e fatte in qualità di banchiere. Non un accademico che si è fatto strada dunque a suon di sgomitate per pubblicare articoli e libri su riviste e case editrici specializzate, ma un miliardario che con il potere del denaro (creato dal nulla) ha potuto sponsorizzarsi, pagare collaboratori e creare così correnti di pensiero ? Prima del 1996 era semplicemente un broker di banca, che come tutti i broker avrebbe approfittato delle conoscenze finanziarie per accumulare capitali tanto che sembra, come riportato dal New York Times [5], sia stato citato dal IRS (Agenzia delle Entrate degli USA) per elusione fiscale nel 2003, con una sua società, la AVM, attraverso operazioni finanziarie su mutui finanziati anche dal governo. Secondo il quotidiano newyorchese, le parti avrebbero raggiunto un accordo anche se la cifra non viene rivelata, ma a giudicare dal volume d’affari della AVM si dovrebbe trattare di milioni di dollari. Curioso inoltre che il profeta dell’uscita dall’euro abbia, nel suo curriculum, tra i risultati conseguiti la creazione degli attuali contratti euro swap futures (1982) [4]. Per finire anche Mosler l’anno scorso si è presentato alle elezioni delle Isole Vergini [6], paradiso fiscale dove risiedono delle sue attività, probabilmente promettendo piena occupazione per tutti a giudicare da alcune reazioni rintracciabili su internet. Accademico per denaro o accademico per merito? Vediamo intanto di capire la sua grande opera, la MMT, la Modern Money Theory, o la Teoria Molto Mediatica come la chiama un mio amico anche se io preferisco chiamarla la Medieval Money Theory, e l’ho sempre considerata il piano B dei banchieri in caso dovesse andargli male con l’euro. Ma avevo torto, e gli ultimi sviluppi mi hanno fatto ricredere, potrebbe anche essere un piano A. Ecco spiegato perché colui che si pensava fosse un accademico, gira l’Italia in tour gratis come se non avesse nulla da fare. In realtà è un banchiere che propone una riforma monetaria in palese conflitto d’interessi. MMT 1: non una riforma ma la spiegazione del vecchio modello FED a debito ? Infatti all’inizio, nella sua prima stesura, la MMT era improponibile. Mosler e Barnard devono aver pensato che se gli italiani avevano votato in massa Berlusconi per la sua promessa di un milione di posti di lavoro, allora avrebbero potuto anche fargli passare una “riforma” che non era nient’altro che la spiegazione di come funziona il Federal Reserve System, con la sola differenza che i banchieri non hanno nessuna intenzione di far fallire il paese con l’esercito più potente del mondo e il grilletto facile. Sarebbe bastato porre ad esempio la democrazia (?) statunitense, il grande American Dream (?) dove tutto è possibile (basta non menzionare la mancanza di assistenza sanitaria, le pensioni private, i 30 milioni di poveri e tante altre cosette), e far credere agli italiani che la mano destra avrebbe potuto creare denaro all’infinito e prestarlo alla mano sinistra (ad interessi). Ovvero che sarebbe bastato fare una “moneta sovrana” (termine esistente solo in Italia, mentre all’estero questo tipo di moneta si chiama con il suo vero nome: valuta nazionale che non significa di proprietà statale), con cui la banca d’Italia avrebbe comprato all’infinito i titoli di stato. Questo avrebbe garantito la piena occupazione e la soluzione di tutti i mali. Vedremo poi in seguito di quale tipo di occupazione sembra essere profeta il nostro Mosler. L’importante era mantenere un dogma assoluto: negare ad ogni costo la creazione monetaria delle banche commerciali con cui Mosler farebbe profitti (essendo un banchiere). Ma Mosler e Barnard avevano sbagliato i conti, dimenticando che l’Italia fu forse il primo paese al mondo a nazionalizzare la sua banca centrale, e che di moneta di stato nel nostro paese ce se ne occupava già dall’antica Roma. Per questo la ricostruzione storica del saggio faceva risalire il misfatto a tre ideologhi dei primi decenni del Novecento, e non come è in verità alla lotta che da sempre accompagna la moneta fin dalla sua nascita. L’arma di distrazione di massa fu già usata da Travaglio e Santoro, quando colpevolizzarono Craxi e Berlusconi per il debito pubblico. Fare i nomi dei pesci piccoli, ma mai mettere in discussione un sistema. Servono i nomi dei colpevoli in modo che arrivino i supereroi a salvare la patria. Un banchiere deve fare i nomi, ma mai focalizzare l’attenzione sul problema strutturale. Ma chi in Italia di sistema monetario mastica da anni non abboccò alla farsa dei titoli acquistati dalla Banca d’Italia e non dai mercati, o a quella del debito che diventa positivo e addirittura la ricchezza dei cittadini insieme alle tasse. E così MMT si è ritirata a studiare per trovare una formula che mantenesse il debito ma nascondesse il potere delle banche. MMT 2: come favorire le banche col modello inglese spacciandosi per riforma monetaria Alla fine del 2012, vista l’insostenibilità della teoria MMT1, usciva il documento finale, quello che tentava in tutti i modi di far passare questa “riforma” mantenendo lo status quo del debito, delle tasse e la negazione della creazione del credito da parte delle banche commerciali, il tema più caro a Mosler in quanto banchiere creatore di denaro che non potrebbe certo rinunciare alla sua fonte di privilegi. Non provate nemmeno in un loro forum a pubblicare il bollettino della Banca d’Inghilterra ed altri documenti ufficiali. Questa discussione non è ammessa. E lo si capisce benissimo analizzando quanto scritto nel documento di salvezza economica per le banche…ops…pardon…per il paese, della MMT [7]. Un documento poco trasparente che tenta di correggere alcune di quelle che erano le forti obbiezioni alla MMT 1: L’emissione dei titoli di stato, la spesa infinita a debito dello stato. La nazionalizzazione del sistema bancario, e in particolare della Banca Centrale, e la riserva frazionaria non sono pervenute, totalmente assenti. Ancora una volta non una riforma monetaria, ma l’utilizzo diverso del sistema del debito, stavolta a favore direttamente delle banche commerciali (senza passare per banca d’Italia). Stavolta il modello adottato è quello della Banca d’Inghilterra, e quella che viene spacciata per riforma non è altro che la spiegazione del modello inglese con qualche variante. Inoltre vi è da notare ancora il cambio dei significati delle parole, e l’uso di altre parole in modo da far credere un concetto al posto di un altro. Non viene quasi mai usata la parola emissione, probabilmente perché saranno emessi solo i contanti in grado di fornire le liquidità alle banche. Al suo posto viene usata la parola spesa: lo stato spende, non emette. Il debito resta positivo, sotto il nome di deficit, parola che indica una mancanza, e quindi una negatività già nell’etimologia stessa. Questo per abituare i cittadini alla parola e farla sembrare addirittura positiva. Solo una volta, quasi in sordina, compare la parola proprietà, l’unica in grado di assicurare la sovranità monetaria, e questo per tranquillizzare quanti non ancora convinti sono colpiti da dubbio. Infine una chicca, tra le tante che cercano di richiamare un’esclusività e una novità sul tema di cui Barnard si vorrebbe a tutti i costi appropriare, oscurando così i tantissimi dibattiti sulla moneta in corso da decenni; a pagina 9 compare la frase: “Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che un professore di matematica possa esaurire i numeri.”. Sostituite la parola professore di matematica con ingegnere e la parola numeri con chilometri e avrete la conferma della volontà di plagiare ciò che scrisse Ezra Pound. Ma se finora abbiamo giocato ma non troppo, quando si tratta di banchieri, cerchiamo ora di capire dove MMT consentirebbe alle banche commerciali di prosperare. Andiamo al primo passo. 1) La MMT prevede (pag. 13) che tutti i depositi e i conti correnti siano convertiti in lire su richiesta del titolare (punto 6), e che le tasse saranno applicate solo alle lire (punto 2). in questo modo i cittadini per pagare le tasse saranno costretti a far convertire i loro risparmi in lire dalle banche, ma come numeri digitali. Ricordiamo che le banconote rappresentano solo il 2% della massa monetaria, e vengono stampate dalla banca centrale solo per rifornire di liquidità le banche commerciali. Nonostante MMT affermi che lo Stato prima spende e poi tassa, questa operazione non è certamente praticabile nel cambio da euro a lira. Tutta la massa monetaria infatti sarebbe elettronicamente convertita in lire, e lo Stato tasserebbe una massa monetaria già esistente, e non una nuova sua emissione da zero immessa sul mercato. Quindi in ogni caso prima tasserà, e poi spenderà un denaro semplicemente convertito ma già esistente e proveniente da un debito. Ricordando che il 98% di quel denaro sarà stato emesso dalle banche commerciali solo attraverso un prestito da restituire, i cittadini quindi saranno tassati/privati del denaro che dovranno comunque restituire al sistema bancario commerciale, e non di un denaro ex nihilo proveniente da una nuova emissione esente da debito. 2) Se la partenza è sbagliata, la continuazione è ancor più nefasta. Infatti MMT “drena” la liquidità attraverso le tasse per poi spenderla di nuovo con la spesa pubblica. E come intende fare questo? La risposta è a pagina 20: “Il governo spenderà da ora in poi semplicemente accreditando conti correnti del settore non- governativo, i quali si trovano sempre presso i conti delle banche presso la Banca d’Italia. Tutto il denaro speso dallo Stato si accumulerà quindi nelle riserve delle banche presso la Banca d’Italia, sulle quali riserve può essere pagato un interesse 0, o poco più.” Ecco qui che non sarà lo Stato a creare la piena occupazione, né tanto meno l’emissione di credito, ma il moltiplicatore monetario delle banche commerciali a cui lo stato fornirà riserve illimitate a tasso 0%, alimentando direttamente i loro depositi detenuti in banca d’Italia. Una manna dal cielo per le banche commerciali che non dovranno più chiedere salvataggi in caso di difficoltà, ma solo attendere la spesa dello Stato. Un affare colossale che porterebbe l’Italia a funzionare esattamente come l’Inghilterra, con un debito privato altissimo che ci costringerebbe a lavorare come bestie e un debito pubblico molto basso dove però non saranno sicuramente garantiti servizi efficienti, proprio come nel mondo anglosassone. Le aziende private infatti non sarebbero finanziate direttamente dallo Stato, ma attraverso i prestiti delle banche commerciali esattamente come oggi. E come oggi saranno costrette ad inseguire un debito che ripeterà il suo classico ciclo di espansione e contrazione per effetto degli interessi e delle volontà dei banchieri. Questa non sarebbe certo una riforma monetaria, ma l’applicazione di un sistema depauperizzante già in atto a favore delle banche commerciali, dove i titoli di stato da detenere in bilancio vengono semplicemente sostituiti da una nuova valuta nazionale razziata ai cittadini attraverso le tasse, dopo essere stata creata dal nulla dalle banche stesse. Piena occupazione e stato sociale privatizzati? Quali saranno le conseguenze per lo stato sociale? Qui bisognerà vedere se la tendenza sarà quella di allinearsi più all’Inghilterra o più agli USA. La Gran Bretagna mantiene uno stato sociale di sussistenza, con una sanità ai limiti della decenza e un sistema pensionistico di pura sopravvivenza. Il sistema scolastico sembra aver perso ogni speranza. Degli USA sappiamo tutto ormai, anche che si può morire per una banalità se non si ha un’assicurazione sanitaria. Lo Stato spenderebbe pochissimo per il wellfare, lasciando alle banche commerciali la possibilità di creare masse infinite di denaro a debito da ripagare. L’effetto devastante in Inghilterra sono orari di lavoro legali fino a 60 ore a settimana (e in alcuni settori 72 ore), per salari oramai veramente bassi. I profitti scendono a causa dei prestiti da ripagare da parte del settore privato, e di conseguenza scendono anche i salari. La nuova schiavitù inglese sarebbe applicata anche agli italiani, cosi come la privatizzazione del lavoro nei servizi dello Stato, già avvenuta in tutto il mondo anglosassone. Questo sarà l’effetto di quanto descritto a pag. 18 del documento: “Punto A. Il salario stabilito per il PLG (Programma di Lavoro Garantito) sarà sufficiente per garantire una vita decorosa al lavoratore, ma sarà lievemente inferiore allo stesso salario per la stessa mansione, a tempo indeterminato [...] pagato dal settore privato. […] Punto B. Inoltre, il PLG vorrà creare impiego in settori che competano il meno possibile col settore privato […] Punto C. Soprattutto, l’uso del PLG deve essere transitorio, per permettere ai lavoratori di passare il prima possibile a impieghi nel settore non-governativo (privato) […] Punto D Il settore privato beneficerà notevolmente dal PLG anche perché potrà sempre assumere lavoratori (dal settore governativo) [...] Ugualmente il settore governativo beneficerà dal PLG poiché verranno a mancare in Italia i mali sociali enormi della disoccupazione”. Quindi lo Stato pagherà meno i lavoratori, per farli confluire già formati al settore privato prima possibile. Ovvero lo Stato rinuncerà ad assumere a tempo indeterminato, lasciando ai privati la gestione di tutte le funzioni che prima spettavano allo Stato. Ciò già succede in molti paesi e sta portando ad una forte riduzione dei salari nel settore privato unita ad un aumento dell’orario lavorativo a causa della saturazione dei mercati e alla restituzione del debito privato da parte delle aziende che spesso scaricano le loro esigenze sui costi dei prodotti. Gli effetti più evidenti sono proprio in quei paesi che MMT vorrebbe portare ad esempio: USA e Giappone, a cui possiamo aggiungere la Gran Bretagna. Una fonte che non ha trovato però conferme, a nome John Boyd [8], accusa Mosler di una cultura feudale per quel che riguarda il lavoro, affermando che le sue teorie vorrebbero che tutti lavorassero almeno 10 ore al giorno. Questo avviene già in Inghilterra, a cui la MMT assomiglia paurosamente. Salari bassi (come al punto A sufficienti ad una vita decorosa) e lunghi orari di lavoro. Chi deciderà il salario decoroso? Il miliardario per ora non ci ha fatto sapere quale sarebbe un salario decoroso, ma sembra che nelle Isole Vergini lo abbiano intuito e non lo abbiano votato. [9] Per quel che riguarda l’inflazione poi, lo Stato non può intervenire in alcun modo attraverso la leva monetaria, in quanto esso stampa solo il 2% della moneta. In questo modo non ha nessun controllo sull’inflazione, come sperimentarono gli inglesi all’epoca della Thatcher perché le banche commerciali saranno libere di applicare i tassi che preferiscono sui prestiti, pagando il denaro a tasso 0. Affari d’oro quindi per i banchieri che daranno il via ad una nuova corsa all’oro per accaparrarsi le riserve fornite dallo Stato. Emissione monetaria, spesa o tassazione? Nemmeno l’emissione monetaria risulterebbe essere trasparente in MMT. La teoria infatti parla di spesa, non di emissione, e non si comprende quale denaro verrà speso. Infatti MMT mantiene la tassazione non per “spendere”, ma per conferire valore alla moneta stessa, scongiurare l’accumulazione del capitale e dare stabilità all’economia (pag 27). Ma la tassazione non può in alcun modo conferire valore alla moneta. Un sistema monetario risponde al bisogno di una comunità di detenere uno strumento di misurazione per lo scambio di beni e perciò è un fenomeno non economico ma sociale e in quanto tale soggiace alla regolazione della legge come fattispecie giuridica. La legge è la produzione di convenzioni, la formalizzazione e regolazione di rapporti già esistenti. Il valore si stabilisce per convenzione sociale da regolare con la legge convenzionale, mentre la tassazione è solo uno strumento, per altro discutibile, in un rapporto economico tra Stato e cittadino. La tassazione quindi è inutile per conferire valore alla moneta e sottrae ricchezza al cittadino. Ciononostante essa finanzia lo Stato che la riutilizza per la spesa pubblica, foraggiando le riserve delle banche commerciali. Esattamente come in Inghilterra, vi sarebbe un’emissione molto bassa a vantaggio del prelievo fiscale di denaro creditizio creato dal nulla dalle banche commerciali. Il debito quindi si sposterebbe da pubblico a privato, come avvenuto in Gran Bretagna, lasciando i cittadini ancor più in balia delle banche, dalle cui volontà dipenderebbero tutte le attività private, mentre quelle statali sarebbero ridotte. Conclusioni Purtroppo un giornalista noto, a cui era stato chiesto più volte di dare voce a un problema secolare e gravissimo riguardante l’emissione monetaria e la sua proprietà, avrebbe inteso per egocentrismo e propria visibilità, appropriarsi dell’esclusiva della verità, stravolgendo la realtà e la storia per presentarsi come unico paladino a salvezza della nazione ? Nonostante i numerosissimi lavori e documenti ufficiali già presenti, Barnard ha ignorato tutti gli studi per creare una sua verità, con un suo personale complotto da proporre e una sua personale “riforma” che potesse essere diversa da quelle proposte finora? Perché ignorare la storia delle colonie americane e della loro indipendenza fino a Lincoln o a Kennedy? Essendo la moneta una cosa molto semplice, e l’unica riforma possibile quella dell’emissione diretta da parte dello Stato di tutta la massa monetaria ivi compreso anche il credito, Barnard ha deciso di utilizzare il classico linguaggio astruso che i banchieri utilizzano per nascondere la realtà ? E si è infatti rivolto ad un banchiere multimiliardario, Mosler, che con il denaro si è ritagliato il suo piccolo spazio da accademico, ma sempre nell’ambito dell’economia classica del debito, da cui certamente nessun banchiere può uscire a meno di non rinunciare ad un sistema che da secoli garantisce un potere ed una ricchezza enormi sottraendola ai “comuni mortali” ?
Posted on: Wed, 09 Oct 2013 00:34:08 +0000

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