Era già tutto scritto: Berlusconi doveva morire. Era scritto da - TopicsExpress



          

Era già tutto scritto: Berlusconi doveva morire. Era scritto da quando ha osato sfidare a viso aperto l’alleanza liberticida tra sinistre politiche e giudiziarie. Era scritto da quando è iniziato un assedio che non gli ha mai lasciato respiro, con una continua apertura di sempre nuovi fronti in cui gli veniva scaricato addosso di tutto e del contrario di tutto, al quale è già stato uno straordinario miracolo resistere vent’anni. Era scritto nella velocità super-sonica di un processo che in 9 mesi ha consumato tutti i suoi tre gradi, in una “Giustizia” che fa strage ogni giorno di processi dimenticati anche per reati intollerabili. Era scritto a prescindere, qualsiasi fosse la verità processuale. Era scritto perché alla fine lo scontro non era nemmeno più tra destra e sinistra, tra il mondo post-comunista e le sue propaggini forcaiole ed il Cavaliere che aveva loro impedito, ancora una volta soltanto poche settimane fa, una “guerra del gesso” come quella che consegnò senza colpo ferire l’Italia a Carlo VIII. Nell’ultima battaglia ai nemici storici ed alla canea vociante degli odiatori più o meno professionali erano soltanto comparse sostanzialmente ininfluenti, tifoserie confinate in una curva. Lo stesso Berlusconi non era che un pur ghiottissimo pretesto. La vera partita era la politica fondata sulla sovranità popolare ed il potere ormai incontenibile di una lobbie giudiziaria in cui è anche inutile andare a cercare divisioni inesistenti, , se non nella spartizione auto-referenziale degli scranni, nella finzione di rito per la quale ce ne sarebbe una buona a fronte di una cattiva. Ed era una partita truccata in partenza, con l’arbitro che indossava la maglia della propria squadra. Perfino Napolitano deve essersene accorto se ha invocato una riforma che finora ha contribuito ad ostacolare, non senza aver lasciato che il capo di 10 milioni di Italiani pagasse per tutti il prezzo di questa pur timida resipiscenza. Sì, 10 milioni di Italiani , cui ieri è stata sottratto il voto appena espresso ed il diritto di esprimerlo ancora, la cui voce, il cui dolore evidentemente non hanno cittadinanza in questa finzione di democrazia, dimezzata e commissariata. Berlusconi agli arresti è anche la confisca della loro libertà, che è poi la libertà di tutti. Altro che “pacificazione”, se una “pace” in Italia oggi c’è è quella che il gauleiter di Hitler a Varsavia si vantava di aver ripristinato dopo aver stroncato la disperata rivolta del ghetto ebraico. Che fare, dal ghetto in cui oggi è rinchiuso il centro-destra? Io direi, intanto tre cose: La prima è pretendere da un Governo in cui altrimenti non si capirebbe perché si dovrebbe restare, il rispetto pieno degli impegni assunti da Berlusconi con gli Italiani, di cui oggi non si può non essere mastini insuperabili, a cominciare dall’abolizione piena ed autentica dell’IMU sulla prona casa. La seconda è scatenarsi nella raccolta di firme per i Referendum radicali sulla Giustizia, che rappresentano l’ultima, provvidenziale, occasione per restituire l’Italia alle fondamenta elementari di uno Stato di diritto. La terza è una grande campagna di Verità sul ventennio berlusconiano che non è stata una parentesi criminale della storia d’Italia, ma un tentativo generoso, talora anche eroico, sia pur fallito, di imprimere un po’ di liberalismo nel socialismo reale di un sistema irriformabile. Per far questo non è assolutamente sufficiente l’apparato di un Partito più o meno chiuso. Occorre che si mobiliti il “popolo delle Libertà”. Che per l’appunto è un Popolo, che non deve andare in prigione, ma riprendersi la sua libertà.
Posted on: Fri, 02 Aug 2013 13:06:50 +0000

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