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Esplora il significato del termine: Nuova amnistia: ringraziano Belsito, Penati, Fiorito e compagnia Caro Beppe, se guardiamo indietro troviamo una serie di amnistie e indulti (2006, 2003, 1990, 1986, 1981, etc) tutti motivati dalla “urgenza di combattere il sovraffollamento delle carceri”. Intento in teoria nobile, ma in pratica vano. Ad esempio in quella del 2006 (la cosiddetta salva-Previti) sono stati rimessi in libertà circa 25mila carcerati, ma dopo un solo anno circa un terzo si ritrovarono di nuovo dietro le sbarre. Così oggi ci ritroviamo ancora con le carceri sovraffollate. Possibile che i nostri parlamentari siano sempre stati così sprovveduti da non saper risolvere in tutti questi anni un problema che tutti gli altri stati europei hanno da tempo risolto? Eppure il tasso di criminalità in Italia (112 detenuti su centomila abitanti) è inferiore alla media europea (127), e la soluzione adottata dagli altri stati europei è abbastanza semplice: costruire un numero adeguato di posti carcere. Di fronte alla serie italiana di cronici insuccessi, non vi viene il sospetto che le amnistie-indulto vengano fatte non per ridurre il numero dei carcerati, bensì per qualcos’altro? Ad esempio, evitare che in carcere ci vadano alcuni (finanzieri, politici, banchieri, faccendieri, ricchi e potenti) che nel nostro bel Paese il carcere non l’hanno mai visto. In effetti una nuova amnistia e indulto nel 2013, simile a quella del 2006, sarebbe il toccasana per risolvere con un colpo si spugna i guai giudiziari di molta gente come: Belsito, Fiorito, consiglieri regionali dai fantasiosi rimborsi, Formigoni, Penati, Anemone, Bertolaso, Riva, Gelli, Dolce e Gabbana, dirigenti criminali della Eternit e della Ilva Taranto, e compagnia bella. No Berlusconi, no: ci hanno dato la loro parola! Paolo Malberti, [email protected] amnistia: ringraziano Belsito, Penati, Fiorito e compagnia Caro Beppe, se guardiamo indietro troviamo una serie di amnistie e indulti (2006, 2003, 1990, 1986, 1981, etc) tutti motivati dalla “urgenza di combattere il sovraffollamento delle carceri”. Intento in teoria nobile, ma in pratica vano. Ad esempio in quella del 2006 (la cosiddetta salva-Previti) sono stati rimessi in libertà circa 25mila carcerati, ma dopo un solo anno circa un terzo si ritrovarono di nuovo dietro le sbarre. Così oggi ci ritroviamo ancora con le carceri sovraffollate. Possibile che i nostri parlamentari siano sempre stati così sprovveduti da non saper risolvere in tutti questi anni un problema che tutti gli altri stati europei hanno da tempo risolto? Eppure il tasso di criminalità in Italia (112 detenuti su centomila abitanti) è inferiore alla media europea (127), e la soluzione adottata dagli altri stati europei è abbastanza semplice: costruire un numero adeguato di posti carcere. Di fronte alla serie italiana di cronici insuccessi, non vi viene il sospetto che le amnistie-indulto vengano fatte non per ridurre il numero dei carcerati, bensì per qualcos’altro? Ad esempio, evitare che in carcere ci vadano alcuni (finanzieri, politici, banchieri, faccendieri, ricchi e potenti) che nel nostro bel Paese il carcere non l’hanno mai visto. In effetti una nuova amnistia e indulto nel 2013, simile a quella del 2006, sarebbe il toccasana per risolvere con un colpo si spugna i guai giudiziari di molta gente come: Belsito, Fiorito, consiglieri regionali dai fantasiosi rimborsi, Formigoni, Penati, Anemone, Bertolaso, Riva, Gelli, Dolce e Gabbana, dirigenti criminali della Eternit e della Ilva Taranto, e compagnia bella. No Berlusconi, no: ci hanno dato la loro parola! Paolo Malberti, [email protected]
Posted on: Tue, 22 Oct 2013 07:49:07 +0000

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