FARMACISTA Anno II – Numero 294 STITICHEZZA, TANTI PENSANO DI - TopicsExpress



          

FARMACISTA Anno II – Numero 294 STITICHEZZA, TANTI PENSANO DI SOFFRIRNE MA NON È VERO Altri credono di non avere problemi in bagno e invece hanno la stipsi: una ricerca italiana fa chiarezza sul tema Medici e pazienti parlano la stessa lingua? No, quando il tema è la stitichezza. È la conclusione a cui sono giunti alcuni ricercatori dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri al termine di uno studio su 1900 persone. RISULTATI: il 34% degli intervistati crede di soffrire di stitichezza, ma 1 su 5 non ha alcun disturbo; il 16% di chi ritiene di non avere problemi in bagno ricade invece nei criteri per la diagnosi. STIPSI – Ci sono un bel po’ di equivoci sull’argomento, insomma, e i ricercatori hanno deciso di analizzare il tema a fondo proprio perché consapevoli che a proposito di stitichezza la confusione è tanta: tanto per cominciare, per diagnosticarla esistono precisi criteri, chiamati Roma III, ma spesso non li utilizzano neppure i medici; moltissimi pazienti invece, pur non avendo sintomi che rientrino nei criteri diagnostici, si auto-convincono di essere stitici. «Il problema è che i medici identificano la stipsi considerando la frequenza di evacuazione, i pazienti la definiscono invece tramite la “soddisfazione”, che è del tutto soggettiva – spiega M. Bellini, gastroenterologo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa –. Tutti i giorni arrivano in ambulatorio pazienti che dicono di essere stitici ma alla prova dei fatti non lo sono; del resto però quando un paziente lamenta fastidi e difficoltà non possiamo dirgli sbrigativamente che si sbaglia, ma dobbiamo cercare di capirne i motivi e dare comunque una risposta, anche solo educandolo perché capisca che cosa è la vera stipsi. Non è semplice peraltro neppure gestire un paziente che non crede di essere stitico ma di fatto lo è: come curarlo? Il fatto è che nella “zona grigia” dell’equivoco ci sono moltissime persone». COLON IRRITABILE – Volendosi attenere ai criteri “ufficiali” per la diagnosi di stitichezza, bisogna avere almeno due fra questi sei sintomi:  una frequenza di defecazione inferiore alle tre volte a settimana,  sforzo eccessivo in almeno un caso su quattro,  feci dure e compatte nel 25% dei casi,  sensazione di evacuazione incompleta o di blocco od ostruzione a livello ano-rettale,  necessità di ricorrere a manovre manuali nel 25% dei casi. «Si capisce perciò che se un paziente va in bagno 8 volte al giorno ma ha gli altri sintomi si parla di stipsi lo stesso – sottolinea Bellini –. Se a questa situazione si affianca anche il dolore la diagnosi invece è sindrome del colon irritabile, un problema che spesso viene confuso con la stitichezza dai pazienti e pure dai medici: il discrimine è sottile, ma per fortuna in entrambi i casi la gestione è analoga. Se c’è un colon irritabile si prendono di solito farmaci in più per lenire il dolore, ma per il resto si agisce come quando c’è una “semplice” stitichezza: insegnando al paziente a ritrovare abitudini corrette». RIMEDI – Le regole sono semplici:  fare movimento con regolarità  evitare di saltare i pasti,  mangiare molte fibre attraverso un maggior consumo di vegetali,  bere 1,5-2 litri di acqua al giorno (di più non serve perché se è in eccesso viene riassorbita dall’intestino),  seguire una dieta che apporti le giuste quantità di proteine, zuccheri e grassi e anche seguire i “buoni rituali” in bagno. «La classica raccomandazione ad andarci al mattino, dopo colazione, ha un razionale. Al mattino il passaggio dallo stare sdraiati alla posizione eretta aumenta la motilità intestinale, in più dopo i pasti il riflesso colico favorisce la “spinta” della massa fecale. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 294 Se tutti questi accorgimenti non bastano si possono dare supplementi di fibre, meglio se solubili, e se anche questo non è sufficiente si passa ai lassativi osmotici come lattulosio o il polietilenglicole, ottimo perché richiama moltissima acqua rendendo le feci morbide e promuovendo la motilità dell’intestino. In chi nonostante tutto continua ad avere problemi di stitichezza si prescrivono i lassativi di seconda scelta, ovvero i “purganti” più classici (come la senna o i sali di magnesio), i farmaci stimolanti, come il bisacodile, o quelli che favoriscono la motilità, come il prucalopride. L’importante è non optare per il fai da te che purtroppo, invece, è scelto dal 95% di chi crede di essere stitico: appena cinque pazienti su cento si rivolgono al medico, gli altri provano i rimedi consigliati dagli amici o dalla pubblicità, se va bene chiedono al farmacista. Il guaio – è che la parola stitichezza è un grande “ombrello” sotto al quale possono nascondersi tanti altri problemi: può essere sintomo di innumerevoli malattie per cui una diagnosi precisa è fondamentale per trovare il trattamento giusto e non rischiare di ignorare un problema serio. Per di più non esiste un farmaco buono per tutti, che risolva ogni caso: chiedere consiglio al medico è indispensabile». (Salute, Corriere)
Posted on: Mon, 25 Nov 2013 19:27:17 +0000

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