FINE DELL’IPOCRISIA - I negoziatori israeliani hanno svelato lo - TopicsExpress



          

FINE DELL’IPOCRISIA - I negoziatori israeliani hanno svelato lo scopo del «muro della vergogna», per gli israeliani la «barriera di separazione» deve diventare il nuovo confine tra Israele e Palestina. Il premier Benjamin Netanyahu ritiene impraticabile il ritorno ai confini del 1967, come chiede il presidente palestinese, Abu Mazen. Israele cominciò a costruire la “barriera di sicurezza” nel 2002 durante la seconda Intifada, ufficialmente per impedire infiltrazioni terroristiche, il primo ministro dell’epoca Ariel Shanron negò con forza che il muro avesse la funzione d’inglobare i territori contesi ai palestinesi nella futura Israele, un’ipocrisia da sempre denunciata come tale dai palestinesi e altri osservatori internazionali, che con queste dichiarazioni viene finalmente confessata dagli stessi israeliani e si rivela per quello che si è sempre sospettato: una truffa. Il muro dell’apartheid, per l’85% è stato costruito all’interno della Cisgiordania; oltre a quello sono state costruite altre barriere e separazioni all’interno della West Bank. Nel 2004 la Corte internazionale di giustizia dichiarò la barriera contraria al diritto internazionale, ma Israele scelse d’ignorare la pronuncia, così come negli anni ha ignorato le decine di pronunce all’ONU contrarie ai suoi interessi. L’annuncio, fatto trapelare proprio mentre il Segretario di Stato Kerry sta arrivando per riunirsi con i negoziatori delle due parti, non farà bene ai colloqui, come non hanno fatto bene gli annunci per la costruzione di altre 3.500 abitazioni in territorio palestinese, che Netanyahu ha autorizzato per spegnere le proteste degli estremisti per il rilascio di appena un centinaio di detenuti palestinesi. La questione dei confini è spinosa, quelli del ’67 sono già molto più generosi di quelli stabiliti per Israele dal mandato ONU del ’48 e da allora le acquisizioni territoriali israeliane oltre i confini del ’67 sono sempre state considerate illegittime e confermabili solo da un accordo con un governo palestinese nel pieno dei suoi poteri e capace di rappresentare democraticamente i propri cittadini o, viceversa, da un referendum tra gli abitanti di quelle aree, da tempo espulsi dalla pulizia etnica operata dagli israeliani per liberare spazio per la costruzione delle colonie illegali e del Muro, che ora Tel Aviv considera fatti compiuti e diritti acquisiti, anche se tali non sono. Un invito alla lettura: Ogni mattina a Jenin, un libro di Abulhawa Susan pubblicato da Feltrinelli.
Posted on: Tue, 05 Nov 2013 21:16:10 +0000

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