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Farinelli Da Wikipedia, lenciclopedia libera. bussola Disambiguazione – Se stai cercando il film biografico del 1994 sul cantante Farinelli, vedi Farinelli - Voce regina. bussola Disambiguazione – Se stai cercando il compositore, vedi Giuseppe Farinelli. Corrado Giaquinto: Ritratto di Carlo Broschi detto Farinelli Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, detto Farinelli (Andria, 24 gennaio 1705 – Bologna, 16 settembre 1782), è considerato il più famoso cantante lirico castrato della storia. Indice [nascondi] 1 Biografia 2 Centro Studi Farinelli 3 Onorificenze 4 Opere dedicate a Farinelli 4.1 Cinema 4.2 Musica 4.3 Radio 4.4 Teatro 5 Approfondimenti 5.1 Perché il nome Farinelli 5.2 Le famose sfide di Farinelli 6 Note 7 Bibliografia 8 Altri progetti Biografia[modifica | modifica sorgente] Nacque ad Andria (allora nel Regno di Napoli) in una famiglia agiata della noblesse de robe locale; il padre Salvatore, che ricopriva cariche amministrative feudali, fu un grande appassionato di musica e volle indirizzare entrambi i figli a professioni del settore, facendo studiare Riccardo, il maggiore, da compositore e Carlo da cantante. Fu il fratello Riccardo a volere per Carlo la castrazione, eseguita poco dopo la morte del padre, avvenuta nel 1717[1]. La castrazione è unoperazione chirurgica che consente ai maschi di poter conservare la propria voce di soprano o contralto prima che lo sviluppo possa modificarla. Si deve notare che, a seconda della modalità delloperazione chirurgica a cui erano sottoposti, i castrati potevano avere uno sviluppo sessuale parziale, e quindi anche sviluppare una parziale mutazione della voce. Il giovane fu mandato a Napoli, per studiare canto con Niccolò Porpora che curò laffinamento del suo naturale talento di soprano. In effetti la sua tessitura vocale potrebbe più correttamente essere definita di mezzosopranista molto esteso, sia verso il basso, fino a tessiture da contralto profondo (Vinci gli fa toccare il do2, nota tenebrosa per una voce bianca), sia verso lalto dove arrivava, nei vocalizzi, a toccare il do5, nota da sopranista effettivo. Il corso di studio durava in media sei anni. Porpora insisteva molto sulla precisione dellintonazione, nel solfeggio, sulla capacità di variare il ritmo, di dominare variazioni e abbellimenti improvvisi sui quali si esaltava o frantumava labilità del virtuoso. Secondo lesperienza di Caffarelli limpegno di studio giornaliero era così suddiviso: Mattina Unora di passaggi di difficile esecuzione Unora di lettere Unora di esercizi di canto davanti allo specchio per apprendere i vantaggi della parsimonia e i rischi dellabbondanza nei gesti e nelle espressioni da fare in scena Pomeriggio Mezzora di teoria musicale Mezzora di contrappunto improvvisato su cantus firmus Unora di lettura dei libretti che gli allievi avrebbero in seguito intonati Infine esercizi di respirazione. (Petto e polmoni si sviluppavano normalmente nei castrati e gli esercizi respiratori portavano quegli organi a dimensioni eccezionali; il risultato era quello di ottenere una grande potenza sonora quasi surreale rispetto al timbro di voce, ed una lunghezza di fiati spropositata rispetto agli standard moderni). Il suo debutto avvenne a Napoli, nel 1720, nella serenata Angelica e Medoro (del Porpora), al fianco di Marianna Benti Bulgarelli, detta la Romanina, di Domenico Gizzi, Musico Soprano della Real Cappella e del Contralto Francesco Vitale, in una soirée in onore dellImperatrice dAustria. Il libretto era la prima prova teatrale di Pietro Metastasio, che strinse col Broschi unamicizia che durò tutta la vita ed è testimoniata da un interessante carteggio. Riscosse un ottimo successo e le successive esibizioni gli valsero una crescente rapida notorietà. Nella stagione del Carnevale del 1722 fece il suo esordio in teatro a Roma, cantando, nel Teatro Alibert, nel dramma per musica Sofonisba del bolognese Luca Antonio Predieri ed nel Flavio Anicio Olibrio di Porpora, di nuovo a fianco di Domenico Gizzi e di Francesco Vitale. Nel 1723 e nel 1724 fu nuovamente a Roma per le trionfali Stagioni di Carnevale, sempre al Teatro Alibert, in produzioni drammatiche di assoluto prestigio: Adelaide di Nicola Porpora nel 1723 e Farnace di Leonardo Vinci nel 1724, sempre al fianco del Gizzi. Cantò, negli anni successivi, a Roma, Vienna, Venezia, Milano, Bologna. Il pubblico del tempo adorava il virtuosismo, che nei cantanti consisteva soprattutto nellesecuzione di variazioni arbitrarie ai brani cantati, in cui laspetto della difficoltà tecnica estrema arricchiva la pura espressione dei sentimenti della musica. Erano anche frequenti duelli tra musicisti. Se a Roma Broschi aveva vinto (1722) una sfida contro un trombettista tedesco, sulla tenuta lunga di una nota altissima, a Bologna (1727) sorse la competizione con Antonio Maria Bernacchi, allora uno dei più importanti castrati della scena musicale. In realtà, oltre alla forzatura spettacolare, non vi fu antagonismo personale fra i due, tanto è vero che lo stesso Bernacchi, di una ventina danni più anziano, fu ben prodigo di consigli e suggerimenti verso il giovane pugliese. Carlo Broschi (Farinelli) Già a Milano nel 1726 era stato notato da Johann Joachim Quantz, che ne aveva magnificato con entusiasmo la purezza di timbro ed estensione di scala, la nitidezza di trillo ed inventiva. La vittoria su Bernacchi, però, incrementò notevolmente la fama di Broschi, la cui attività divenne (per la misura dei tempi) alquanto frenetica. Nel 1730 Farinelli fu ammesso allAccademia Filarmonica di Bologna. Nel 1734, Carlo Broschi si trasferì a Londra e cantò presso lOpera della Nobiltà al Lincolns Inn Fields, che era diretta da Porpora e vedeva Francesco Bernardi, detto il Senesino, come cantante principale. La sua fama era immensa, e i proventi che ottenne durante i tre anni in cui soggiornò in Inghilterra superavano le 5.000 sterline. Questi anni, che segnano lapice della sua gloria come artista di scena, furono anche degli anni della cocente rivalità tra i due gruppi teatrali residenti a Londra, da una parte quello di Georg Friedrich Händel, sostenuto dal re Giorgio II, e dallaltra parte quello di Porpora, sostenuto dal Principe di Galles e dalla nobiltà. La sua prima apparizione al teatro Lincolns Inn Fields fu in Artaserse, di cui la maggior parte delle musiche erano state scritte da suo fratello, Riccardo Broschi. Il successo fu istantaneo. Federico, principe di Galles e la corte lo accolsero con tanto di lodi e onori. Ma nemmeno il contributo di Farinelli bastò a portare limpresa al successo. Nel 1737, senza dubbio stanco dalle incessanti acredini che opponevano i due gruppi teatrali, Farinelli accettò linvito che aveva appena ricevuto da Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V di Spagna. Durante il viaggio dovette passare per la Francia, e lì cantò per Luigi XV. Il re spagnolo, che soffriva di nevrastenia e melanconia, aveva di fatto abbandonato la vita pubblica, disinteressandosi degli affari di Stato e manifestava segni di incipiente follia. La regina Isabella invitò quindi Farinelli ad esibirsi davanti a suo marito, nella speranza che la sua voce prodigiosa potesse risvegliarlo dalla sua apatia. Lepisodio è rimasto celebre, e ha contribuito ad accrescere di più la leggenda che circonda il cantante. La voce di Farinelli fece un tale effetto sul malinconico Filippo V, che questultimo non volle più separarsi dal cantante. La terapia quotidiana consisteva nel far cantare il castrato sempre le stesse otto o nove arie[2], di cui la prima era Pallido il sole, dallArtaserse di Johann Adolf Hasse[3] da una stanza diversa da quella del sovrano, le prime volte dalla stanza più lontana e via via sempre più vicina fino ad arrivare giusto dietro la porta, il cantante riuscì a far uscire di sua spontanea volontà il sofferente Filippo, lo fece lavare e radere.[senza fonte] Il re gli fece promettere di restare alla corte di Spagna, corrispondendogli uno stipendio di 2000 ducati, con lunica richiesta di non cantare più in pubblico. Divenuto criado familiar dei re di Spagna, il cantante vide la sua importanza crescere con lascesa al trono di Ferdinando VI di Spagna, che lo nominò cavaliere di Calatrava, la più alta carica, fino ad allora riservata ai gentiluomini che potevano provare la nobiltà e lantichità delle loro famiglie. Broschi-Farinelli, favorito dal monarca, esercitava sulla corte, e anche sulla politica, una grande influenza. Gli si devono i primi lavori di bonifica delle rive del Tago, e assicurò la direzione dellopera di Madrid, e degli spettacoli reali. Utilizzò il suo potere alla corte persuadendo Ferdinando a instaurare un teatro dopera italiano. Collaborò anche con Domenico Scarlatti, suo compatriota napoletano, anchegli residente in Spagna. Il musicologo Ralph Kirkpatrick afferma che la corrispondenza di Farinelli è la fonte della maggior parte delle informazioni di prima mano su Scarlatti che sia giunta fino a noi. Rispettato da chiunque, sommerso di doni, adulato sia dai diplomatici avversi alla Francia, sia da quelli francesi che avrebbero voluto vedere la Spagna firmare il Patto di famiglia, conservò questa posizione di rilievo fino allavvento di Carlo III, il quale, probabilmente a causa delleccessiva influenza del cantante, lo allontanò nel 1759. Il Farinelli si ritirò allora a Bologna, dove terminò la sua esistenza nella sontuosa villa che aveva fatto costruire in vista del suo ritiro (fuori Porta Lame, oggi distrutta). Malgrado le numerose visite che vi ricevette (tra cui quelle di Wolfgang Amadeus Mozart allora adolescente, e di Giuseppe II dAustria), Farinelli soffrì fino alla sua morte di solitudine e di malinconia. Busto neoclassico anonimo di Farinelli (R.A.B.A.S.F., Madrid). Si spense il 16 settembre 1782, qualche mese dopo il suo amico Metastasio, lasciando una collezione darte e di strumenti musicali che fu sfortunatamente dispersa dai suoi eredi, tra cui un violino di Antonio Stradivari. Di lui resta qualche bel ritratto dipinto da Jacopo Amigoni e Corrado Giaquinto, e le lettere che aveva inviato ai suoi amici. Malgrado la sua leggenda, resta un personaggio relativamente misterioso, in una maniera che poco gli si addice. Ai suoi amici che lo pregavano di redigere le sue Memorie, aveva risposto: «A che pro? Mi basta che si sappia che non ho avuto pregiudizi su nessuno. Che si aggiunga anche il mio dispiacere di non aver potuto fare tutto il bene che mi sarei augurato.» Eccelleva sia nel registro leggero che nel registro patetico, cosa che compensava la sua presenza scenica poco sviluppata. Scriveva Charles Burney nel suo Viaggio musicale in Italia: «Egli non eccelleva soltanto in velocità, poiché possedeva insieme le migliori qualità di un grande cantante. Nella sua voce si trovavano riunite la forza, la dolcezza e lestensione, e nel suo stile la tenerezza, la grazia e lagilità.» Il suo canto ebbe uninfluenza certa sullo stile delle opere composte in quel periodo. Alle sue qualità artistiche, Farinelli aggiungeva quelle umane. Affabile e modesto malgrado la sua fama e il suo talento, di perfetta educazione, seppe guadagnarsi laffetto del pubblico e la simpatia dei grandi. Farinelli non solo cantava, ma suonava anche strumenti a tastiera e la viola damore. Occasionalmente componeva, scrivendo il testo e la musica di un Addio a Londra aria, e unaria per Ferdinando VI, così come sonate per tastiera. Per la fenomenale estensione vocale rivelata nella sua carriera, per la versatilità dimostrata nei vari stili di canto, per leccezionale capacità di tenuta dei fiati, per il trascendentale virtuosismo di cui fu capace, per le sue doti di attore, Farinelli è ancor oggi ricordato, con consenso praticamente unanime, come il più grande cantante nella storia dellopera lirica. Per scoprire i segreti della sua voce, nel 2006 sono stati iniziati degli esami sul DNA ricavato dalle sue ossa.[senza fonte] Centro Studi Farinelli[modifica | modifica sorgente] Nel 1998 si è costituito a Bologna il Centro Studi Farinelli con il proposito di ricordare la figura del grande artista. Tra le iniziative promosse dal Centro Studi si segnala il restauro della tomba alla Certosa di Bologna (2000) la mostra documentaria Il Farinelli a Bologna (2001 e 2005), linaugurazione del Parco cittadino intestato al Farinelli, nei pressi del luogo dove sorgeva la villa abitata dal celebre cantante (2002), lorganizzazione del Convegno internazionale di studi Il Farinelli e gli evirati cantori in occasione del 300º anniversario della nascita del Farinelli (2005), la pubblicazione ufficiale Il fantasma del Farinelli (2005), lestumulazione del Farinelli alla Certosa di Bologna (2006). Il progetto di estumulazione è stato promosso dallantiquario fiorentino Alberto Bruschi. Responsabile e coordinatore generale del progetto è stato Luigi Verdi, come Segretario del Centro Studi Farinelli. Lantropologa Maria Giovanna Belcastro dellUniversità di Bologna, Gino Fornaciari, paleopatologo dellUniversità di Pisa e lingegnere David Howard della York University sono gli scienziati responsabili dellanalisi dei resti. Lesumazione ha avuto luogo il 12 luglio 2006, la notizia ha avuto larghissima eco sulla stampa mondiale Lastra tombale di Farinelli alla Certosa di Bologna Onorificenze[modifica | modifica sorgente] Cavaliere dellOrdine Militare di Calatrava (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dellOrdine Militare di Calatrava (Spagna) Opere dedicate a Farinelli[modifica | modifica sorgente] Cinema[modifica | modifica sorgente] Nel 1994 è stato realizzato dal regista belga Gérard Corbiau un film (Farinelli - Voce regina) sulla sua vita, anche se, naturalmente, si concede alcune licenze sul reale andamento dei fatti: ad esempio, al fratello Riccardo è data molta importanza e Porpora non è per nulla enfatizzato; il compositore tedesco Georg Friedrich Händel, interpretato da Jeroen Krabbé, viene tratteggiato come un nemico di Farinelli e una figura negativa, mentre nella realtà dirigeva semplicemente il teatro rivale della Opera of Nobility, in cui si esibiva Farinelli. Il film è stato premiato come miglior film straniero ai Golden Globe e ha ricevuto una nomination agli Oscar. Lattore Stefano Dionisi che interpreta il protagonista recita le battute di dialogo, mentre nelle parti cantate, per riprodurre la particolare voce di un castrato, sono state registrate separatamente le voci di un soprano donna, Ewa Małas-Godlewska, e di un controtenore uomo, Derek Lee Ragin, e poi mixate insieme con mezzi digitali. La registrazione della musica del film è stata realizzata dal direttore dorchestra Christophe Rousset con la compagnia Les Talents Lyriques. Musica[modifica | modifica sorgente] Il compositore Daniel Auber musicò una biografia del cantante su libretto di Eugène Scribe. Radio[modifica | modifica sorgente] Nel 2006 la Radio Svizzera di lingua italiana - Rete 2 ha realizzato loriginale radiofonico Farinello di Giorgio Appolonia per la regia di Claudio Laiso, protagonista Alessandro Wagner. Teatro[modifica | modifica sorgente] Dal 1996 la sua vita è portata in scena con lo spettacolo Quel delizioso orrore... Farinelli evirato cantore - scritto da Sandro Cappelletto - dalla Compagnia diretta da Rita Peiretti: Accademia dei Solinghi Approfondimenti[modifica | modifica sorgente] Crystal Clear filesystem file broken.png Questa pagina o sezione ha problemi di struttura e di organizzazione delle informazioni. Motivo: sezione incongrua e inusuale, potenzialmente non enciclopedica se non integrata nel resto della voce Risistema la struttura espositiva, logica e/o bibliografica dei contenuti. Nella discussione puoi collaborare con altri utenti alla risistemazione. Perché il nome Farinelli[modifica | modifica sorgente] Dopo lintervento si completava lopera con limposizione del nome darte. Questo era simbolo di distinzione e riconoscimento per dichiarare ed esibire la diversità, la virtualità del personaggio. La scelta del nome prevedeva un ventaglio di toponimi, diminutivi e vezzeggiativi, omaggi ai maestri, giochi linguistici talvolta evocati a perenne memoria dei ruoli desordio dei musici: Appianino (Giuseppe Appiani), Cortona (Domenico Checchi), Matteuccio (Matteo Sassano), Porporino (Antonio Uberti), Farfallino (Francesco Fontana), Senesino (Francesco Bernardi per primo, e poi Andrea Martini e Giusto Ferdinando Tenducci), Nicolino (Nicolò Grimaldi), Siface (Giovanni Francesco Grossi), Gizziello (Gioacchino Conti), Caffarelli o Caffariello (Gaetano Majorano), ecc. Per quanto riguarda la manipolazione del cognome Broschi in Farinelli (o Farinello) vi sono tre ipotesi delle quali due sono certamente da escludere. La prima delle escluse è quella che cercava di trovare una qualche ascendenza nella famiglia Farinel, fertile ceppo di violinisti e compositori di origine francese attivi in tutta Europa; ma i contemporanei di Carlo Broschi, e in particolare Jean Baptiste Farinel, non hanno mai risieduto in area napoletana, né hanno avuto evirati tra i loro allievi. La seconda ipotesi esclusa è legata alla professione del padre Salvatore Broschi, ma questi non lavorò mai come mugnaio né commerciò in farina. La terza ipotesi, ormai certa, è quella legata allinfanzia di Carlo Broschi. Da bambino frequentava unillustre famiglia di avvocati e giureconsulti napoletani, i Farina, che dopo la sua evirazione pagheranno le lezioni di canto impartitegli dal Porpora. In omaggio ai suoi protettori dunque acquisì il nome di Farinello, che da allora non lo abbandonò mai più per tutta la vita. Questultima ipotesi è confermata anche dalle parole di Padre Giambattista Martini che in un suo manoscritto descriveva il ritorno di Carlo Broschi a Napoli: ...si spostò in Napoli e sotto la direzione di Niccolò Porpora apprese larte del canto ed ebbe la protezione duno dei primi avvocati di Napoli chiamato Farina... Le famose sfide di Farinelli[modifica | modifica sorgente] Charles Burney scriveva così della famosa sfida di Farinelli: “.. aveva luogo ogni sera una gara tra lui ed un famoso esecutore di tromba che accompagnava col suo strumento unaria cantata dal Farinelli. Sembrò sulle prime unemulazione amichevole, di carattere semplicemente sportivo, fino a che il pubblico incominciò ad interessarsi alla contesa, parteggiando per luno o per laltro; dopo che ognuno, separatamente, ebbe emessa una nota per dar prova della forza dei propri polmoni tentando di superare il rivale in vivacità e in potenza, eseguirono insieme un crescendo ed un trillo a distanza di una terza e lo sostennero a lungo mentre il pubblico ne attendeva ansiosamente la fine poiché entrambi sembravano esausti; e infatti il suonatore di tromba, sfinito, cedette, convinto tuttavia che il suo antagonista fosse altrettanto stanco e che tutto si sarebbe concluso in una battaglia senza vincitori né vinti”. Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Sat, 30 Nov 2013 18:24:42 +0000

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