Finlandia: il partito di estrema destra avrà ripercussioni - TopicsExpress



          

Finlandia: il partito di estrema destra avrà ripercussioni europee? La lunga lista dei partiti xenofobi ed euroscettici, che in modi e tempi diversi stanno scalando consensi all’interno degli Stati europei, si arricchisce di un nuovo nome, si tratta del “Partito dei veri finnici”, il terzo più votato nelle ultime elezioni politiche in Finlandia. Voto che indirettamente potrebbe affossare la già difficile situazione economica portoghese. La vittoria dei “Veri finnici” A pochi mesi dalla clamorosa entrata nel Parlamento svedese del partito xenofobo di Åkesson è ancora un Paese del Nord Europa a fare da protagonista alla escalation della destra populista europea. Il “Partito dei Veri finnici” euroscettico e nazionalpopulista di Timo Soini è stato il trionfatore delle elezioni in Finlandia. Nel 2007 aveva ricevuto appena il 4,1% di voti, oggi ha raggiunto il 19,6% e con 39 parlamentari rappresenta la terza forza del Paese dietro ai Conservatori – che hanno raggiunto il 20,4% e 44 seggi – e i socialdemocratici – con il 19,1% di voti e 42 seggi -. Un balzo significativo del partito populista di destra finlandese che conferma ulteriormente il pericoloso vento nazionalista che spira sull’Europa. L’effetto domino sta contagiando l’intero continente e dopo la Svezia e la Danimarca, dove i partiti di Åkesson e di Pia Kjaersgaard sono parte integrante della coalizione di governo, l’Olanda, dove gli ultranazionalisti di Geert Wilders sono stati accettati come forza di sostegno dal governo di minoranza, il Belgio, dove il populismo regionalista di De Wewer paralizza da circa dodici mesi la formazione di un nuovo esecutivo anche la Finlandia sarà guidata da una coalizione di governo all’interno della quale sarà determinante il peso e la presenza di una destra populista e nazionalista. Il programma del partito di Timo Soini non è dissimile da quello degli altri partiti appartenenti a questa area politica. Spiccatamente euroscettico, ha guadagnato forti consensi in campagna elettorale sostenendo una forte retorica contraria all’Unione Europea (UE) e schierandosi apertamente contro gli aiuti ai Paesi più fragili della zona euro. L’esplosione netta del partito di Soini rappresenta anche la logica conseguenza del crescente malumore nei confronti della classe politica tradizionale, accusata da un lato di avere scarsa fermezza in sede europea su temi controversi quali l’immigrazione e gli aiuti agli Stati in difficoltà, e dall’altro coinvolta in uno scandalo su finanziamenti di dubbia provenienza all’ex partito di maggioranza, che lo scorso anno portò alle dimissioni del premier Matti Vanhanen. Il leader dei Veri finnici, che già alle europee del 2009 era stato il candidato più votato nel Paese con oltre 130.000 preferenze, ha saputo cavalcare l’onda del malcontento attraverso un programma che ha nel rifiuto all’aborto, alle unioni omosessuali, agli immigrati e all’Europa i suoi punti principali. I veri sconfitti Il Partito di Centro della giovane premier uscente Mari Kiviniemi è il vero sconfitto dell’ultima competizione elettorale con un crollo di ben 7,3 punti percentuali rispetto al passato. A penalizzare il Partito di Centro della Kiviniemi è stata la gestione della crisi europea. La decisione dell’Unione Europea di aumentare il capitale del fondo salva Stati arrivando a raddoppiare le quote dei paesi più stabili economicamente – tra cui la Finlandia – è stata ritenuta da molti finlandesi come una richiesta eccessiva a cui la premier non ha saputo dare risposta e finendo così per scontentare l’elettorato. Il Partito di Coalizione Nazionale ha perso l’1,9% di voti rispetto alle elezioni del 2007, anche se si è attestato come il partito più votato. Il suo leader, Jyrki Katainen, nel 2008 fu incoronato dal Financial Times come miglior ministro delle Finanze in Europa. Egli ha fatto della responsabilità il concetto chiave del programma per una Finlandia aperta e disposta a contribuire ai salvataggi, nell’ottica di un’economia di mercato che richiede lungimiranza, ma certamente l’aggravarsi della crisi in Europa potrebbe fortemente colpire il Paese dei laghi che basa la propria economia proprio sulle esportazioni. La sfida più dura per Katainen, che da molti è indicato come il prossimo Primo Ministro finlandese, è però la formazione del nuovo governo, poiché non potrà prescindere dal peso, in termini elettorali, del partito di Soini e la creazione di una maggioranza stabile potrebbe non essere un fatto già acquisito. Le elezioni politiche hanno visto anche la vittoria personale di Jutta Urpilainen, scelta nel 2008 per risollevare la socialdemocrazia finlandese, alla quale però non corrisponde la vittoria del partito, dal momento che i socialdemocratici finlandesi, che certo non vantano una gloriosa tradizione pari a quella dei vicini svedesi, hanno perso il 2,3% dei consensi rispetto alla tornata precedente. Da un punto di vista storico il Partito di Centro, i Socialdemocratici e il Partito di Coalizione Nazionale sono stati i partiti alternatesi alla guida del Paese in questi ultimi anni. Dalla urne delle ultime elezioni però questa consuetudine è stata sconvolta, l’elemento nuovo, il partito dei Veri finnici, è l’incognita della nuova equazione di governo. Certamente far convivere anime così diverse sarà una sfida importante per la nuova coalizione di governo. Le ripercussioni del voto nell’UE Che il voto finlandese possa influenzare negativamente il processo di bail-out portoghese è determinato dai meccanismi di voto dell’UE, le cui votazioni per gli aiuti finanziari si decidono all’unanimità. Il prossimo governo finlandese figlio delle elezioni appena concluse, con ogni probabilità, avrà al proprio interno gli euroscettici di Soini, i quali potrebbero dunque bloccare l’aiuto economico che si sta negoziando in questi mesi nei confronti del Portogallo e affondare definitivamente le speranze spagnole. Il memorandum che conterrà le richieste precise in termini di aiuti economici per il Portogallo sarà durissimo. I vincoli di spesa che il Governo lusitano si impegnerà a rispettare, inchioderà la politica nazionale del Paese per i prossimi tre anni, commissionando lo Stato portoghese e imponendo allo stesso di attenersi in modo pedissequo al programma, pena il congelamento dell’ingente prestito che incasserà nelle prossime settimane dall’European Financial Stability Facility (Efsf), il fondo temporaneo salva Stati. Certo è che la situazione economica in Europa è abbastanza critica. La Grecia quest’anno ridurrà la sua economia del 4%, ma non il suo debito, che nel 2013 supererà il 160% del PIL, in presenza di una situazione economica tesa in Portogallo e con i rendimenti delle azioni irlandesi fuori controllo, il mercato europeo si trova sull’orlo del caos, così come la Spagna, le cui banche sono compromesse nell’economia portoghese con oltre 65 miliardi di euro di investimenti. In questo scenario confuso e poco ottimista per il futuro, il veto del governo finlandese potrebbe allargare il malessere europeo. L’Europa in questo momento vive un pericoloso momento di difficoltà. L’Europa immaginata dai padri fondatori versa in una crisi che sembra essere ideologica e insieme strutturale, incapace di competere con le potenze emergenti: BRIC fra tutti. Conclusioni Al di là dei pregiudizi politici della nuova estrema destra europea, che tingono fortemente le venature di questi partiti emergenti, è abbastanza chiaro che alla base del loro consenso c’è qualcosa di più profondo, ovverosia l’esasperazione dell’elettorato deciso a non farsi più carico di spese che dovrebbero pagare altri e che sono frutto di sconsiderate scelte economiche da parte di banche colluse con Stati inadempienti. Gli elettori del nord Europa stanno scegliendo molto nitidamente di sostenere partiti di estrema destra anche perché si è fatta strada l’idea di anteporre gli interessi nazionali a quelli dell’UE ed i “Veri finnici” si sentono prima di tutto finlandesi e poi, forse, europei. È ancora presto per affermare se la politica finlandese è veramente a una svolta o se il percorso di Soini ricalcherà quello del suo predecessore Veikko Vennamo. Quest’ultimo, vecchio capo dei populisti finlandesi, era riuscito a ottenere una vittoria elettorale, ma il partito era stato rapidamente logorato dall’esperienza di governo. Appare ovvio che oggi il partito di estrema destra finlandese nutra speranze di governo per il futuro, ma tanto dipenderà anche dal carisma di Soini che si troverà a fare i conti con le estreme.-
Posted on: Tue, 26 Nov 2013 21:30:43 +0000

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