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"...Fu allora, svoltando in Piazza Alimonda, fu allora che vidi la macchina. Piazza Alimonda: omphalos e ultimo avamposto, spazio d’incontro tra vivi e morti, luogo a cui sarei tornato ancora e ancora da pellegrino, per sempre edotto che la sorte di Carlo Giuliani era anche mia, mia e di chiunque era stato lì, perché sarebbe potuto accadere a me, perché ciascuno di noi, nell’istante delle infinite potenzialità, era stato Carlo Giuliani e all’inverso Carlo Giuliani, prima di essere ucciso da un carabiniere, era stato ciascuno di noi e, precisamente, me. [...] Quel pomeriggio conobbi Furio, l’egittologo torinese. Fu il nostro primo e unico incontro, durante l’anabasi, nel cuore della rivolta. Di lui non ho più saputo nulla, svanì poco prima che giungessi in Piazza Alimonda. Mi girai per interpellarlo e all’improvviso non c’era più, risucchiato in un’altra dimensione. Forse, chissà, non è proprio mai esistito. Forse è stato allucinazione, miraggio, “amico immaginario”. L’ho inventato per non sentirmi troppo solo? Eppure, nelle pause della fuga, quel ragazzo barbuto mi raccontò storie vere. Mi indicò, uno per uno, i fantasmi che marciavano in quelle strade. Mi spiegò in quale trappola fossero caduti i dimostranti, e come si era giunti a quel punto. Soltanto grazie a lui, al termine di quel venti di luglio, potei riconoscere la macchina; e quando la riconobbi, il motivo che mi aveva ricondotto in città era ormai spento, remoto come il fischio di un treno di cent’anni fa, ricacciato nel niente." (TROMMELN IN GENUA, Wu Ming 1)
Posted on: Sat, 20 Jul 2013 11:21:11 +0000

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