GIULS E IL DURO MESTIERE DEL CULO IN ARIA: BRETZEL Partiamo dal - TopicsExpress



          

GIULS E IL DURO MESTIERE DEL CULO IN ARIA: BRETZEL Partiamo dal presupposto che l’idea di vivere felice e contenta con una cagna che pulisce, stira, sta a casa a guardare i bambini e cucina, a me non piace. Cioè che noia è? Poi queste si lamentano perché non fanno niente di interessante e spendono tutti i miei soldi (quelli che avrò dopo il filmetto di successo con budget 350.000 € che sto ancora aspettando da un magnate, o un magnaccia, fa uguale) in SHOPPPING. Tuttavia una donna che sa prenderti per la gola non sempre e solo per fare del BSDM ma per farti ingrassare come Lady Cocca mentre Robin Hood e Little John van per la foresta non è mai male. Urca urca tirulero oggi splende il sol. Vi avevo promesso che una domenica ogni tanto l’avrei dedicata a come cucinare cose buone. Ebbene, sono una donna di parola. Vi avevo promesso un grossisimo special guest. Gordon e Tony non erano disponibili quindi mi sono dovuta accontentare di quello che passa il convento. Abbiamo con noi l’altra sorella. Ora dovrebbe partire un jingle tipo quello di Pollon. Non lo sento partire. Vabbé. Fa niente. Va benissimo lo stesso quello di uomini e donne. Abbiamo dei problemi dalla regia. Insomma io e l’altra sorella ogni tanto ci dilettiamo nel giuoco dell’impasto e spesso ne viene fuori qualcosa di interessante. Nonché commestibile. Vi spiegherò oggi come fare il bretzel. E sappiate che io ne sono ghiotta, quindi chiunque si cimentasse è obbligato per legge dalla costituzione giulsiana ad invitare per il controllo qualità. Partiamo da questo piccolo aneddoto: c’abbiamo provato per due volte a fare sti cazzo di cosi crucchi e la prima volta è stata un disastro. Regola numero uno: leggete le ricette una prima volta fino in fondo. Noi non l’abbiamo fatto. “Ma c’è scritto anche di aggiungere tre cucchiai di bicarbonato, solo che qui nell’impasto non c’è.” “Boh se ne saranno dimenticati, aggiungiamolo lo stesso.” Può anche essere vero che il bicarbonato a volte si usa nell’impasto, ma non tre cucchiai. Infatti non andava lì. E non erano commestibili. Facevano cagare. Regola numero due: non lasciare che la Giuls faccia cose se non gliele spieghi accuratamente. “Giuls, prendi dell’acqua tiepida e il lievito di birra.” “Beh io ho sciolto tutto il lievito nell’acqua.“ E lei poi ti guarda con quei suoi occhietti inquietanti ed è un po’ come quando ti si avvicinano i Dissennatori. Ho provato ad agitare la bacchetta urlando Expecto Patronum, ma non funziona. Cominciamo con gli ingredienti per 8 bretzel: - 500 g di farina 00; - 270 ml di acqua, non un ml di più né uno di meno; - 50 g di burro, se li volete più onti ne mettete di più; - 12 g di sale, ma precisi; - 12 g di zucchero, ma se siete delle ragazze acidelle mettetene 13; - 25 g di lievito di birra, che vi fa crescere le tette; - 3 cucchiai di bicarbonato; - sale grosso quanto basta, quello che vi manca dalla zucca; Avete preso tutto? Bene. Ora mettete tutta la farina nella ciotola più grossa di casa, sperando che vostra madre non sia nei paraggi. Fate un vulcano come lo farebbe lo chef Tony e mettete via i coltelli serie perfetta che state cominciando ad agitare in qui e in là. Non siete Uma Thurman. Dentro il vulcano metteteci il lievito di birra. Poi buttate un po’ di acqua e lo zucchero. Impastate un po’ e lasciate lievitare. Il tempo di lievitazione è relativo: ossia non dipende dall’impasto, ma da cosa vi organizzate a fare nel mentre che la natura fa il suo corso. L’altra sorella solitamente parla con l’impasto, il che è un po’ svilente: siamo io e lei e lei parla con l’impasto. Non sono una persona abbastanza interessante scusa? Allora comincio a romperle il cazzo. Apritevi una birra e aspettate. Quando avete aspettato abbastanza, sciogliete il sale nell’acqua che vi è rimasta, buttatelo nelle ciotola insieme al resto e aggiungeteci il burro. A questo punto prendete le vostre dolci manine e cominciate a ravanare dentro la ciotola finché non viene fuori una pasta morbida. Quindi dovete cominciare a fare domande idiote, altrimenti il bretzel viene fuori uno schifo. “Ma se io fossi un impasto….” “Sì Giuls, ti ravanerei.” “Ma se io fossi del burro…” “Si Giuls, ti farei ammorbidire.” Naturalmente lo spasso è quando deve sbattere le uova. La mia nonchalance non ha dei confini. La difficoltà comunque non sta nella ricetta, ma nel trovare la maniera di occupare il tempo mentre l’impasto lievita. Abbiamo provato a tirarci dietro del frosting blu con cui stavamo decorando dei cupcakes, a fare foto idiote e a giocare a dama. La tristezza. Comunque alla fine il tempo passa, la pasta lievita e tutto funziona. A quel punto mettete a bollire un pentolone di acqua con il bicarbonato, assumete un’aria da strega di Biancaneve e dite con aria infoiata “Bretzel o bretztel delle mie brame chi è il più crucco del reame?“. Noi per divertimento abbiamo aggiunto del colorante blu all’impasto. Non lascerò dichiarazioni al riguardo. Comunque poi date la forma ai vostri bretzel (dovete fare un cuoricino con le due chiappe intrecciate) e cuoceteli per circa trenta secondi nell’acqua bollente. Uno alla volta e teneteli sopra una schiumarola altrimenti si spappolano e voi avete lavorato due ore per il cazzo. F-fatto? Bene. Ora cacciateli su una teglia, ricropriteli di sale e metteteli in forno per circa 20 minuti a 220°. Poi mangiateli. Sono tra le cose più grasse e buone del mondo. Vivrei di bretzel, toast, pizza e popcorn. Comunque questo è stato il nostro risultato. Ah no? Tseeee sono finiti credo nel giro di 10 minuti da quando è arrivata una delle sorelle a controllare che l’altra avesse fatto un buon lavoro. Bene cari amici, provate questa sensazionale ricetta aggiungendo coloranti a vostro piacimento e fateci sapere come vengono. Se fanno cagare è colpa del bicarbonato. Sappiatelo. Prossima puntata: i coccoli fiorentini. Ah comunque il mio Patronum è a forma di Tonto, l’avvoltoio di Robin Hood. Cos’avrà voluto dirmi la mia bacchetta?
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 10:57:06 +0000

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