GUERRE ROMANO GERMANICHE – PARTE III Dopo Adrianopoli fino al - TopicsExpress



          

GUERRE ROMANO GERMANICHE – PARTE III Dopo Adrianopoli fino al V secolo Lestrema agonia di Roma iniziò quando, intorno al 395 d.C., i Visigoti si ribellarono. La morte di Teodosio I e la divisione definitiva dellimpero romano dOccidente e dOriente tra i due suoi figli Onorio I e Arcadio, portò il generale visigoto Alarico a rompere lalleanza con limpero ed a penetrare attraverso la Tracia fino ad accamparsi sotto le mura di Costantinopoli. Contemporaneamente gli Unni invasero la Tracia e lAsia Minore mentre i Marcomanni la Pannonia. Fu solo grazie allintervento del generale Stilicone, che, seppur bloccato dallautorità di Arcadio, poté fermare sul nascere un possibile assedio della capitale dOriente. Ed ancora nel 402 d.C. sempre i Visigoti tentarono un nuovo colpo di mano assediando Mediolanum, laltra capitale imperiale (questa volta della parte occidentale) dove si era rifugiato Onorio. Fu solo grazie ad un nuovo intervneto di Stilicone che fu salvata, ed Alarico fu costretto a togliere lassedio. Nel frattempo lavanzata degli Unni verso la regione corrispondente allUngheria portò varie popolazioni barbariche che si trovavano a ovest dei Carpazi (Vandali, Alani, Svevi, Burgundi, i Goti di Radagaiso) a invadere i confini dellImpero dOccidente. Nel 405 d.C.i Goti di Radagaiso invasero lItalia ma furono annientati dallesercito di Stilicone. Ebbe invece successo linvasione della Gallia attuata da Vandali, Alani e Svevi, che il 31 dicembre del 406 d.C. attraversarono il Reno e devastarono la maggior parte delle province della Gallia, prima di occupare quasi tutta la Spagna, che fu strappata allImpero. Lunica opposizione che trovarono in Gallia furono le legioni provenienti dalla Britannia dellusurpatore Costantino III, che rivoltatosi contro Onorio, aveva preso possesso della Gallia. Nel frattempo, trascurata da Costantino III e minacciata dalle incursioni dei pirati Sassoni, la Britannia si rivoltò uscendo dallorbita dellImpero, e il suo esempio venne presto seguito dallArmorica. Pochi anni più tardi, nel 410 d.C., i tentativi di Alarico ottennero un importante successo. Grazie soprattutto alla morte di Stilicone (408 d.C.), unico baluardo della romanità, egli riuscì a penetrare in Italia ed mettere a sacco la stessa Roma. A quella data, già da alcuni anni, la capitale imperiale si era trasferita a Ravenna, ma qualche storico candida il 410 d.C. quale possibile data della vera caduta dellimpero romano. Dopo aver devastato lItalia meridionale, i Goti risalirono la penisola e penetrarono in Gallia. Nel frattempo emergeva la figura del generale Flavio Costanzo, il quale ottenne considerevoli successi in una situazione disperata: riuscì a sconfiggere gli usurpatori nelle Gallie e a convincere il re goto Vallia ad accettare un accordo di pace con lImpero. I Goti si sarebbero stanziati in Aquitania come foederati e in cambio avrebbero combattuto i barbari che occupavano la Spagna per conto dellImpero. In tre anni di campagne militari (416 d.C. – 418 d.C.) i Goti ottennero considerevoli successi recuperando per lImpero la Betica, la Lusitania e la Cartaginense. I Vandali Silingi e gli Alani, che avevano subito pesanti perdite, furono costretti a chiedere la protezione dei Vandali Asdingi stanziatisi in Galizia con gli Svevi, formando una nuova coalizione vandalo-alana. Costanzo richiamò i Visigoti in Aquitania e assegnò loro in quel luogo terre da coltivare (418 d.C.). I successi di Costanzo si provarono però effimeri: le devastazioni e le mutilazioni territoriali subite dallImpero dal 405 d.C. al 418 d.C. diminuirono sostanzialmente il gettito fiscale dellImpero, e tale calo impedì a Costanzo di colmare efficacemente le perdite di soldati subite nel corso delle guerre dal 405 d.C. al 418 d.C.. Da unanalisi accurata della Notitia Dignitatum si può calcolare che durante il regno di Onorio ben il 47,5% delle unità dellesercito campale occidentale fosse stato annientato dalle guerre. Le perdite furono colmate da Costanzo essenzialmente promuovendo a truppe campali truppe in precedenza di guarnigione, mentre furono relativamente poche le unità neocostituite tramite reclutamento di nuove truppe. Ciò determinò un calo dellesercito sia in qualità (poiché le truppe di guarnigione promosse nellesercito campale non erano state addestrate adeguatamente a fare i soldati campali) che in quantità (perché non cè traccia del fatto che le truppe di guarnigione promosse vennero sostituite da nuove truppe di guarnigione). Intrighi e lotte per il potere a Ravenna tra il 423d.C. e il 433 d.C. peggiorarono ulteriormente la situazione, favorendo le ambizioni dei barbari stanziatisi allinterno dellImpero. Se gli attacchi dei Visigoti e dei Franchi venivano respinti da un giovane generale Ezio, i Vandali non trovarono opposizioni in Spagna meridionale, che veniva saccheggiata dalle loro truppe. Nel 429 d.C. Vandali decisero di migrare in Africa, dove sconfissero le truppe dellesercito di Bonifacio e dieci anni dopo si impadronirono di Cartagine (439 d.C.). LImpero reagì alla perdita di una provincia tanto importante implorando laiuto dellImperatore dOriente, il quale inviò una potente flotta per cercare di recuperare Cartagine. Una temibile incursione degli Unni di Attila nei Balcani costrinse però Teodosio II a richiamare la flotta, lasciando allImpero occidentale nessun altra scelta che quella di negoziare con il nemico. Il trattato di pace del 442 d.C. lasciò nelle mani dei Vandali le province più ricche e prospere del Nord Africa (la Proconsolare, la Byzacena e parte della Numidia), mentre le altre province che i Vandali avevano restituito ai Romani erano state talmente devastate che Valentiniano III fu costretto a ridurre le tasse in quelle province a 1/8 del normale. La perdita dei proventi del Nord Africa determinò un calo considerevole del bilancio dello stato, che fu così costretto a massimalizzare le entrate imponendo nuove tasse e addirittura abolendo i privilegi fiscali di cui beneficiavano le classi sociali più elevate. In un decreto del 444 d.C. lo stato ammise che, a causa delle difficoltà economiche in cui versava, lImpero non era più in grado di predisporre la forza di un numeroso esercito per ... ovviare alla triste situazione in cui versa lo stato. Intorno al 450 d.C. lImpero aveva perso il 50% della sua base tassabile, e nel 460 d.C. a causa della carenza di soldi per pagare le truppe, lesercito dOccidente, dissanguato dalla costante contrazione delle entrate fiscali, era diventato lombra di sé stesso e incapace di fronteggiare con la benché minima possibilità di successo i Visigoti, i Vandali e in particolare i Franchi. Privato di molte delle sue precedenti province, con unimpronta germanica sempre più marcata, limpero romano degli anni successivi al 410 d.C. aveva davvero poco in comune con quello dei secoli passati. Nel 410 d.C., la Britannia era ormai andata perduta definitivamente, come pure grossa parte dellEuropa occidentale fu messa alle strette da ogni genere di calamità e disastri, finendo in mano a regni romano-barbarici formatisi allinterno dei suoi originari confini e comandati da Vandali, Svevi, Visigoti e Burgundi. Nel 435 d.C. il controllo romano sulla Gallia era precario. La Gallia Belgica e la zona intorno al Reno erano saccheggiate e occupate dai Burgundi e altre popolazioni barbariche; i Visigoti, stanziati in Aquitania, attaccavano la Septimania e i dintorni di Narbona e Arelate nel tentativo di acquisire uno sbocco sul Mediterraneo, mentre lArmorica era finita sotto il controllo dei Bagaudi. Questi ultimi, secondo il vescovo di Marsiglia, Salviano, erano i ceti inferiori della popolazione, che oppressi dalle tasse e dalle iniquità dei potenti, non avevano altra scelta che diventare briganti (Bagaudi) oppure fuggire presso i Barbari, ormai divenuti, secondo il parere di Salviano, persino più virtuosi dei Romani. Diversi studiosi hanno quindi interpretato, in senso marxiano, le rivolte dei Bagaudi come una lotta di classe degli oppressi contro i potenti; in realtà, sembra che ai moti dei Bagaudi presero parte anche persone benestanti, e ciò potrebbe significare che i Bagaudi fossero in realtà dei movimenti separatisti, che non sentendosi sufficientemente protetti dallImpero contro le minacce esterne, abbiano deciso di fare da sé. Vi fu solo un timido tentativo di ripristinare lantico splendore di Roma da parte del magister militum Ezio, che riuscì a fronteggiare provvisoriamente i barbari, grazie anche allalleanza con gli Unni, i quali lo avevano aiutato ad impadronirsi del potere. Per ottenere il loro sostegno, Ezio dovette però cedere agli Unni la Pannonia e la Valeria intorno al 435 d.C.. Grazie allalleanza con gli Unni, Ezio poté annientare, nel corso del 436 d.C./437 d.C., i Burgundi di re Gundecario, ponendo fine alle loro incursioni nella Gallia Belgica. Mentre festeggiava a Roma il suo secondo consolato, inviò poi un suo sottufficiale, Litorio, in Armorica contro i ribelli gruppi autonomisti locali, etichettati dai Romani come Bagaudi (briganti) e condotti da Tibattone. Nellanno 437 d.C., Litorio riuscì a sopprimere la rivolta bagauda. Nel frattempo i Visigoti, nel tentativo di acquisire uno sbocco al Mediterraneo, assediarono Narbona nel 436 d.C., ma furono costretti a levare lassedio per il sopraggiungere del generale Litorio con ausiliari unni, che portarono ciascuno un sacco di grano alla popolazione cittadina affamata. La campagna contro i Visigoti proseguì con un certo successo: nel 438 d.C. Ezio inflisse una pesante sconfitta ai Visigoti nella battaglia di Mons Colubrarius, celebrata dal poeta Merobaude. La scelta di Ezio di impiegare un popolo pagano come gli Unni contro i cristiani (seppur ariani) Visigoti trovò lopposizione di taluni, scandalizzati dal fatto che i mercenari Unni non solo avevano ottenuto il permesso di compiere sacrifici alle loro divinità pagane e di predire il futuro attraverso la scapulimanzia, ma anche di saccheggiare in talune circostanze lo stesso territorio imperiale che in teoria esse erano tenute a difendere. Secondo il vescovo di Marsiglia Salviano, autore del De gubernatione dei (Il governo di Dio), i Romani, adoperando i pagani Unni contro i cristiani Visigoti, non avrebbero fatto altro che perdere la protezione di Dio. Nel 439 d.C. Litorio arrivò alle porte di Tolosa, capitale del Regno visigoto, e si scontrò con i Visigoti nelle vicinanze nel tentativo di annientarli definitivamente: nel corso della battaglia, però, fu catturato dai Visigoti, e ciò generò il panico tra i mercenari Unni, che vennero sconfitti e messi in rotta. Litorio fu giustiziato. La sconfitta e morte di Litorio spinse Ezio a firmare una pace con i Visigoti riconfermante il trattato del 418 d.C., dopodiché tornò in Italia, per lemergenza dei Vandali, che proprio in quellanno avevano conquistato Cartagine. Il venir meno dellalleanza con gli Unni, che anzi avevano contribuito al fallimento della spedizione prevista contro i Vandali per recuperare Cartagine, costringendo con unincursione nei Balcani lImperatore dOriente Teodosio II a richiamare la flotta che avrebbe dovuto scacciare i Vandali dallAfrica, rese ancora più difficoltosa la situazione per lImpero dOccidente. La minaccia unna impedì per esempio ad Ezio di inviare truppe consistenti in Spagna, dove la partenza dei Vandali e Alani alla volta dellAfrica aveva permesso allImpero di recuperare le province da essi occupate in Spagna, province che rimanevano comunque minacciate dagli Svevi stanziatisi nella Hispania nord-occidentale. Quando così nel 438 d.C. salì sul trono svevo il re Rechila, questi poterono così occupare Merida (capoluogo della Lusitania) e successivamente Siviglia e le province della Betica e della Cartaginense (441 d.C.). Lunica provincia ispanica ancora rimasta sotto il controllo di Roma era la Tarraconense, che tuttavia era infestata dai separatisti Bagaudi. Gli unici tentativi di Ezio di recuperare la Spagna fu linviò, con piccoli contingenti, nella penisola dei comandanti Asturio (442 d.C.), Merobaude (443 d.C.) e Vito (446 d.C.). Se i primi due tentarono di recuperare perlomeno la Tarraconense ai Bagaudi, Vito, più ambizioso, condusse lesercito romano-visigoto contro gli Svevi, ma fu da essi annientato. Questo fallimento era attribuibile almeno in parte al fatto che Ezio non poteva concentrare tutte le sue forze nella lotta contro gli Svevi vista la minaccia unna. Nel frattempo Ezio concesse ai Burgundi superstiti di insediarsi allinterno del limes tra Saona e Rodano, nella regione chiamata Sapuia, fondando un nuovo regno burgundo alleato che potesse controllare la crescente minaccia degli Unni. Nel 442 d.C., decise di riportare lordine in Armorica, infestata dai ribelli, permettendo agli Alani di re Goar di insediarsi nella regione. Nel 440 d.C. insediò alcuni Alani guidati da Sambida nei pressi di Valence, nella valle del Rodano. Questi stanziamenti di barbari foederati, che avevano lincarico di tenere a bada i ribelli e difendere le frontiere da altri barbari, generarono le proteste dei proprietari terrieri gallici, molti dei quali furono espropriati dei loro possedimenti da questi gruppi di foederati. Secondo Halsall, «a questo punto, sembra che la politica imperiale in Gallia prevedesse un ritiro della frontiera dalla ... Loira alle... Alpi, con gruppi di federati insediati lungo quella frontiera affinché aiutassero a difenderla», mentre i resti dellesercito romano in Gallia avrebbero tentato di restaurare leffettiva autorità romana in Gallia Ulteriore (settentrionale). Nel 451 d.C., gli Unni di Attila invasero la Gallia: essi vennero però vinti da Ezio grazie ad una coalizione di genti germaniche federate nella battaglia dei Campi Catalaunici. La morte di Ezio nel 454 d.C. portò alla successiva fine nellarco di un venticinquennio ed a un nuovo sacco di Roma nel 455 d.C.. Vi furono invero due tentativi di ripresa dellImpero, con due spedizioni contro i Vandali: 1. Nel tardo 458 d.C. lImperatore Maggioriano portò il suo esercito, rafforzato da un contingente di barbari, in Gallia, scacciando i Visigoti di Teodorico II da Arelate, costringendoli a ritornare nella condizione di foederati e di riconsegnare la diocesi di Spagna, che Teodorico aveva conquistato tre anni prima a nome di Avito; limperatore mise il proprio ex-commilitone Egidio a capo della provincia, nominandolo magister militum per Gallias e inviò dei messi in Hispania ad annunciare la propria vittoria sui Visigoti e laccordo raggiunto con Teodorico. Con laiuto dei suoi nuovi foederati, Maggioriano penetrò poi nella valle del Rodano, conquistandola sia con la forza che con la diplomazia, sconfiggendo i Burgundi e riprendendo Lione dopo un assedio, condannando la città a pagare una forte indennità di guerra, mentre i Bagaudi furono convinti a schierarsi con limpero. Maggioriano decise quindi di attaccare lAfrica vandalica, allestendo una potente flotta custodita nei porti della Spagna. In attesa dellattacco ai Vandali, Maggioriano stava conquistando la Spagna: mentre Nepoziano e Sunierico sconfiggevano i Suebi a Lucus Augusti e conquistavano Scallabis in Lusitania, limperatore aveva raggiunto la Cartaginense, quando la sua flotta, attraccata a Portus Illicitanus (vicino Elche), fu distrutta per mano di traditori al soldo dei Vandali. Maggioriano, privato di quella flotta che gli era necessaria per linvasione, annullò lattacco ai Vandali e si mise sulla via del ritorno: quando ricevette gli ambasciatori di Genserico, accettò di stipulare la pace, che probabilmente prevedeva il riconoscimento romano delloccupazione de facto della Mauretania da parte vandala. Al suo ritorno in Italia, venne assassinato per ordine di Ricimero nellagosto 461 d.C.. La morte di Maggioriano significò la definitiva perdita a favore dei Vandali dellAfrica, Sicilia, Sardegna, Corsica e Baleari. Nel 467 d.C. limperatore dOriente Leone I tentò di risollevare le sorti dellimpero dOccidente con una grande azione congiunta in funzione anti-vandala. Ricimero fu costretto però ad accettare un augusto imposto da Bisanzio: Antemio. La spedizione congiunta dei due imperi tuttavia fu un disastro: nel 468 d.C.una grande flotta congiunta allestita dai due imperi venne annientata dai Vandali, che consolidarono il loro dominio su Sicilia, Sardegna e Baleari, mentre lImpero dOriente, avendo svuotato le casse del tesoro per lallestimento della disastrosa spedizione, non poté più aiutare la metà occidentale. Secondo le congetture di alcuni studiosi, la sconfitta del 468 d.C.fu fatale per lImpero dOccidente: se infatti avesse recuperato lAfrica, oltre ad eliminare la minaccia dei Vandali, avrebbe recuperato unimportante fonte di entrate, grazie alle quale avrebbe potuto avere la possibilità di riprendere gradualmente prima la Spagna e successivamente la Gallia; ora, invece, che la spedizione era fallita, allImpero dOccidente rimaneva solo lItalia e poco più, regioni che fornivano troppe poche entrate per poter allestire un grosso esercito in grado di recuperare i territori perduti o quanto meno in grado di tenere a bada i barbari. Della disfatta del 468 ne approfittarono i Visigoti del nuovo re Eurico, asceso al trono nel 466 d.C.. Nel 469 d.C., desideroso di formare un regno completamente indipendente da Roma, il nuovo re espanse i domini dei Visigoti in Gallia fino alla Loira, mentre due anni dopo riportò una netta vittoria sullesercito imperiale nei pressi del Rodano. In questo scontro perse la vita anche uno dei figli di Antemio, Antemiolo. Negli anni successivi conquistarono anche lAlvernia, oltre ad espugnare Arles e Marsiglia (entrambe nel 476 d.C.). Il nuovo re ottenne significativi successi anche in Hispania, dove occupò Terragona e la costa mediterranea della penisola iberica (473 d.C.), che già nel 476 d.C.apparteneva interamente ai Visigoti, se si esclude una piccola enclave sveva. Privo ormai della Gallia e ristrettosi praticamente allItalia, era ormai prossimo alla fine, che avvenne nel 476 d.C.. Il 476 d.C. sancì infatti la fine formale dellImpero romano dOccidente. In quellanno, Flavio Oreste rifiutò di pagare i mercenari germanici al suo servizio. I mercenari insoddisfatti, inclusi gli Eruli, si rivoltarono. La rivolta era capeggiata dal barbaro Odoacre. Odoacre e i suoi uomini catturarono e uccisero Oreste, tanto da passare alla storia come colui che mise fine alla commedia dellImpero romano dOccidente, deponendo ed esiliando il giovanissimo Romolo Augustolo. Inoltre, rompendo la consuetudine degli imperatori fantoccio asserragliati a Ravenna, spedì le insegne imperiali a Costantinopoli: un atto formale e di relativamente poco conto nella sostanza, che la storiografia moderna ha scelto come confine tra Evo antico e Medioevo (476 d.C.). Tutta lItalia era in mano a Odoacre, il quale non solo mandò le insegne Imperiali all imperatore dOriente Zenone, ma ricevette in cambio il titolo di patrizio, oltre allautorizzazione a governare come funzionario pubblico lItalia. Odoacre ricoprì lincarico finché non venne battuto e ucciso da Teodorico, capo degli Ostrogoti, nel 493 d.C.. Da questo momento la nuova Europa era costituita da una serie di monarchie romano-barbariche, che presentavano un duplice carattere legato sia alla tradizione germanica dei conquistatori (leggi non scritte, importanza della pastorizia, credo religioso ariano e usanze guerriere) sia alla tradizione latina delle genti romanizzate, con i vescovi speso provenienti da antiche famiglie aristocratiche romane. NellOriente romano il conflitto continuava, invece, tra lImpero bizantino e le continue migrazioni di popolazioni venute dallest europeo (dai Sarmati, agli Unni, alle genti slave, ecc.) oltre a quelle germaniche da tempo insediate nella parte occidentale romana.
Posted on: Mon, 11 Nov 2013 21:45:51 +0000

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