Genova, sfregiata con l’acido “Non so nemmeno chi - TopicsExpress



          

Genova, sfregiata con l’acido “Non so nemmeno chi fosse” ANSA L’ingresso dell’ospedale Galliera di Genova in cui è avvenuta l’aggressione TIMELINE Sfregiati con l’acido, Lucia e le altre vittime L’agguato nell’ospedale dove lei lavora. L’ipotesi: pista passionale ALESSANDRA PIERACCI GENOVA Nascosto dietro una pianta, alle 5,30 del mattino, in agguato lungo il percorso all’interno dell’ospedale che lei doveva percorrere per recarsi al lavoro. Si è fatto superare, poi l’ha raggiunta alle spalle, l’ha sorpassata e si è voltato di scatto, brandendo uno spruzzino e sparandole contro una raffica di acido. Lei ha alzato istintivamente un braccio, per proteggersi il volto, ma il liquido l’ha investita, colpendo un occhio. Mimma, una donna minuta di 46 anni, ha gridato per il dolore e la paura, mentre l’aggressore fuggiva di corsa. Il liquido, probabilmente un detergente corrosivo, le ha provocato una lesione corneale, oltre alle ustioni sul braccio e sul volto. La prognosi è di 30 giorni. Mimma ha alle spalle una separazione difficile. Se n’era andata di casa, dall’appartamento del Biscione: si chiama così un enorme edificio popolare costruito sulle alture genovesi. Era andata a vivere con il nuovo compagno, che lavora anche lui all’ospedale. Il marito, un manovale attualmente senza lavoro, non si dava per vinto, raccontano le colleghe di lei, andava ad aspettarla, se lo trovava di fronte all’uscita. Però lei ieri mattina non ha riconosciuto l’ex marito nell’aggressore. «Non so chi fosse - ha detto la donna, impiegata presso la Coopservice che si occupa delle pulizie all’interno della struttura sanitaria -. Aveva un cappellino e gli occhiali scuri, addosso un giubbotto di quelli catarifrangenti». Un indumento che ha permesso all’aggressore di mimetizzarsi tra il personale e non destare sospetti. «Non sono stato io, non avrei mai fatto una cosa del genere. E poi non posso: sono stato operato a una gamba, non cammino ancora bene» ha dichiarato l’uomo, G.T., 49 anni. «Non può essere stato mio padre. Le cose ultimamente andavano meglio, me l’aveva detto la mamma» dice il figlio maggiore. Sembra che negli ultimi tempi lei fosse addirittura passata a casa, dove abitano le altre due figlie, per pulire, lavare e dare una sistemata. «Probabilmente con tutti gli psicopatici che girano nell’ospedale sarà stato un pazzo, forse non doveva nemmeno essere lei la vittima» dice l’attuale compagno, anche lui separato e padre di un bimbo piccolo. Ma per gli inquirenti, il pm Arena e i carabinieri, questa è un’aggressione frutto di gelosia e rabbia, messa in atto direttamente o tramite qualcun altro. Non c’è ancora nessun indagato. Il marito è stato interrogato a lungo, saranno sentiti i colleghi di lavoro della donna, poi via via tutte le persone coinvolte. «Non penserete mica che sia stata la mia ex moglie?» sbotta con i giornalisti il compagno di Mimma. Intanto il magistrato ha disposto una perizia sia sulle condizioni della vittima, sia sulla reale capacità di movimento dell’ex marito e ai laboratori della Dogana, attrezzati per le sostanze chimiche, sarà consegnata la maglietta della donna, per individuare il tipo di corrosivo. Poi verranno esaminate le registrazioni delle telecamere e i tabulati telefonici.
Posted on: Tue, 13 Aug 2013 17:35:08 +0000

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