Gli avvocati, la giustizia e la resa. Due settimane fa, nel - TopicsExpress



          

Gli avvocati, la giustizia e la resa. Due settimane fa, nel sito di un giovane penalista che esprimeva sconforto e rabbia, avevo commentato in questi termini quel grido dallarme, senza fare riferimento allelegante fuori onda della ministra Cancellieri (così gli avvocati me li tolgo dalle scatole). Mi provoca disagio, mortificazione e pena lo sfogo di questo giovane avvocato che non le manda a dire, così come gli interventi, anche quelli espressi con frasario fescennino, dei suoi amici, verosimilmente coetanei. Paragono le loro considerazioni accorate e consapevoli alla vacuità di tante assemblee nostre, dellOrdine forense, spesso risoltesi, in presenza di trenta-quaranta avvocati (quando andava bene), in modeste fiere delle vanità. In vista di piccole scalate, di modesti patriottismi associativi, di ancor più meschine rese dei conti. E questo non è avvenuto solo a Bari; tutta lavvocatura italiana è stata contagiata da un illusorio e retorico tiriamo a campare, da una sorta di folle cupio dissolvi nellirrilevanza e nella marginalità, nel degrado delle cariche e delle funzioni, ormai rappresentative del puro nulla. Consiglio Nazionale Forense e Cassa di Previdenza Avvocati, per tanti anni presiedute dalle stesse persone, senza uno scontro di vertice che facesse sospettare vivacità benefica e spoil system tonificante. Nel frattempo, ministri guardasigilli laureati in ingegneria manomettevano tariffe professionali e apportavano microriforme ai codici di rito, senza mai una previa consultazione con i rappresentanti dellavvocatura, sempre pronti, questi signori, a guasto portato a compimento, a dichiarare scioperi che hanno costituito un insulto al ministero difensivo, al diritto del lavoro ed alla lingua italiana. Non ho mai disertato, se non per disgrazie familiari o incombenze dudienza fuori Bari, una, dico una, assemblea, in quarantaquattro anni; sempre in prima fila, nella prima sedia di sinistra della fila di destra (da dove è difficile svignarsela, senza essere visti). E quando (sempre più spesso, negli ultimi anni, e solo per il triste privilegio delletà) mi sono sentito dire, da alcuni avvocati tutti in età per essere comodamente miei figli, che erano venuti in assemblea solo per ascoltarmi, ho risposto loro che la cosa non mi esaltava, che mi sentivo già nella campana di vetro, che non avevo alcuna voglia di offrire, come il nostro grande intercessore laico, il mio collo alla daga dei killers inviati da Ottaviano e da Marco Antonio. E, soprattutto, che lavvocatura è altro: impegno, grinta, dignità. Questi ragazzi hanno avuto labilità di sintetizzare lo spleen che tutti ci attanaglia e la sensazione di irreparabilità che ci accomuna. Ma non possiamo arrenderci. Gli avvocati veri non si arrendono mai..
Posted on: Sat, 02 Nov 2013 21:26:02 +0000

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