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Guerra del Vietnam Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Se riscontri problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui. Guerra del Vietnam parte della guerra Fredda In alto a sinistra alcuni soldati nordvietnamiti si preparano allattacco, a destra alcuni soldati americani si preparano a salire su alcuni elicotteri Bell UH-1 Iroquois; In basso a sinistra alcune vittime del tragico massacro di My Lai, a destra unoperazione di rastrellamento in un villaggio. In alto a sinistra alcuni soldati nordvietnamiti si preparano allattacco, a destra alcuni soldati americani si preparano a salire su alcuni elicotteri Bell UH-1 Iroquois; In basso a sinistra alcune vittime del tragico massacro di My Lai, a destra unoperazione di rastrellamento in un villaggio. Data 1960 – 30 aprile 1975 Luogo Indocina Esito Vittoria nordvietnamita e della coalizione comunista Modifiche territoriali Riunificazione del Vietnam da parte del Vietnam del Nord Schieramenti Flag of South Vietnam.svg Vietnam del Sud Stati Uniti Stati Uniti Australia Australia Nuova Zelanda Nuova Zelanda Thailandia Thailandia Corea del Sud Corea del Sud Filippine Filippine Flag of Vietnam.svg Vietnam del Nord FNL Flag.svg Viet Cong Comandanti Vietnam del Sud Ngô Đình Diệm Vietnam del Sud Nguyen Van Thieu Vietnam del Sud Nguyen Cao Ky Vietnam del Sud Cao Van Vien Stati Uniti Lyndon B. Johnson Stati Uniti Richard Nixon Stati Uniti William Westmoreland Stati Uniti Creighton Abrams Vietnam del Nord Ho Chi Minh Vietnam del Nord Lê Duẩn Vietnam del Nord Vo Nguyen Giap Vietnam del Nord Van Tien Dung Vietnam del Nord Nguyễn Chí Thanh FNL Flag.svg Trần Văn Trà Effettivi circa 1 200 000 (nel 1968) circa 520 000 (nel 1968) Perdite Vietnam del Sud: 266 000 morti[1], 1 170 000 feriti Stati Uniti: 58.272 morti, 303.644 feriti, 1.719 dispersi[2][3] Corea del Sud: 5 099 morti, 11 232 feriti[4] Australia: 520 morti, 2.949 feriti[5] Nuova Zelanda: 55 morti, 212 feriti[4] Thailandia: 351 morti e 1 358 feriti[4] Vietnam del Nord e Viet Cong: 1 100 000 morti[6] Voci di guerre presenti su Wikipedia [mostra] V · D · M Guerra del Vietnam La guerra del Vietnam (in inglese Vietnam War, in vietnamita Chiến tranh Việt Nam) fu il conflitto combattuto tra il 1960 (data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista) e il 30 aprile 1975 (caduta di Saigon[7]), prevalentemente nel territorio del Vietnam del Sud, tra le forze insurrezionali filo-comuniste, sorte in opposizione al governo autoritario filo-americano costituito nel Vietnam del Sud, e le forze governative di questo stato, creato nel 1954 dopo la Conferenza di Ginevra, successiva alla cosiddetta guerra dIndocina contro loccupazione coloniale francese (1945-1954). Il conflitto, iniziato in realtà fin dalla metà degli anni cinquanta con il primo manifestarsi di unattività terroristica e di guerriglia in opposizione al governo sudvietnamita, vide il massiccio coinvolgimento diretto degli Stati Uniti dAmerica che incrementarono progressivamente le loro forze militari in aiuto al governo del Vietnam del Sud, fino a impegnare un enorme complesso di forze terrestri, aeree e navali dal 1965 al 1972, con un massimo di quasi 550 000 soldati nel 1969[8]. La potenza nord-americana non riuscì, nonostante questo spiegamento di forze, a conseguire la vittoria politico-militare, ma subì al contrario pesanti perdite, finendo per abbandonare al suo destino nel 1973 il governo di Saigon. In appoggio alle forze americane parteciparono al conflitto anche contingenti inviati dalla Corea del Sud, dalla Thailandia, dallAustralia, dalla Nuova Zelanda e dalle Filippine. Sullaltro versante intervenne direttamente in aiuto delle forze filo-comuniste dellFLN (definite Viet Cong dalle autorità statunitensi e sudvietnamite) lesercito regolare del Vietnam del Nord che infiltrò, a partire dal 1964, truppe sempre più numerose nel territorio del Vietnam del Sud, impegnandosi in duri combattimenti contro le forze statunitensi nel corso di offensive culminate nella campagna finale del 1975. Inoltre, la Cina e lUnione Sovietica appoggiarono il Vietnam del Nord e le forze Viet Cong con continue e massicce forniture di armi e con il loro appoggio politico-diplomatico. La guerra del Vietnam non interessò soltanto il territorio del Vietnam del Sud, ma coinvolse progressivamente il Laos (ufficialmente neutrale, ma in realtà oggetto di operazioni belliche segrete statunitensi e di infiltrazioni continue di truppe nord-vietnamite) e la Cambogia, interessata massicciamente da attacchi aerei e terrestri americani (1969-1970) e infine invasa dalle forze nordvietnamite in appoggio alla guerriglia comunista dei Khmer rossi. Anche lo stesso Vietnam del Nord venne ripetutamente colpito da pesanti e continui bombardamenti aerei statunitensi (dal 1964 al 1968 e ancora nel 1972) sferrati per indebolire le capacità militari nordvietnamite e per frantumare la volontà politica del governo di Hanoi di continuare la lotta insurrezionale al sud. La guerra ebbe termine il 30 aprile 1975 con la caduta di Saigon, il crollo del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi. Gli Stati Uniti subirono la prima vera sconfitta politico-militare della loro storia e dovettero accettare il totale fallimento dei loro obiettivi politici e diplomatici. Nella storiografia vietnamita questo conflitto è conosciuto come guerra americana (in vietnamita Chiến Tranh Chống Mỹ Cứu Nước, letteralmente guerra contro gli americani per salvare la nazione), o anche come Kháng Chiến Chống Mỹ (guerra di resistenza contro gli americani). Indice [nascondi] 1 Origini della guerra 1.1 La guerra dIndocina e la Conferenza di Ginevra 1.2 Inizio dellinsurrezione nel Vietnam del Sud 2 Forze belligeranti e legittimità dellintervento degli Stati Uniti 3 Lintervento degli Stati Uniti fino al 1965 3.1 Il Vietnam del Sud e il presidente Kennedy 3.2 Il Golfo del Tonchino ed il presidente Johnson 3.3 I bombardamenti sul Vietnam del Nord 4 Escalation 4.1 Ricerca e distruzione (search and destroy) 4.1.1 Arrivo dei primi reparti da combattimento 4.1.2 I piani di guerra americani 4.1.3 Continuo rafforzamento delle truppe americane in Vietnam 4.1.4 Le grandi offensive americane 4.2 Loffensiva del Têt 4.2.1 Assedio a Khe Sanh 4.2.2 La sorpresa del Têt 5 Opposizione alla guerra 5.1 Proteste universitarie e chiamate di leva 5.2 Unopinione pubblica divisa 5.3 Elezione di Richard Nixon 6 Vietnamizzazione 6.1 Dottrina Nixon 6.2 La guerra si estende 6.3 Ritiro delle forze americane e offensiva di Pasqua 6.4 Leffimera tregua 7 La fine della guerra 7.1 Campagna di Ho Chi Minh 8 Vittime 9 Costo della guerra 10 Risarcimenti 11 Cause della sconfitta e conseguenze della guerra 12 Filmografia 13 Note 14 Bibliografia 15 Altri testi di approfondimento 16 Voci correlate 17 Altri progetti Origini della guerra[modifica | modifica sorgente] La guerra dIndocina e la Conferenza di Ginevra[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Guerra dIndocina e Battaglia di Dien Bien Phu. Il tentativo della Francia di riprendere possesso dei vecchi territori coloniali, perduti durante la seconda guerra mondiale a seguito delloccupazione giapponese dellIndocina, aveva provocato la dura resistenza del movimento nazionalista Vietminh, strettamente legato alle potenze comuniste cinese e sovietica e guidato da un capo notevole come Ho Chi Minh[9]. Ho Chi Minh. La lunga guerra dIndocina (1945 - 1954) combattuta ostinatamente dalla Francia con un notevole impegno militare e con il crescente supporto logistico e finanziario concesso l8 maggio 1950 da Harry Truman[10][11], presidente degli Stati Uniti dAmerica (secondo la teoria politica dellestablishment statunitense di contenimento della infezione comunista ovunque nel mondo, secondo la dottrina Truman, anche quando mascherata da movimento indipendentista e nazionalista[12]), ebbe termine in modo catastrofico per i francesi: la dura sconfitta campale di Dien Bien Phu (7 maggio 1954) sancì il fallimento dei piani della Francia e degli Stati Uniti e fece guadagnare enorme prestigio a Ho Chi Minh e al movimento Vietminh[13]. Lintervento delle grandi potenze (Stati Uniti, Cina, Unione Sovietica e Gran Bretagna) condusse alla Conferenza di pace di Ginevra[14] che si concluse nel luglio 1954 in modo insoddisfacente per il movimento Vietminh (anche a causa della tendenza al compromesso da parte di Cina e Unione Sovietica): la penisola indocinese venne, infatti, divisa nei quattro stati indipendenti di Laos, Cambogia, Vietnam del Nord e Vietnam del Sud[15], questi ultimi separati lungo il 17º parallelo; nel Vietnam del Nord si costituì una repubblica popolare di tipo comunista guidata da Ho Chi Minh e dal movimento Vietminh (con capitale Hanoi), strettamente legata alla Cina e allUnione Sovietica, mentre nel Vietnam del Sud si instaurò il governo autoritario del presidente cattolico Ngô Đình Diệm (con capitale Saigon), appoggiato economicamente e militarmente dagli Stati Uniti. Gli accordi di Ginevra, nel giugno del 1954, specificavano la provvisorietà di questa soluzione, in attesa di libere elezioni volte ad unificare la nazione, da tenersi nel giugno del 1956: ma queste elezioni non si sarebbero mai svolte, perché Diệm nel mese di ottobre del 1956, indisse un referendum popolare per stabilire se lo Stato dovesse essere una monarchia con Bao Dai come imperatore o una repubblica con Diệm stesso come presidente e vinse con uno spolio falsificato, che gli dava il 99% di consensi[16]. Il governo del Vietnam del Sud del presidente Diệm, appoggiato dagli Stati Uniti dellamministrazione Eisenhower[17] inviò Edward Lansdale su incarico di Allen Welsh Dulles, come capo della missione militare e poi come direttore della CIA, per gli affari interni del Vietnam del Sud[18]. Diệm, con laiuto del suo consigliere americano Lansdale[19], si rafforzò, nei primi anni dopo la sua costituzione, grazie al successo propagandistico ottenuto con lafflusso di quasi un milione di vietnamiti, principalmente della minoranza cattolica emigrati a sud dopo aver abbandonato il nord comunista (cosiddetta operazione Passage to Freedom[20], orchestrata dagli statunitensi[21]), a unenergica politica di repressione delle forze vietminh rimaste al sud e a una efficace lotta contro le società segrete che cercavano di minare lautorità governativa[22]. Profondamente ostile a Ho Chi Minh e al governo comunista nordvietnamita, Diệm (non privo di qualità e personalmente incorruttibile[23]), sostenuto dagli statunitensi che incrementavano gli aiuti economico-militari e rafforzavano il loro contingente di consiglieri militari, rifiutò di far tenere le elezioni generali previste per il 1956 che avrebbero potuto favorire linfluenza comunista sul governo del Sud[24]. Il governo comunista di Ho Chi Minh inizialmente mantenne un atteggiamento prudente (sollecitato in questo senso anche da Cina e Unione Sovietica) in attesa delle previste elezioni generali da cui ci si attendeva risultati favorevoli, nonostante il rovinoso fallimento della sua riforma agricola di stampo collettivistico che gli aveva alienato molte delle simpatie guadagnate con la lotta indipendentistica[25]. Inizio dellinsurrezione nel Vietnam del Sud[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Cronologia della guerra del Vietnam. Di fronte allostilità di Diệm e allaggressività delle forze militari sudvietnamite contro i nuclei vietminh ancora presenti a sud, la dirigenza di Hanoi (sotto limpulso principalmente di Lê Duẩn) decise, allinizio del 1957, di riprendere la lotta rivoluzionaria contro il governo di Saigon, organizzando alcune decine di gruppi armati principalmente nelle aree impenetrabili del delta del Mekong[26]. Nel corso del 1957 i guerriglieri filo-comunisti (il Khang Chien, la resistenza, nella terminologia delle forze insurrezionali[27]) uccisero oltre 400 funzionari governativi e iniziarono a minare lautorità del governo di Diệm in molte aree contadine. Monumento vietnamita eretto in ricordo della vittoriosa battaglia di Dien Bien Phu Negli anni successivi la situazione nel Vietnam del Sud peggiorò continuamente, in primo luogo per i gravi errori politici ed economici del governo di Diệm: le autorità imposero tasse ai contadini e organizzarono il rovinoso esperimento dei cosiddetti villaggi strategici (agrovilles o Khu Tru mat) che, ideato e voluto dagli statunitensi per isolare la guerriglia dalle popolazioni, provocò in realtà enormi proteste nelle campagne e sconvolse il tradizionale ambiente sociale delle risaie del Vietnam del Sud[28]. La diffusa corruzione nelle campagne e tra le autorità amministrative minò il prestigio del governo e favorì la propaganda e il proselitismo delle forze guerrigliere tra le popolazioni contadine, spesso vittime degli abusi dei funzionari governativi[29]. Diệm, inoltre, accentuò ancor più gli elementi autoritari del suo governo (dominato da personaggi appartenenti al suo ampio nucleo di familiari, tra cui il fratello Ngô Đình Nhu e la cognata Madame Ngô Đình Nhu) schiacciando le opposizioni e limitando la libertà di stampa e di critica, alienandosi in questo modo una buona parte degli elementi nazionalisti inizialmente a lui favorevoli. Sorsero, quindi, i primi gruppi di opposizione interna e furono ordite le prime trame complottistiche tra i militari e funzionari allo scopo di destituire Diệm[30]. Parallelamente allindebolimento del governo di Diệm, nonostante i crescenti sostegni politici, economici e militari delle autorità statunitensi, il movimento guerrigliero conobbe una costante crescita numerica e organizzativa. Nel maggio 1959 i politici di Hanoi crearono lUnità 559 incaricata di ingrandire e potenziare limpervia strada bordeggiante il Laos e la Cambogia, su cui far transitare uomini, rifornimenti e mezzi per rafforzare le forze insurrezionali (il cosiddetto sentiero di Ho Chi Minh)[31]. Sempre nel 1959 giunsero le prime precise direttive dal governo di Hanoi per lorganizzazione di una lotta armata limitata al Vietnam del Sud allo scopo di indebolire politicamente il regime di Diệm. Gli attacchi e gli attentati terroristici si moltiplicarono: i funzionari uccisi passarono dai 1.200 del 1958 ai 4 000 del 1960[32]. Infine nel dicembre 1960 venne annunciata la costituzione di un Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) raggruppante non solo le forze di resistenza comunista ma anche altri elementi in opposizione al regime di Diệm: capo formale del FLN era Nguyễn Hữu Thọ, personaggio indipendente di scarso potere politico, mentre un ruolo pubblico di rilievo veniva esercitato dalla signora Nguyễn Thị Bình (futuro ministro degli esteri del Governo Rivoluzionario Provvisorio - GRP - costituito formalmente dalle forze insurrezionali nel giugno 1969 con presidente Huỳnh Tấn Phát); in realtà il FLN era dominato dalle forze comuniste che seguivano le direttive di Hanoi ed erano guidate da abili comandanti come Nguyễn Chí Thanh, Trần Văn Trà e Trần Độ, la cui identità rimase celata fino a dopo la guerra. Gli elementi fondamentali del Fronte furono sempre il Partito Popolare Rivoluzionario (comunista) e lEsercito di Liberazione (dominato sempre da dirigenti comunisti)[33]. Da quel momento il FLN (definito spregiativamente Viet Cong - vietnamita rosso - dal governo di Diệm e dagli statunitensi) avrebbe ulteriormente incrementato lintensità della lotta passando alla guerriglia e anche alla guerra aperta contro le forze militari corrotte e poco efficienti del regime sudvietnamita. Forze belligeranti e legittimità dellintervento degli Stati Uniti[modifica | modifica sorgente] Anche se la guerra del Vietnam fu dipinta dalla propaganda statunitense come lo sforzo di una coalizione di stati democratici in lotta contro la sovversione comunista, la gran parte delle nazioni coinvolte a fianco del Vietnam del Sud mandò pro forma solo contingenti simbolici, per onorare gli obblighi con gli Stati Uniti previsti dai patti di mutua difesa della SEATO. Il più significativo di essi fu senza dubbio il contingente della Corea del Sud, che arrivò a contare ben 48 000 soldati, combattivi e particolarmente temuti[34]; a seguire, subito dopo, lAustralia (7 000 combattenti al 1967[35]), la Thailandia (una divisione nel 1968), le Filippine (2 000 uomini al 1966), Taiwan (altri 2 000 uomini) e la Nuova Zelanda (552). Il presidente del Vietnam del Sud Ngô Đình Diệm, nel 1963 sarebbe stato assassinato durante un colpo di stato di militari, supportato dagli americani Lamministrazione governativa americana cercava di ritrarre le ostilità come una guerra di difesa democratica, inquadrata nellambito della guerra fredda, contro le forze dellesercito nordvietnamita e le loro creature rivoltose, mentre i dirigenti nordvietnamiti propagandavano il conflitto come uno scontro patriottico di insorti sudvietnamiti del Fronte Nazionale di Liberazione, considerata una guerra dindipendenza, contro gli alleati fantoccio dellamministrazione statunitense. Queste contrapposte dichiarazioni propagandistiche vennero sfruttate nei primi colloqui di pace, nei quali il dibattito ruotò per oltre tre mesi (fino al 16 gennaio 1969) attorno alla forma del tavolo delle trattative[36], nel quale ognuna delle parti cercava di rappresentare sé stessa come entità distinta pienamente legittima opposta a una singola potenza contornata da governi fantoccio. Carta del Vietnam del Sud con la suddivisione nelle varie province Anche se oggi viene universalmente descritta come la Guerra del Vietnam, allepoca venne variamente indicata, soprattutto negli Stati Uniti, con termini eufemistici o diretti a minimizzare la portata degli eventi; non essendo un conflitto formalmente dichiarato tra potenze sovrane, quella guerra poté essere descritta come unazione di livello minore o di differente natura, continuando la tendenza seguita dalla fine del secondo conflitto mondiale di proiettare il termine guerra in un nuovo contesto, come per la guerra di Corea che venne definita come una azione di polizia sotto la supervisione delle Nazioni Unite[37]. Inoltre, nella terminologia statunitense dellepoca, si continuò a parlare per anni di aggressione delle forze comuniste del Vietnam del Nord, sulla base di direttive concrete dei due giganti Cina e Unione Sovietica, al libero e democratico stato del Vietnam del Sud (aggressione considerata naturalmente solo come il primo passo dellespansione comunista, in tutto il Sud-est asiatico e forse nel Pacifico[38]); in tal modo lintervento militare statunitense poté essere definito dalla propaganda come un nobile impegno per aiutare il governo sudvietnamita a far fronte a questa crescente aggressione. In realtà la Costituzione degli Stati Uniti dAmerica specifica dettagliatamente a chi spetti il potere di dichiarare guerra: Il Congresso avrà facoltà di: [...] dichiarare la guerra, di concedere permessi di preda e rappresaglia, e di stabilire norme relative alle prede in terra e in mare[39]. Durante la guerra del Vietnam il presidente Johnson si affidò come giustificazione per lintensificazione del conflitto e linvio di forze combattenti sul campo di battaglia al suo ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate, in base alla Risoluzione del Golfo del Tonchino, votata a larghissima maggioranza dal Congresso statunitense, che autorizzava il Presidente a prendere le disposizioni ritenute, a sua discrezione, necessarie per proteggere gli interessi statunitensi[40]. Tale questione avrebbe dovuto ragionevolmente essere risolta dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, ma nessun caso venne mai portato allattenzione della corte; inoltre tutte le risoluzioni parlamentari presentate per limitare i poteri del presidente vennero sistematicamente respinte almeno fino al 1969; la risoluzione venne revocata solo nel maggio 1970[41]. Lintervento degli Stati Uniti fino al 1965[modifica | modifica sorgente] Caduti Viet Cong L8 luglio 1959 il maggiore Dale Richard Buis e il sergente Chester Melvin Ovnand, facenti parte dei circa 700 consiglieri militari presenti in Vietnam del Sud durante la presidenza Eisenhower, vennero uccisi durante un attacco di guerriglieri Viet Cong alla base aerea di Bien Hoa; sarebbero stati i primi caduti americani della guerra in Vietnam[42]. Il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra fu graduale, con personale militare che arrivò in Vietnam già nel 1950 per aiutare i francesi[43], e subì un primo rilevante incremento con lavvento della presidenza di John Fitzgerald Kennedy. Dopo numerose discussioni e pareri ampiamente contrastanti, e nonostante i timori circa il pericolo di una guerra estesa in Asia con il possibile coinvolgimento della Cina, il presidente Kennedy prima organizzò, come consigliatogli da Eisenhower, una seconda Conferenza di Ginevra con la quale venne sancita nel luglio 1962, tra le grandi potenze, la neutralità del Laos[44] (che divenne in seguito oggetto di interventi segreti delle forze americane e di infiltrazioni continue nordvietnamite) e poi decise di potenziare la missione militare in Vietnam del Sud, con un notevole incremento di consiglieri militari e con lafflusso di reparti di forze speciali per organizzare la lotta controinsurrezionale secondo le nuove dottrine belliche sviluppate dal Pentagono[45]. Già nel biennio 1962 - 1963 erano iniziati i voli di elicotteri e aerei statunitensi impegnati ad irrorare con defogliante, il cosiddetto Agente Orange (in seguito rivelatosi cancerogeno e teratogeno) le giungle del Vietnam del Sud al fine di stanare i guerriglieri filocomunisti (Operazione Ranch Hand). Il Vietnam del Sud e il presidente Kennedy[modifica | modifica sorgente] « Abbiamo un problema: rendere credibile la nostra potenza. Il Vietnam è il posto giusto per dimostrarlo » (John F. Kennedy al direttore del New York Times, James Reston, nel giugno 1961[46]) Guerrigliero Viet Cong armato con il classico fucile dassalto AK-47 e di una pettorina Chicom Alla metà del 1962 il numero dei consiglieri militari americani era già salito a 12 000 uomini[47], spesso impegnati in modo diretto nelle operazioni antiguerriglia, con 31 caduti[48], mentre già nel febbraio 1962 venne costituito un grande comando combinato in Vietnam, il MACV (Military Assistance Command, Vietnam) comandato inizialmente dal generale Paul Harkins e poi, nel giugno 1964, dal generale William Westmoreland[49]. La politica del presidente Kennedy, già delineata nella campagna per la presidenza del 1960, riteneva indispensabile, di fronte allindebolimento della posizione statunitense a livello mondiale e dopo lo smacco di Cuba, una dimostrazione di potenza politico-militare nel Sud-est asiatico, ritenuto un banco di prova della determinazione americana a sostenere la lotta contro la sovversione comunista[50]. Contemporaneamente allincremento del numero dei consiglieri, si moltiplicarono durante la presidenza Kennedy le operazioni sotto copertura, non divulgate ufficialmente per mascherare il coinvolgimento statunitense, finalizzato a minare la compattezza del Vietnam del Nord e a bloccare il suo sostegno alla lotta insurrezionale al sud[51] Il presidente Kennedy diede inizio fin dal 1961 al potenziamento dellintervento americano in Vietnam Gli sforzi del presidente Kennedy furono diretti a rafforzare economicamente, politicamente e militarmente il regime del Sud, auspicandone la trasformazione in un fiorente stato democratico in grado di fronteggiare la sfida del movimento guerrigliero Viet Cong. Laiuto al Sud venne spesso concesso a patto che il governo locale attuasse determinate riforme politiche. Ben presto, i consiglieri del governo statunitense giocarono un ruolo determinante, influenzando a ogni livello il governo sudvietnamita. In realtà il governo di Diệm, durante gli anni della presidenza Kennedy, scivolò pericolosamente sempre più verso lautoritarismo e la corruzione; la struttura amministrativa si indebolì, le campagne, sempre più ostili (anche a causa dellinviso programma di villaggi strategici[52]), furono profondamente infiltrate dal movimento insurrezionale, la lotta contro i Viet Cong fu costellata da umilianti fallimenti nonostante laiuto americano (come la clamorosa sconfitta di Ap Bac del gennaio 1963[53]); allinterno lo spiccato nepotismo di Diệm e il suo favoritismo nei confronti della minoranza cattolica scatenarono violente proteste culminate in clamorose manifestazioni autodistruttive da parte dei monaci buddisti (sacrificio di Thích Quảng Đức) che scatenarono a loro volta la violenta reazione governativa[54]. Questo costante deterioramento della situazione politica e militare nel Vietnam del Sud e il dispotismo di Diệm provocarono grandi discussioni tra i dirigenti americani dellamministrazione Kennedy; si parlò della necessità di riformare il governo sudvietnamita sacrificando alloccorrenza anche lo stesso Diệm, ritenuto inetto e ostinato. I funzionari americani dellambasciata, guidati dallambizioso ed energico ambasciatore statunitense Henry Cabot Lodge, Jr., e alcuni inviati speciali presero i primi accordi con alcuni capi militari sudvietnamiti per un eventuale colpo di stato[55]. Soldati del Vietnam del Sud Alcuni ambiziosi generali sudvietnamiti, apparentemente sollecitati dal personale dellambasciata americana e aiutati da un personaggio controverso come lex-agente segreto Lucien Conein, organizzarono quindi un violento colpo di stato, rovesciando e uccidendo Diệm e il fratello Nhu il 1º novembre 1963[56]. Ancora oggi non è del tutto chiaro il ruolo di Kennedy e dei massimi dirigenti dellamministrazione americana in questa confusa macchinazione per rovesciare Diệm[57]. Ben lontana dallunire e rafforzare la nazione sotto la nuova leadership, la morte di Diệm rese il Sud ancor più instabile. I nuovi governanti militari (prima il generale Duong Van Minh, poi il generale Nguyen Khanh nel 1964 e infine la coppia Nguyễn Cao Kỳ - Nguyễn Văn Thiệu nel 1967) erano poco esperti di questioni politiche ed erano ancora più corrotti e inefficienti. La lotta contro i Viet Cong diede risultati sempre più disastrosi e lautorità centrale perse ulteriore prestigio e potere, con grande irritazione e sconcerto dei dirigenti americani e dei sempre più numerosi consiglieri politici e militari inviati sul posto per salvare una situazione seriamente compromessa[58]. Tre settimane dopo la morte di Diệm, Kennedy stesso venne assassinato e il vicepresidente Lyndon B. Johnson venne improvvisamente spinto ad assumere un nuovo ruolo nella guerra. Il neo-presidente Johnson, grande estimatore (almeno esteriormente) di Diệm e favorevole allimpegno statunitense in Indocina, confermò fin dal 24 novembre 1963 che gli Stati Uniti intendevano continuare ad appoggiare il Vietnam del Sud, militarmente ed economicamente[59], nonostante non fosse privo di dubbi e incertezze sullesito finale dellimpresa[60]. Il Golfo del Tonchino ed il presidente Johnson[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Incidente del Golfo del Tonchino. « Diavolo, quegli stupidi marinai stavano sparando ai pesci volanti! » (Lyndon Johnson in riferimento alle confuse circostanze dellincidente del Golfo del Tonchino[61]) Johnson non aveva fatto parte della cerchia ristretta dei collaboratori di Kennedy e quindi era stato spesso escluso dalle decisioni fondamentali riguardo al Vietnam; inoltre non era stato coinvolto nel colpo di stato contro Diệm (in una visita ufficiale in quel paese, in precedenza aveva definito retoricamente il presidente sudvietnamita il Churchill del sud est asiatico[62]). Johnson assunse pienamente la responsabilità della guerra, pur organizzando continue riunioni e missioni speciali dei suoi collaboratori sul posto, alla ricerca di nuove soluzioni e di risultati positivi, principalmente per il timore di apparire debole con i comunisti e quindi rischiare di essere attaccato dai politici di destra che avrebbero potuto mettere in pericolo il suo grandioso piano di riforme sociali (il progetto della Great Society); inoltre contava di riuscire a circoscrivere limpegno statunitense e di poter controllare lattivismo e linterventismo dei militari[63]. Al contrario, diede inizio a una catena di eventi che lo avrebbero lentamente coinvolto sempre più nel pantano indocinese[64]. Il presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson Johnson alzò ulteriormente il livello del coinvolgimento statunitense già il 27 luglio 1964, quando altri 5 000 consiglieri militari vennero inviati nel Vietnam del Sud, il che portò il numero totale di forze statunitensi in Vietnam a 21 000. Inoltre sorse a questo punto il problema della necessità di un documento legislativo che autorizzasse il presidente a sviluppare e potenziare a discrezione la politica di intervento militare, sollecitata continuamente dai suoi consiglieri più influenti (il segretario della Difesa Robert McNamara, lambasciatore Maxwell Taylor, il generale Westmoreland, McGeorge Bundy e Walt Rostow)[65]. Eventi confusi verificatisi nel golfo del Tonchino nellestate 1964 diedero il pretesto per ottenere il mandato del Congresso degli Stati Uniti necessario al presidente. Nel quadro del cosiddetto programma DeSoto, che prevedeva operazioni segrete e incursioni terrestri e navali da parte di reparti sudvietnamiti e statunitensi nel territorio del Vietnam del Nord, il 31 luglio 1964 alcune unità navali statunitensi (il cacciatorpediniere USS Maddox e la portaerei USS Ticonderoga) furono coinvolte in un primo scontro con torpediniere nordvietnamite. Ben coscienti del rischio di queste missioni di dubbia legalità internazionale, i dirigenti statunitensi autorizzarono una seconda missione in acque nordvietnamite da parte del Maddox, ora affiancato anche dal USS C. Turner Joy. Torpediniere nordvietnamite riprese dal cacciatorpediniere USS Maddox durante lincidente del 2 agosto 1964 Il 4 agosto ebbe quindi inizio il nuovo pattugliamento, finalizzato a intercettare con dispositivi elettronici le comunicazioni nordvietnamite. Apparentemente il cacciatorpediniere C. Turner Joy ritenne, sulla base di confusi segnali radar percepiti durante una notte di maltempo, di essere di nuovo sotto attacco nordvietnamita, e quindi diede il via ad un caotico scontro a fuoco delle navi statunitensi contro bersagli forse inesistenti[66]. Nonostante le incertezze e la confusione dei rapporti, Johnson e i suoi collaboratori sfruttarono questo presunto secondo attacco per presentare finalmente al Congresso il documento (già pronto da tempo[67]) che avrebbe dato allamministrazione il via libera per prendere le misure ritenute necessarie per difendere e salvaguardare il personale statunitense, e soprattutto per condurre vittoriosamente la guerra in Vietnam. Il Senato statunitense approvò quindi la «Risoluzione del Golfo del Tonchino» il 7 agosto 1964, con la quale conferì pieni poteri al presidente Johnson per aumentare il coinvolgimento statunitense nella guerra, «come il Presidente riterrà opportuno» al fine di «respingere gli attacchi contro le forze degli Stati Uniti e per prevenire ulteriori aggressioni»[68]. In un messaggio televisivo alla nazione, Johnson sostenne che «la sfida che stiamo affrontando oggi, nel sud-est asiatico, è la stessa che affrontammo con coraggio in Grecia e in Turchia, a Berlino e in Corea, in Libano e a Cuba», una lettura semplicistica delle questioni politiche del conflitto vietnamita[69]. I bombardamenti sul Vietnam del Nord[modifica | modifica sorgente] Combattenti Viet Cong in una pausa dei combattimenti nella boscaglia vietnamita Durante la seconda metà del 1964 e gli inizi del 1965 la situazione sul campo nel Vietnam del Sud continuò a peggiorare per le forze governative[70]: i reparti Viet Cong, saliti a oltre 170 000 combattenti[71] e supportati per la prima volta dallinfiltrazione di forze regolari nordvietnamite dellagguerrito Esercito Popolare Vietnamita[72] (in tutto il 1964 oltre 10 000 soldati nordvietnamiti passarono al sud, e quasi 20 000 nel 1965[73]), sferrarono una serie di attacchi che misero in grave difficoltà lesercito sudvietnamita; a dicembre 1964, nel villaggio di Binh Gia, i reparti sudvietnamiti caddero in una sanguinosa imboscata Viet Cong subendo pesanti perdite[74]. A Washington Johnson, sempre più inquieto ed indeciso, moltiplicò le riunioni con i suoi consiglieri per decidere le misure da prendere per salvare una situazione apparentemente compromessa[75]. Cacciabombardieri statunitensi impegnati in una missione di bombardamento sul Vietnam del Nord durante loperazione Rolling Thunder I membri del National Security Council, tra cui McNamara, il segretario di Stato Dean Rusk e Maxwell Taylor, concordarono quindi il 28 novembre 1964 di suggerire al presidente Johnson una campagna di bombardamenti progressivi sul Vietnam del Nord e anche sul Laos come strumento di pressione sul governo nordvietnamita[76]; per il momento furono invece rinviate decisioni sullintervento diretto delle forze terrestri statunitensi (proposto dal consigliere Walter Rostow[77]). Una serie di attacchi Viet Cong contro le basi e il personale statunitense in Vietnam avrebbe fatto precipitare la situazione nei primi mesi del 1965, portando a decisioni cruciali dellamministrazione Johnson: prima lattacco del 24 dicembre 1964 allHotel Brinks di Saigon (dove erano alloggiati ufficiali americani) e soprattutto lattacco Viet Cong contro installazioni statunitensi alla base aerea di Pleiku (6 febbraio 1965), fornirono loccasione alla dirigenza politica statunitense per iniziare i bombardamenti aerei sistematici sul Vietnam del Nord; in risposta a questi attacchi il presidente Johnson ordinò quindi linizio immediato degli attacchi aerei di rappresaglia (operazione Flaming Dart)[78]. Dopo questa prima fase, il 2 marzo 1965 iniziò il piano di attacchi aerei sistematici sulle strutture logistiche e militari del Vietnam del Nord, con aerei decollati dalle basi aeree americane in via di organizzazione in Thailandia e dalle portaerei posizionate al largo delle coste nordvietnamite (la cosiddetta Yankee Station)[79]. I bombardamenti (operazione Rolling Thunder), inizialmente previsti per la durata di otto settimane, sarebbero continuati, sempre più violenti ed estesi su nuovi bersagli, quasi ininterrottamente fino alla metà del 1968: fu la campagna di bombardamento aereo più pesante dai tempi della seconda guerra mondiale (300 000 missioni), vennero sganciate più bombe sul Vietnam del Nord che sulla Germania (860 000 tonnellate), ma i risultati furono nel complesso deludenti. Il morale della popolazione e la volontà politica della dirigenza nemica non crollò e anzi uscì rafforzata dagli attacchi: i danni strutturali furono rilevanti, ma non decisivi in una società arretrata e contadina come quella vietnamita; gli intralci alla macchina militare nordvietnamita (rifornita principalmente da Cina e URSS attraverso il porto di Haiphong) furono scarsi e linfiltrazione delle truppe regolari al sud viceversa aumentò costantemente. Le forze aeree statunitensi subirono inoltre perdite rilevanti (922 aerei perduti) di fronte alla valida difesa antiaerea nemica[80] e alle pericolose forze aeree nordvietnamite. Presso la scuola di Wellesley nel Massachussetts, nellestate del 1966, 46 consiglieri accademici elaborarono lo studio Jason, il quale diceva che 1) la campagna di bombardamenti non aveva alcun effetto direttamente misurabile sulle attività militari del nemico perché il Vietnam del Nord si basava su uneconomia essenzialmente agricola, il riso rappresentava un bersaglio inadeguato per le incursioni aeree; 2) il volume dei rifornimenti inviati dal Vietnam del Nord al Sud, usando le biciclette, era troppo piccolo per essere fermato con un bombardamento aereo e in ogni caso il paese disponeva di una abbondante manodopera per mantenere intatta la propria rudimentale rete logistica; 3) le osservazioni del sistema di spionaggio dimostravano che linfiltrazione al Sud era aumentata dallinizio dei bombardamenti; 4) i bombardamenti avevano rafforzato lentusiasmo patriottico e rafforzato la volontà di resistere[81]. Escalation[modifica | modifica sorgente] « Ho chiesto al generale Westmoreland che cosa gli servisse per far fronte a questa crescente aggressione. Me lo ha detto. E noi soddisferemo le sue richieste. Non possiamo essere sconfitti con la forza delle armi. Rimarremo in Vietnam. » (Lyndon Johnson in un discorso televisivo alla Nazione il 28 luglio 1965[82]) « Combatteremo per 1000 anni! » (slogan propagandistico delle forze nordvietnamite e Viet Cong[83]) Ricerca e distruzione (search and destroy)[modifica | modifica sorgente] Soldati americani della 25ª divisione fanteria impegnati in una missione Search and Destroy nellestate 1966 Arrivo dei primi reparti da combattimento[modifica | modifica sorgente] Sotto il comando del contrammiraglio Donald W. Wulzen, la VIIª Forza anfibia della United States Navy iniziò le operazioni di sbarco sulla costa del Vietnam del sud alle 08.15 dell8 marzo 1965: 3 500 marines della 9ª Marine Expeditionary Brigade (MEB), guidata dal generale di brigata Frederick J. Karch, accompagnati da elicotteri, mezzi da sbarco, autocarri e jeep, presero terra sulle spiagge denominate in codice Red Beach Two e China Beach lungo il litorale limitrofo alla città portuale di Da Nang, riunendosi poi 4 miglia a nord ovest di questa; non ci fu opposizione da parte di guerriglieri e la popolazione accolse festosamente le truppe statunitensi[84]. I marines andarono ad aggiungersi ai 25 000 consiglieri militari statunitensi che erano già sul posto. La pianificazione originale prevedeva che questa unità dei Marines fosse impiegata solo per proteggere la grande base militare di Da Nang da eventuali minacce del nemico e Johnson ebbe cura di minimizzare limportanza dellarrivo delle prime truppe da combattimento sul suolo vietnamita, ma ben presto i marines sarebbero entrati direttamente in azione contro i reparti Viet Cong presenti nellarea[85]. Il 5 maggio entrarono in campo anche i primi reparti combattenti dellesercito statunitense; la 173ª brigata aviotrasportata (facente parte delle forze di intervento rapido del Pacifico) venne rischierata durgenza per via aerea da Okinawa alla base di Bien Hoa, per rafforzare le difese dellarea di Saigon pericolosamente minacciate dalle truppe Viet Cong. Lunità aviotrasportata avrebbe dovuto essere impiegata solo temporaneamente per tamponare la situazione demergenza, ma dovette subito entrare in azione e in pratica sarebbe poi rimasta in Vietnam fino al 1970[86]. Infine il 28 luglio 1965 Johnson, di fronte alla crescente disgregazione delle forze sudvietnamite e allaggressività dei Viet Cong ora rinforzati dallafflusso di reparti regolari nordvietnamiti[87], decise definitivamente di accettare le richieste di uomini e mezzi e il piano di guerra del comandante supremo in Vietnam, il responsabile del Military Assistance Command, Vietnam (Comando Assistenza Militare, Vietnam o MACV), generale William Westmoreland, che prevedeva un impegno quasi illimitato delle truppe da combattimento statunitensi direttamente nella guerra, e diede annuncio pubblicamente delle sue decisioni (anche se continuò in parte a mascherare con artifizi propagandistici la gravità del suo passo)[88]. Prese quindi avvio la vera escalation americana del conflitto in Indocina. Il giorno dopo, 29 luglio, 4 000 paracadutisti appartenenti alla 1ª brigata della 101st Airborne Division arrivarono in Vietnam, atterrando nella Baia di Cam Ranh per rinforzare ancora lordine di battaglia americano in Vietnam e proteggere la regione montuosa e impervia degli altipiani centrali[86]. I piani di guerra americani[modifica | modifica sorgente] Il piano delineato dal generale Westmoreland, sostanzialmente condiviso dal ministro della difesa Robert McNamara e approvato in linea di principio dal presidente Johnson, prevedeva un complesso programma di potenziamento graduale, scaglionato su vari anni, delle forze combattenti statunitensi; grazie al continuo afflusso di nuove truppe potentemente armate e dotate di un formidabile sostegno logistico, il generale intendeva in primo luogo costituire una solida struttura di basi e supporti per le sue truppe. Quindi sarebbero stati bloccati (nella seconda metà del 1965), grazie allintervento diretto dei reparti combattenti statunitensi, i tentativi offensivi delle forze comuniste, respingendo e schiacciando i loro tentativi di far crollare lesercito sudvietnamita e tagliare in due parti il Vietnam del Sud con una avanzata dagli altipiani centrali in direzione della costa. Ufficiali americani della 101ª divisione aviotrasportata conferiscono durante unoperazione Search and Destroy nel 1966 Ottenuto questo primo risultato, nel 1966 sarebbero iniziate le grandi operazioni offensive di Ricerca e distruzione (Search and destroy nella terminologia dellesercito statunitense) dei principali raggruppamenti nemici e delle loro roccaforti geografiche. Le forze da combattimento statunitensi sarebbero penetrate in queste regioni dominate dal nemico e, contando su una formidabile potenza di fuoco terrestre e aerea e sulla mobilità fornita dagli elicotteri, avrebbero affrontato e distrutto i reparti Viet Cong o nordvietnamiti che avrebbero opposto resistenza, infliggendo perdite debilitanti. In una terza fase, prevista per il 1967-1968, le forze statunitensi, dopo aver rastrellato le roccaforti nemiche e aver assicurato le aree più popolate, avrebbero respinto le residue truppe nemiche nelle regioni più spopolate e impervie del Vietnam del Sud e avrebbero conseguito la vittoria finale costringendo il nemico alla resa politica o alla capitolazione militare, dopo avergli inflitto, per mezzo di questa guerra di attrito, perdite sempre più gravi e insostenibili (causandone anche un crollo della determinazione politico-militare)[89]. I punti deboli di questa strategia si sarebbero rivelati anzitutto la difficoltà di agganciare e distruggere concretamente le forze nemiche, combattive, molto mobili anche in terreni impervi, resistenti alla demoralizzazione e in grado di sfuggire al nemico nonché di sferrare improvvisi attacchi di piccole unità, infliggendo in questo modo continue perdite alle forze statunitensi. Inoltre, a causa dellimpossibilità per ragioni politiche da parte delle forze militari statunitensi di penetrare direttamente in Laos e Cambogia, il Vietnam del Nord fu in grado di infiltrare, a partire dal 1964, reparti del suo esercito regolare sempre più numerosi (79 000 soldati nel 1966 e 150 000 nel 1967[90]) nel Vietnam del Sud, attraverso il cosiddetto sentiero di Ho Chi Minh che attraversava questi territori formalmente neutrali, con cui sostenere e rafforzare la lotta delle truppe guerrigliere Viet Cong. In secondo luogo, si sarebbe ben presto evidenziata limpossibilità di mantenere permanentemente occupate e sicure le roccaforti del nemico apparentemente rastrellate più volte, ma sempre infiltrate nuovamente dalle forze comuniste; con la conseguenza, per le truppe statunitensi, di dover organizzare e condurre nuove snervanti e pericolose operazioni offensive per bonificare temporaneamente sempre gli stessi territori. In terzo luogo, in una guerra di attrito le perdite statunitensi, notevoli anche se molto inferiori a quelle nemiche, avrebbero finito per provocare un crollo della volontà politico-militare proprio dellopinione pubblica e della stessa dirigenza americana, insoddisfatta dei risultati, turbata dalle perdite, moralmente scossa dalla violenza degli scontri e dallimprevedibile durata della guerra[91]. Continuo rafforzamento delle truppe americane in Vietnam[modifica | modifica sorgente] Soldati della 1ª divisione cavalleria aerea in azione durante la battaglia di Ia Drang A partire dalla metà del 1965, quindi, ebbe inizio il continuo afflusso di enormi forze statunitensi distribuite nelle quattro regioni militari in cui era suddiviso il Vietnam del Sud, e subito impiegate sul campo per mettere in esecuzione i piani del generale Westmoreland. Dopo larrivo della 3ª divisione Marines e la costituzione della III MAF (Marine Amphibious Force) nella I regione militare (che comprendeva la zona smilitarizzata sul confine del 17º parallelo), quello della 173ª brigata aviotrasportata e della 1ª brigata della 101ª divisione aviotrasportata, rispettivamente nella III (Saigon) e nella II regione militare (province centrali), nel resto del 1965 arrivarono anche la 1ª divisione cavalleria aerea, la 1ª divisione fanteria e la 3ª brigata della 25ª divisione fanteria, portando il totale delle forze americane sul terreno a 184 000 uomini[86]. Nel 1966, lescalation sarebbe continuata con larrivo della 1ª divisione Marines, delle altre due brigate della 25ª divisione fanteria, della 196ª e della 199ª brigata fanteria leggera, dell11º reggimento cavalleria corazzata e, infine, della 9ª divisione fanteria (schierata nel delta del Mekong, IV Regione militare). Inoltre, il 15 marzo 1966 vennero costituiti due grandi comandi tattici dellesercito (equivalenti a comandi di corpo darmata): la I Field Force, Vietnam, incaricata delle operazioni nella II regione militare, e la II Field Force, Vietnam, assegnata alla III e alla IV regione militare. Alla fine del 1966 erano presenti in Vietnam 385 000 soldati americani, costantemente impegnati nelle missioni di ricerca e distruzione delle forze nemiche[92]. Infine, nel 1967, terzo anno di escalation, e, secondo i progetti di Westmoreland, anno in cui sarebbe stata impressa una svolta decisiva alle operazioni, le forze statunitensi raggiunsero il numero di 472 000 uomini. Gli arrivi di nuovi reparti organici furono continui durante tutto lanno, anche se in misura minore e in ritardo rispetto ai piani del generale a causa delle continue incertezze del presidente Johnson (e in questa fase anche del ministro della difesa McNamara), preda sempre più spesso di dubbi e preoccupazioni sullesito reale della guerra. Arrivarono quindi successivamente in Vietnam: due reggimenti della nuova 5ª divisione Marines, che rafforzarono la III MAF nellinstabile I regione militare; due nuove brigate di fanteria (l11ª e la 198ª), che furono aggregate alla 196ª brigata fanteria leggera già presente sul posto, per costituire la 23ª divisione fanteria (la cosiddetta Americal Division), subito inviata in aiuto dei marines al nord inquadrata nella Task Force Oregon; infine la 4ª divisione fanteria e le altre due brigate (2ª e 3ª) della 101ª divisione aviotrasporta che vennero schierate nellarea di confine con il Laos e la Cambogia per impegnare e distruggere le sempre crescenti forze nordvietnamite che si infiltravano lungo il sentiero di Ho Chi Minh[93]
Posted on: Wed, 13 Nov 2013 22:53:26 +0000

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