I GRACCHI I fratelli Gracchi , Tiberio e Gaio , erano nobili - TopicsExpress



          

I GRACCHI I fratelli Gracchi , Tiberio e Gaio , erano nobili romani a favore dei plebei, tribuni del alla fine del II secolo a.C . Cercando di far approvare una legge sulla riforma agraria che avrebbe ridistribuito le maggiori proprietà terriere appartenute ai patrizi tra i plebei , con l’aggiunta di altre misure di riforma . Dopo aver raggiunto un certo successo iniziale entrambi vennero uccisi, dopo i loro lunghi sforzi per far ottenere una certa dignità al popolo. Primi anni I fratelli Gracchi, nacquero tra un ramo plebeo di una famiglia antica ed una nobile quella dei Sempronii (Sempronia). Il loro padre era l anziano Tiberio Gracco maggiore o Tiberio Sempronio Gracco , il quale fu tribuno della plebe, pretore , console e censore. La loro madre era una patrizia di nome Cornelia Africana; il quale padre era Scipione lAfricano . I loro genitori ebbero 12 figli, ma solo loro e una sorella di nome Sempronia ( che in seguito sposò Scipione lAfricano il Giovane ) e due figli , Tiberio e Gaio , sopravvissuto infanzia . Il loro padre morì, quando loro erano in giovane età. Cornelia fornì ai suoi figli, i migliori insegnanti greci disponibili, dando loro, oltre a capacità oratorie e scienze, ma anche quelle politiche , e di progressive vedute democratiche che tutto il potere e i diritti, dovessero appartenere al popolo. I Gracchi, vennero anche addestrati nella lotta e nei vari combattimenti, nell’equitazione, eclissando tutti i loro coetanei. . Gaio, il fratello più piccolo rispetto a Tiberio era il giovane ufficiale che si era distinto nella Terza guerra punica ,nell’ ultima campagna di Roma contro Cartagine . Egli fu il primo che scalò le mura di Cartagine , fu anche il primo, che salvò l’esercito Romano, di 20.000 uomini , con la sua abile diplomazia, con i Numantini . Mentre i ragazzi crescevano, loro svilupparono forti legami con la classe dirigente che si trovava al potere. Riforma dei Gracchi Le riforme dei Gracchi, furono un tentativo di affrontare le varie difficoltà economiche, mentre i contadini venivano spinti fuori le loro aziende agricole da ricchi proprietari terrieri , le loro vecchie terre venivano lavorate da schiavi , i contadini erano spesso costretti a recarsi a Roma, abbandonati a se stessi cercando di sopravvivere mendicando, visto che vi era scarsa possibilità di trovare un lavoro. . Un problema correlato era la carenza di soldati, a causa della difficoltà di reclutamento ed ammutinamenti nella guerra Numantina . Ciò era anche dovuto al fatto, che vi era scarsità da parte del Senato, di dare delle terre agli uomini, in cambio del servizio militare, visto che la maggior parte dei terreni erano già stati suddivisi tra i grandi proprietari terrieri e speculatori . I Gracchi si prefissarono di affrontare questo problema, bonificando le terre dai patrizi che potevano essere cedute ai soldati, terminato il loro servizio; ripristinando la terra ai contadini sfollati, e fornendo del grano sovvenzionato per i bisognosi, e nello stesso tempo, la Repubblica si doveva prendere cura dei soldati più poveri, sia nella paga, che nel loro abbigliamento. La riforma agraria di Lelio Intorno al 140 a.C. Gaio Lelio, un amico di Scipione Emiliano, e alcuni nobili presentarono un progetto di legge per limitare luso dellagro pubblico e distribuire le terre recuperate ai cittadini più poveri affinché avessero i requisiti necessari per far parte dellesercito. La proposta provocò scalpore e non ebbe seguito. Gli sforzi di Tiberio Gracco La riforma agraria di Tibero Gracco Nel 133d.C. Tiberio Gracco, che era stato investito della carica di tribuno della plebe il 10 dicembre del 134d.C., riprese i concetti della proposta di Lelio e presentò una legge agraria i cui principali contenuti erano: - Limite di occupazione: 500 iugeri (125 ettari) per capofamiglia, più 250 iugeri (62,5 ettari) per ogni figlio maschio, fino ad un massimo di 1000 iugeri (250 ettari). - A ricompensa dellesproprio i terreni che rimanevano, cessavano di far parte dellagro pubblico e divenivano di proprietà privata. - Distribuzione ai cittadini romani poveri della terra espropriata in lotti da 30 iugeri (7,5 ettari), con inalienabilità della assegnazione. - Commissione triumvirale per la espropriazione e la distribuzione dellagro pubblico (triumviri agris iudicandis adsignandis) con membri eleggibili annualmente. I primi tre triumviri furono: Tiberio, il fratello Gaio e il suocero Appio Claudio Pulcher. La proposta non era rivoluzionaria, ma molti nobili si opposero avvalendosi di alcuni rappresentanti della plebe. Opposizione e deposizione del tribuno Ottavio Il 31 gennaio 133 a.C. Ottavio, un altro dei dieci tribuni della plebe, pose il veto alla legge. Allora, nel corso della assemblea delle tribù, Tiberio affermò che quando un rappresentante del popolo tradisce gli interessi del popolo può essere deposto. Il 19 febbraio 133 a.C. in base a tale tesi Ottavio fu deposto e venne eletto un altro tribuno. La legge agraria entrò in funzione. Ma la tesi di Tiberio era in contrasto con il pensiero giuridico romano. Lopposizione senatoria divenne più forte sul piano della legalità. Leredità di Attalo III Nel 133 a.C. il re di Pergamo Attalo III aveva lasciato in eredità a Roma il proprio regno. Tiberio sostenne che era compito dei comizi tributi provvedere alla organizzazione dei nuovi territori. Con i proventi si sarebbe potuta finanziare la legge agraria. Nella tradizione romana la politica estera era sempre stata una competenza del senato. Lazione di Tiberio non fece che portare contro di lui anche quei senatori che fino ad allora lo avevano sostenuto. Tiberio cominciò ad essere visto come un aspirante alla tirannide e un perturbatore dellordine pubblico. Scipione Nasica uccide Tiberio Alla scadenza del mandato di tribuno, Tiberio si ricandidò per lanno successivo. Un fatto che aveva avuto un solo precedente duecento anni prima. Il giurista Mucio Scevola, fino ad allora favorevole a Tiberio, affermò la illegalità della rieleggibilità dei tribuni. Il timore che Tiberio attentasse alla repubblica si diffuse. Alcuni nobili, guidati dal pontefice massimo Scipione Nasica, cugino di Tiberio, decisero di ricorrere alla violenza. Il giorno delle elezioni, Tiberio si recò in Campidoglio per una riunione dei suoi seguaci. Scoppiarono dei disordini. Il senato era riunito in un tempio vicino sotto la presidenza di Mucio Scevola. Scevola rifiutò i poteri eccezionali offertigli. Scipione Nasica si mise a capo di un gruppo di senatori e si recò alla riunione di Tiberio. Tiberio portò una mano alla testa per mostrare che la sua vita era in pericolo. Il gesto venne inteso come una richiesta della corona. I tumulti si intensificarono. Scipione Nasica, protetto dalla sua carica religiosa, uccise Tiberio, forse personalmente, nei pressi del tempio di Giove Capitolino. Caddero altri trecento seguaci di Gracco. Il corpo di Tiberio fu gettato nel Tevere. Aveva 29 anni. Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione dovette lasciare Roma per sottrarsi allira della folla. Venne inviato come ambasciatore in Asia Minore. Morì a Pergamo un anno dopo (132 a.C.). Scipione Emiliano, la legge agraria e gli italici La legge continuò ad essere applicata, anche se tra mille difficoltà. Scipione Emiliano, che aveva approvato la morte violenta del cognato Tiberio, ritenuto colpevole di attentato allo stato, richiese di limitare il potere della commissione togliendole i casi controversi. Scipione sollevò anche il problema degli italici che non avrebbero beneficiato della legge agraria, limitata ai cittadini romani, e anzi ne sarebbero stati seriamente danneggiati. Nel 129 a.C. Publio Cornelio Scipione Emiliano Africano Minore morì alla vigilia del suo intervento in senato sulla questione degli italici e della legge agraria. Forse fu assassinato. Aveva 56 anni. Fulvio Flacco Nel 125 a.C. il console Fulvio Flacco propose di estendere la cittadinanza a tutti gli italici. La proposta venne respinta e il console venne inviato in Gallia a difendere Marsiglia dagli attacchi dei celti. Fregelle Dopo il rifiuto della proposta di Flacco la città di Fregelle, le cui rovine non sono lontane da Monte Cassino, si ribellò. Il pretore Lucio Opimio la rase al suolo (125 a.C.). Gaio Gracco tribuno Nel 123 a.C. Gaio Gracco, fratello di Tiberio, divenne tribuno. Gaio aveva scritto una biografia del fratello ed era stato membro della commissione triumvirale. Il movimento graccano riprendeva dopo dieci anni. Venne restituito nuovamente il potere alla commissione triumvirale. egli venne considerato ancora più pericolo, rispetto al fratello Tiberio, da parte dei patrizi. Guadagnando il sostegno dei poveri, facendo rivivere la forma agraria in aiuto di loro, e dei plebei urbani, con varie misure popolari, cercò anche il sostegno dei cavalieri (equites), che nella loro carica politica, non potevano aspirare e nello stesso tempo, non era permesso di diventare senatori Grano a prezzo politico Gaio presentò subito la legge frumentaria: - distribuzione di grano a prezzi ridotti per i ceti meno abbienti: sei assi e un terzo per ogni moggio, probabilmente la metà del prezzo di mercato; - finanziamento della legge con i proventi della nuova provincia dAsia. La plebe romana passò dalla parte di Gaio. I cavalieri giudici Con una legge giudiziaria Gaio rivide la procedura per il reato di peculato nelle province: - i giurati dovevano provenire dal ceto dei cavalieri, la seconda classe per censo, e non più dai senatori. I cavalieri, che si occupavano prevalentemente di affari, si schierarono con Gaio. I cavalieri pubblicani Gaio fece una legge per concedere a compagnie di pubblicani condizioni favorevoli per lappalto della riscossione delle tasse nella provincia dAsia. I cavalieri ringraziarono per la seconda volta. Soldati a carico dello stato Fino ad allora ai soldati veniva data una paga, ma da questa venivano sottratte le spese sostenute dallo stato per varie voci. Gaio eliminò la trattenuta per il vestiario. La truppa più povera si avvicinò alle posizioni di Gaio. Cartagine colonia di Gaio Roma era solita fondare delle colonie a presidio di zone recentemente conquistate. Gaio riprese la tradizione e la estese anche fuori dallItalia. In Italia vennero fondate Minervia, presso Scolacium (odierna Squillace), e Neptunia presso Taranto. Rubrio, un tribuno amico di Gaio, presentò una legge per la colonizzazione di Cartagine, distrutta nel 146 a.C. Grandi lotti di 200 iugeri (50 ettari) potevano soddisfare abbondantemente la richiesta di terra dei contadini. Ma anche i mercanti potevano trovare particolari facilitazioni. Romani, latini, italici Nel 125 a.C. era passata una legge che consentiva la rielezione alla carica di tribuno della plebe. Gaio si ripresentò candidato a tribuno e fu rieletto per lanno 122 a.C. Propose una legge per lassegnazione della cittadinanza romana a coloro che godevano del diritto latino, e la cittadinanza latina agli italici. La plebe romana non gradì. Votazioni per sorteggio Dai tempi di Servio Tullio i romani votavano per centurie a partire da quelle appartenenti alle classi più ricche. Raggiunta la maggioranza assoluta si smetteva di votare. La classi più povere non votavano quasi mai. Gaio propose di modificare lordine di votazione. Lopposizione a Gaio Il tribuno Marco Livio Druso propose: - di realizzare dodici colonie in Italia, ognuna con 3.000 uomini, con piena proprietà della terra ed esenzione dal canone di affitto; - parificare la condizione dei romani e dei latini sotto le armi abolendo le pene corporali per questi ultimi. Il console Gaio Fannio, portato al consolato da Gaio nel 122 a.C. ma ora schieratosi contro di lui, additò al popolo romano i pericoli che sarebbero derivati dalla estensione della cittadinanza agli italici. Lucio Opimio contro Gaio Nellaprile-giugno del 122 a.C. Gaio si recò a Iunionia Carthago per istituire la nuova colonia con 6.000 famiglie provenienti da tutta Italia. Nellestate del 122 a.C. Gaio non venne rieletto. Il 10 dicembre del 122 a.C. conservava solo il titolo di membro della commissione agraria e della commissione per Cartagine. Nel 121 a.C. non potendo agire nellambito politico legale passò ad altre iniziative. Organizzò una guardia armata personale. Il senato soppresse la colonia di Cartagine. Si ebbero scontri tra i seguaci delle due fazioni. Uno dei servi del console Opimio rimase ucciso. Con il senatus consultum ultimum, un provvedimento emesso per la prima volta, Lucio Opimio ottenne i pieni poteri. Vennero sospese le garanzie di legge. Nellaprile del 121 a.C. Gaio fu assediato sullAventino con i suoi. Dopo alcuni inutili negoziati venne sconfitto. Fuggì per il Ponte Sublicio. Raggiunse il bosco sacro della ninfa Furrina alle pendici del Gianicolo. Si fece uccidere da uno schiavo. Aveva 33 anni. Lucio Opimio ristabilì lordine arrestando circa 3.000 graccani. Nel 120 a.C. Lucio Opimio fu citato in giudizio dal tribuno P. Decio Subulone, ma venne assolto.
Posted on: Tue, 19 Nov 2013 17:51:55 +0000

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