I poeti del grano e il futuro dell’Irpinia. Paolo Saggese* Ho - TopicsExpress



          

I poeti del grano e il futuro dell’Irpinia. Paolo Saggese* Ho sempre privilegiato, per convinzione ideologico-letteraria, la poesia impegnata, engagée, che crede nella funzione etica della letteratura ma anche di qualsiasi, potremmo dire, parola scritta. Gli intellettuali, insomma, che non possono essere autoreferenziali, hanno il dovere di contribuire se non alla soluzione dei problemi, almeno al loro chiarimento: devono essere testimoni del tempo, in cui vivono. In particolare, i poeti d’Irpinia, quelli, che sono stati definiti in vario modo, meridionalisti, realisti, civili, hanno sempre posto il Sud e l’Irpinia al centro dei loro versi, sulla scia del pensiero e delle analisi di Antonio Gramsci, Guido Dorso, Manlio Rossi-Doria, Carlo Levi, Rocco Scotellaro. In questa idea della letteratura si inserisce, del resto, l’insegnamento di Francesco De Sanctis, che fu sempre intellettuale e politico, sin dal 1848, quando decise la via della libertà e dell’azione insieme a quella dell’impegno culturale. Perciò, coerentemente con questa tradizione, il Parco letterario Francesco De Sanctis ha voluto creare un collegamento tra la poesia irpina e il progetto di rivitalizzazione della produzione del grano duro “Senatore Cappelli” in Alta Irpinia, promosso dal GAL CILSI e voluto fortemente dal presidente Agostino Pelullo e dal coordinatore Mario Salzarulo, all’interno del Piano di Sviluppo Locale “Terre d’Irpinia” (PSR Campania 2007-2013 – Asse 4 Leader) finanziato con Fondi europei, e che ha portato alla costituzione del consorzio di produttori FAI (Formicoso Alta Irpinia). Questi agricoltori, che hanno introdotto sui loro terreni il grano duro “Cappelli”, particolarmente pregiato, e che nel corso del primo Novecento era il più diffuso in Italia, che sarà oggetto di una campagna di promozione nelle prossime settimane finalizzata alla sua futura commercializzazione. In particolare, alcune migliaia di confezioni di pasta saranno accompagnate da un opuscoletto, che descrive il progetto e dalle fotografie dei produttori, ritratti da Renato Celano, descritte da pochi versi di Mariangela Gualtieri, Franco Arminio, Nicola Arminio, Gaetano Calabrese, Amerigo Salvatore Caputo, Domenico Cipriano, Vincenzo D’Alessio, Alessandro Di Napoli, Alfonso Attilio Faia, Giuseppe Iuliano, Pasquale Martiniello, Alfonso Nannariello, Giuseppe Saggese, Salvatore Salvatore, Pasquale Stiso. I produttori sono Lucia Ciani, Vincenzo Ciccarella, Leonardo Codella, Filomena Del Buono, Angelo Di Salvo, Angela Imbriani, Antonio Lapenna, Maria Lardieri, Vito Luongo, Pietro Menna, Giuseppina Montemarano, Maria Grazia Montemarano, Pasquale Solazzo, e hanno potuto operare grazie al supporto tecnico della struttura del GAL CILSI, al sementificio Giuseppe Scaraia di Irsina (Mt), al molino Industria Agroalimentare De Vita (Casalnuovo Monterotaro – FG), al pastificio Grania - Le gemme del Vesuvio (Castello di Cisterna, Na) e al CRA/CER di Foggia. Le poesie degli autori irpini, dunque, accompagneranno la pasta prodotta sulle nostre colline, saranno testimoni del lavoro e del sudore di coloro che credono forse di più nella nostra terra, i produttori, che ogni giorno la percorrono, la curano, la ascoltano. Nelle prossime settimane, nei luoghi d’Irpinia e della Campania, grazie anche alla collaborazione di Pietro Parisi, lo chef che si autodefinisce “cuoco contadino”, del promotore delle filiere di pregio Giustino Catalano, di altri chef italiani, saranno proposte delle degustazioni - già fissate le date di Bisaccia, il 7 luglio, di Torella dei Lombardi, il 10 agosto, di Andretta, il 18 -, al fine di promuovere questo prodotto di pregio, che potrà rappresentare volano di sviluppo per la filiera cerealicola irpina. In un’epoca di disoccupazione giovanile, dunque, si può ritornare alla terra per promuovere sviluppo e benessere. Questo è il messaggio, che il Parco Letterario ha fatto proprio, attraverso le parole di alcuni autorevoli testimoni, quei poeti che hanno raccontato in vario modo la civiltà contadina e si sono fatti difensori degli interessi di quel “popolo nero” che ha vissuto sull’Appennino meridionale. Pensiamo a Salvatore Amerigo Caputo, che scriveva: “Sono nato in un primo d’agosto / tra i covoni del grano mietuto / e contro un’aia di terra battuta /aperta al sole. […]”, a Salvatore Salvatore (“Erano di grano / le pareti dei pasti / e di stoppie i sedili / all’ombra degli olmi. […]”), a Pasquale Stiso (“Ora invece abbiamo imparato a vivere / la terra può essere la nostra / perché è fertile per il nostro sudore / e questa è la grande verità / che ora conosciamo. / I padroni non verranno mai più / d’agosto”). I poeti irpini, insomma, sono sempre stati dalla parte dei contadini, come il loro maestro comune Rocco Scotellaro. Come quest’ultimo, hanno partecipato all’epica lotta per l’occupazione delle terre incolte, hanno lottato per una società più giusta. Era naturale, pertanto, questo connubio, era naturale che queste voci divenissero coro. Il progetto, intanto, va avanti: dopo questa prima fase promozionale, è già pianificata la commercializzazione del prodotto. Allora, aspettiamo che l’Irpinia sia pienamente la terra del verde, del pane e del grano. *Parco Letterario Francesco De Sanctis
Posted on: Sun, 23 Jun 2013 06:17:44 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015