Ieri ho conosciuto Ali. E’ fortunato, Ali, lo Stato italiano, - TopicsExpress



          

Ieri ho conosciuto Ali. E’ fortunato, Ali, lo Stato italiano, generoso, gli ha concesso il permesso di soggiorno per diritti umanitari, può cercare un lavoro e una casa. Certo, lo Stato non può farlo con tutti quelli che vengono qua, non possiamo mica mantenerli tutti. Alì è stato fortunato. Ali è togolese, ha ventisei anni, quattro figli: un maschio di sei anni, una bimba di quattro e due gemelli di due anni che non ha ancora visto. E’ in Italia da un anno. Alì non voleva venire in Italia, non sapeva neanche esistesse. Alì faceva il mandriano in Togo, la siccità l’ha spinto in Ghana, ma neanche lì stavano meglio, poi in Costa d’Avorio, poi in Nigeria, in cerca di lavoro, per poter sfamare sua moglie, i suoi figli, i suoi genitori e sua sorella rimasta vedova con quattro figli. Alì ha attraversato il deserto, a piedi: un viaggio durato dieci giorni con a tracolla una boraccia di cinque litri d’acqua e nient’altro. Tanti compagni di viaggio non ce l’hanno fatta, le loro giovani ossa sono rimaste a sbiancare sulla sabbia rabbiosa del deserto. Ripete in continuazione: “è brutto il deserto”, scuotendo la testa come a voler allontanare il ricordo. Alì non voleva venire in Italia, non sapeva neanche esistesse. Alì voleva lavorare per un po’ in Libia e poi tornare al suo villaggio, una volta passata la carestia. In Libia è stato messo in carcere, al rais non serviva più manodopera nera a basso costo, gli hanno portato via i documenti. E’ uscito dal carcere dopo tre mesi, il tempo impiegato dal suo villaggio, in Togo, per trovare il corrispettivo di trecento euro. Soldi che non sono serviti a liberarlo, ma gli han dato diritto a un macabro ‘gratta e vinci’; le opzioni erano: essere arruolato nell’esercito libico e combattere o essere imbarcato per destinazione ignota. Alì faceva il mandriano in Togo e in Costa D’avorio ha imparato a fare il gommista, ma il soldato no, proprio non ce l’ha fatta. E’ stato fatto salire, a forza, su una nave con altre trecento/quattrocento persone. Nella baia di Tripoli c’erano altre cinque navi come quella su cui stava Alì. Le navi non erano guidate da un comandante, da uno che conosceva il mare, non c’erano strumenti di bordo o carte nautiche. Qualcuno, allungando un braccio, ha indicato la direzione. A Lampedusa ne sono arrivate solo tre, delle sei partite: altre giovani ossa rimaste a sbiancare nell’acqua salata del Mediterraneo. Alì è stato fortunato, ma certo non avremmo potuto accoglierli tutti, dove li avremmo messi? Non possiamo mica mantenerli tutti! (da Andar per mondi)
Posted on: Mon, 08 Jul 2013 21:44:05 +0000

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