Il Piano regionale che ci stiamo accingendo ad approvare è un - TopicsExpress



          

Il Piano regionale che ci stiamo accingendo ad approvare è un atto di grande importanza per la Puglia. Infatti segna il passaggio dalla gestione commissariale alla pianificazione in materia di gestione e trattamento del rifiuto. L’iter è stato lungo e scandito da tre conferenze programmatiche, la prima del 2010 , la seconda del 2011, la terza l’8 Luglio 2013. La V Commissione Consiliare regionale Ambiente, di cui faccio parte, dopo avere espletato tutta la procedura legata alle audizioni ed alla presentazione di osservazioni da parte dei soggetti a più titolo interessati, ha concluso l’iter di sua competenza una settimana fa inviando l’atto all’approvazione del Consiglio Regionale. Tra i gruppi consiliari alcune questioni rimangono aperte; una su tutte la perimetrazione degli ATO , ambiti territoriali ottimali, aspetto di non poco conto che dovrà trovare nei prossimi 15 gg necessaria definizione. Il quadro normativo di riferimento del Piano regionale dei rifiuti è relativo essenzialmente alla Direttiva Comunitaria 2008/98 ed al D. L n 152 /06 . Tale quadro definisce l’ambito di azione chiarendo gli obiettivi da perseguire : •la prevenzione nella produzione del rifiuto •la preparazione del rifiuto per il suo riutilizzo •il riciclo, il recupero e lo smaltimento nella parte estremamente residuale del rifiuto stesso. Tanto nella definizione dei ruoli e delle competenze in materia di trattamento e gestione dei rifiuti che il TU dell’ambiente , al Capo II contempla nell’attribuire : •alle Regioni i compiti di predisporre, adottare, ed aggiornare i Piani regionali di gestione, di autorizzare progetti di nuovi impianti , di autorizzare all’ esercizio di operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti e a delimitate gli ambiti territoriali ottimali. •Alle Province di controllare la gestione dei rifiuti e l individuazione delle zone idonee e non idonee allo smaltimento e/o al recupero •Ai Comuni di gestire e disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con l’adozione di appositi regolamenti. Lo stesso quadro normativo definisce gli obiettivi le percentuali di raccolta differenziata, riduzione del rifiuto e del conferimento in discarica che il Piano regionale , in derogatuttavia ,rispetto i tempi fissati a dicembre 2012, fa propriproponendosi entro il 2017: •fino al 10% di riduzione della produzione dei rifiuti •fino al 65% di differenziata •fino al 18% di non riciclabile •fino al 5 % del rifiuto da smaltire in discarica. E’ opportuno sottolineare che in Puglia il processo è sino ad ora stato molto lento : dal 2000 al 2011 e pur con risultati e flussi non omogenei sull ‘ intero territorio regionale, la differenziata è passata dal 3,7% al 17,3 % , un incrementolento evidentemente e dagli esiti per nulla confortanti . Molto distante dagli obiettivi indicati dal Commissario Straordinario nel 2005 ( 58% nel 2012) sia da quelli UE ( 65% nel 2012). Tutto questo impone un’azione quantomai incisiva non fosse altro che per l’evidenza del peso economico che la lenta azione di differenziazione e recupero determina per le nostre tasche ; i costi non sono omogenei ma prendendo a riferimento per esempio il nostro territorio appare evidente che se per la differenziata il costo procapite è di 39 euri circa di media quello per l’indifferenziato schizza a circa 111 euro. Per proseguire nelle semplificazioni evidenzio quanto questo possa incidere su noi tarantini se consideriamo che l’area ATO 1 conferisce in discarica a Massafra fino a 222.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati e molto per effetto di carenze dell’unico impianto Amiu, impianto Pasquinelli che è un centro di selezione dei materiali di fatto sottoutilizzato. Di fatto sul territorio regionale sono stati diverse le criticità che hanno inciso : •pochi impianti di compostaggio per un prodotto di qualità •poca corretta informazione , comunicazione e sensibilizzazione •sottoutilizzo degli impianti pubblici esistenti •mancata integrazione verticale delle filiere di recupero •assenza di efficaci strumenti di controllo di cronoprogrammi puntuali In questo quadro la Provincia di Taranto è : •il territorio con i quantitativi di raccolta procapite tra ipiù bassi.e, peraltro, tale dato è estremamente più negativo nell’area occidentale ( dati 2011 naturalmente); •i nostri Comuni sono tra quelli che hanno reso il minor numero di dati richiesti: solo 17 Comuni su 29 hanno di fatto fornito dati sulla tipologia di gestione, sulla metodologia di raccolta; ancor meno sono quelli che hanno fornito dati sui costi della gestione, compreso il Comune di Taranto. Eppure ci sono indicatori socio- culturali utili a far immaginare che scelte più incisive sarebbero state favorite da alcune prevalenti caratteristiche dell’area tarantina: •il 14% della popolazione pugliese •una media densità abitativa •la diffusa presenza di edifici bassi ed ad un piano.
Posted on: Tue, 01 Oct 2013 12:59:37 +0000

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