Il buon senso perduto, storia di un governo in confusione - TopicsExpress



          

Il buon senso perduto, storia di un governo in confusione totale • 17 luglio 2013 Purtroppo in Italia dobbiamo fare i conti con personaggi come Calderoli, uno che non può essere rimosso se non a seguito di dimissioni volontarie. E così, a causa di un regolamento strampalato, dobbiamo tenerci alla vicepresidenza del Senato un razzista, omofobo e intollerante. Qualcuno dirà che Calderoli rappresenta comunque una parte del Paese ma omofobi e razzisti non possano occupare una delle più alte cariche dello stato. Purtroppo, mentre il Paese è distratto dalla stupidità del vicepresidente del Senato, peraltro non nuovo a incidenti del genere, il Parlamento consente di fatto gli acquisti degli F35 e, nello stesso tempo, i principali indicatori economici continuano a informarci, come se non ce ne accorgessimo nella vita di tutti i giorni, che il Paese sprofonda sempre di più in una crisi che ci fa avvicinare a passi da gigante alla Grecia. Uno studio di qualche giorno fa della Banca d’Italia, a cura di due economisti, Guido De Blasio e Carlo Menon, mi ha molto colpito. Dice che una riduzione del 10% dell’attività economica produce un incremento del 6% di saccheggi e del 10% delle estorsioni. Vuol dire che siamo di fronte a una vera e propria guerra tra poveri, la stessa che si sta scatenando tra disoccupati, lavoratori precari e lavoratori garantiti (come se non fossero tutti nella stessa barca). Aggiungo che l’impoverimento dell’economia reale è un ottimo terreno di coltura per la criminalità organizzata che, infatti, nonostante la crisi è l’unica impresa che continua ad arricchirsi. Il nostro governo e la nostra maggioranza, invece di trovare soluzioni adeguate ai problemi enormi del Paese, impiegano il proprio tempo a inventarsi nomi fantasiosi ai propri provvedimenti, cito per tutti il cosiddetto “decreto del fare”, che io ribattezzerei “del fare melina”, perché di fatto stanno solo rinviando le decisioni più importanti generando incertezze sia nei mercati che nell’economia reale. Faccio un esempio. Un’impresa che voglia programmare ed eventualmente investire, deve sapere con certezza se l’Iva aumenterà o meno perché da quello dipende buona parte delle sue scelte future. Non saperlo rende immobile qualsiasi imprenditore generando un avvitamento della crisi su se stessa. Ma non è tutto. Proprio di questi giorni è la notizia dei conti in rosso dell’Inps. Era chiaro a tutti che un aumento dell’età pensionabile in un momento di recessione avrebbe generato più cassa integrazione e più sussidi di disoccupazione. Il saldo tra il risparmio sulle pensioni e le spese aggiuntive in ammortizzatori sociali è negativo. Complimenti ai geni del governo Monti e alla maggioranza di allora (la stessa di oggi) che votò la pessima riforma Fornero. Per non dire del problema degli esodati che il governo Letta si è guardato bene dall’affrontare, pur essendo stata, evidentemente solo a chiacchiere, la priorità di tutte le forze politiche che compongono l’attuale maggioranza durante la campagna elettorale di appena cinque mesi fa. Governo inconcludente ma anche inadeguato. Basti pensare all’intera gestione della vicenda dell’espulsione della moglie del dissidente kazako Ablyazov, roba che non accade neanche in un paese del terzo mondo. La testa che dovrebbe cadere dovrebbe essere quella di Angelino Alfano, il ministro degli Interni. L’Italia ha fatto una figuraccia internazionale rispedendo in Kazakistan la moglie e la figlia di un dissidente che aveva un legittimo status di rifugiato politico. E come al solito, anche in questo caso, è finita a tarallucci e vino. Addirittura il re dell’”a mia insaputa”, l’ex ministro Scajola, afferma che Alfano non poteva non sapere. Non ci sono giustificazioni che tengano e a pagare non può essere soltanto il capo di gabinetto Procaccini. Alfano dovrebbe lasciare all’istante. Se sapeva, ha coperto un’operazione illegale della polizia. Se non sapeva, non ha il controllo di un dicastero fondamentale per la nostra sicurezza e quindi è inadeguato a ricoprire quel ruolo e ancor di più quello di vicepremier. Questa vicenda metterebbe in crisi qualsiasi governo in qualsiasi Paese. Qualcuno mi dirà che siamo buoni solo a criticare, che non offriamo soluzioni. Niente di più falso. Se fossimo al governo proporremmo immediatamente la revisione dei regolamenti di Camera e Senato, perché casi come quello di Calderoli non accadano più. Proporremmo immediatamente di rinunciare all’acquisto degli F35, come ha fatto il Canada, e investiremmo quei soldi in attività produttive. Non avremmo rinviato alle calende greche decisioni importanti per gli investimenti delle imprese, soprattutto le piccole e medie. Infine, se un ministro degli Interni avesse gestito in maniera così drammaticamente goffa la vicenda Ablyazov, in un nostro governo sarebbe stato immediatamente rimosso. E non serve essere statisti per prendere queste decisioni, basta il buon senso, quello che governo e maggioranza sembrano aver irrimediabilmente perduto. Segno evidente, per chi non vuol pensare alla malafede, di totale confusione, mentale e politica. By Antonio Ingroia
Posted on: Mon, 22 Jul 2013 09:14:08 +0000

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