“Il diario che Sara aveva iniziato a redigere negli anni della crisi parlava del suo mondo. Ciò che le accadeva durante il giorno, ma soprattutto quello che provava, i suoi sogni, le sue speranze, le sue paure, era tutto annotato lì. […] Questo inespresso talento letterario, al pari delle tante altre ottime potenzialità di cui disponeva senza giovarsene, ammantava la vita di Sara di un senso d’incompiutezza che lei per prima non era in grado di decifrare appieno, figurarsi se poteva illudersi di venirne a capo. Ogni tanto, chiuso il diario e ripostolo nel cassetto del comodino di camera, sentiva una lacrima scenderle sul viso, così, senza che vi fosse un motivo per piangere proprio in quell’istante. Altre volte si sentiva il respiro pesante, erano pochi attimi, però non aveva compiuto alcuno sforzo fisico a giustificare tale malessere. […] per Sara ogni singola goccia d’inchiostro aveva un significato, e andando a rileggere pagine di anni prima riusciva ancora ad isolare il momento esatto in cui aveva scritto quelle righe in apparenza criptiche. E la conoscenza di quella sorta di oscuro codice cifrato l’aiutava a trattenere dentro di sé tutte le pulsioni esternate soltanto sul diario e negate recisamente a qualunque altra persona.” (da “Conversione da coin–op”, 2006)
Posted on: Wed, 11 Sep 2013 18:28:45 +0000
Trending Topics
Recently Viewed Topics
© 2015