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Il fascista Pirandello A proposito della scelta editoriale del Corriere milanese di dare da leggere Pirandello ai suo lettori, va solo ricordato, a scanso di eventuali presentazioni dell’autore siciliano come politicamente neutrale o addirittura democratico da parte della testata padana, abituale com’è il costume italico di cambiare imbrogliando le carte in tavola, che tanti anni fa il drammaturgo siciliano firmò un manifesto di intellettuali a favore del fascismo. Naturalmente nelle storie letterarie nemmeno un accenno, mentre per DAnnunzio è tutto un manifesto pubblico. In realtà il nostro fu fascista. E grosso modo è rimasto fascista questo paese, dove il potere fa blocco unico, nonostante l’apparenza democratica. I diversi partiti, pur contrastandosi, su certi punti, quando è il momento, convergono (si pensi al lontano compromesso storico di marca berlingueriana o a certi clan letterari di quell’epoca, di atteggiamenti sostanzialmente per quanto mascheratamente fascisti), cosicché si ripristina il partito unico di eredità mussoliniana. Naturalmente la convergenza avviene intorno a interessi comuni, per cui si parla giustamente di casta politica o anche di “sacra famiglia”. Basti dire che in Italia vi è l’ordine dei cronisti e così non vi è un solo cronista libero, perché chi di quella categoria non obbedisce a certi dictat viene automaticamente messo alla porta. E così la verità dei giornali è quella dei loro padroni, che perciò diventano dei capi politici apertamente o nascostamente.
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 16:33:44 +0000

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