Il mito di didone: quando le convenzioni suppurano - TopicsExpress



          

Il mito di didone: quando le convenzioni suppurano lamore... da:midnightbreathe Questa è la leggenda di una donna coraggiosa e fiera ma al contempo fragile e disarmata dalla sua stessa follia. Lamore in fondo è passione e cosè la passione se non gaudente e inclemente follia? Didone è una virago, una donna dal temperamento forte e risoluto di fronte alle avversità. Scappa lontano dal fratello Pigmaglione che ha ucciso il suo amato Sicheo e si rifugia nella torrida Africa del nord dove, fatta richiesta a un re locale- Iarba- fonda, su una striscia di terra limitante la costa, Cartagine. E venerata alla stregua di una divinità perchè ad una di esse si eleva. Si sara sentita piccola e insignificante davanti alle sfide e le responsabilita che lattendevano eppure non si è mai tirata indietro. Lei non ha bisogno di incutere timore per avere rispetto, non ha bisogno di pretenderlo... la sua virtu morale le fa da nomea e suscita ammirazione. Per le donne fenice seconde nozze sono precluse e Didone- morta, arida, vuota nel suo profondo senza il suo Sicheo- non ha problemi nel seguire questo costume. Chissa la sofferenza di vedersi sole contro il mondo senza nessuno a proteggerla se non se stessa... Nella clessidra la sabbia scorre ed ogni granello scandisce un cambiamento e il tempo propizio per ogni cosa... Ed ecco arrivare Enea eroe senza macchia e con un coraggio immenso... anche lui è un esule di quella vita che puo sollevarti in alto verso il cielo e gettarti nei cupi abissi della sofferenza. Enea affascina Didone perchè come lei è un essere alla deriva, nonostante lapparente forza. Sono entrambi fragili,feriti, e combattono non per loro stessi ma per gli altri. Lattrazione pero è ricambiata e ben presto con laiuto di Venere e Giunone i due si ritrovano avvinti in una fremente passione a lungo arginata. Fuoco ed estasi esplodono in un turbine violento di emozioni che li trascinano alla deriva dei sensi. Non esiste un quando, non esiste un ora e la carnalita riscopre i suoi sapori, i suoi colori, i suoi profumi... il ghiaccio si scioglie e sbriglia il cuore che ricomincia a sussultare battito dopo battito. Didone si smarrisce in quel corpo che stringe a sè e si sente viva, di nuovo intera... Presto fa i conti con la sua coscienza... è dilaniata dal senso di colpa per cio che sta facendo e che ha sempre reputato immorale e indecente... guardando Enea pero non puo far altro che soccombere ai suoi sentimenti... vuole essere felice. Non se lo merita anche lei? pensa che è arrivato il momento di spiccare il volo... ha dato tanto ricevendo in cambio ben poco e per una volta vuole pensare a se stessa. La gente che la guardava con ammirazione ora la disprezza... è una meretrice, una depravata corrotta dai suoi bassi istinti, una cagna senza valore e per di piu è una donna. A lei non importa... quello che vede è solo Lui che ha lenito come un balsamo il suo dolore ed è a lui che si aggrappa con famelica urgenza e bisogno damore.. Il tempo scivola fra le dita ed è ancora in movimento... Mercurio appare un giorno a ricordare alleroe il suo dovere verso gli Dei e gli uomini. Non puo essere felice, è il dovere che attende i grandi e qualunque disegno estraneo al volere divino deve essere accartocciato. Non cè futuro per gli amanti, non cè spazio per loro. Non ce la fa, Enea a dirle la verità... non sa come dirle la verita... Decide che sarebbe salpato in silenzio senza rivelarle nulla e che il distacco avrebbe lenito la sua pena e forse le avrebbe fatto comprendere le motivazioni. Didone lo scopre mentre egli prepara la sua nave. E inorridita, non riesce a credere che lui possa tradirla in questo modo... no, lei non puo essere abbandonata unaltra volta. Non è pronta, non ancora... Urla, piange, supplica, minaccia. Non capisce che la lascia in balia dellodio della sua stessa gente e lei ha sacrificato tutto per lui? Enea va, non importa cosa puo provare Didone, il futuro riserva grandi cose per lui a cui non puo sottrarsi. E la regina capisce che il suo amore non è servito a niente, è stato un vento spirato da illusioni e delirio, un baule vuoto come vuota era stata lei un tempo. Si aggira per le strade scarmigliata, cerva ferita da una freccia, le labbra pallide e tirate in una smorfia di angoscia e follia. Gli occhi spiritati ruotano e sfrecciano in ogni direzione. Vede occhi ovunque che la spiano, la giudicano, la disprezzano mettendo a nudo i suoi pensieri. Rivede tutto cio che ha fatto e quanto ha combattuto e sente di essere troppo piccola per sopportare un fardello così pesante. Ripensa a Sicheo che ha tanto amato e si sente sporca. Ha una sola soluzione per riscattare la sua colpa: si dirige verso la pira accesa a indicare una partenza. Decisa estrae la spada di Enea dal fodero e guarda la cinica lama con fredda lucidità. Ora è serena perchè sa cosa fare e il ferro fende e trancia sicuro la carne mentre scivola nel vuoto per poi giacere nella sua tomba di fuoco..
Posted on: Mon, 13 Oct 2014 05:15:05 +0000

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