Il nuovo “made in Italy” L’Italia è tra i primi cinque del - TopicsExpress



          

Il nuovo “made in Italy” L’Italia è tra i primi cinque del G-20 che ha un surplus strutturale con l’estero nei prodotti non alimentari.Vanno contro corrente. Remano veloci nonostante il peso di una burocrazia ingombrante e di un sistema politico imballato. Sono le imprese vincenti, quelle che disegnano il profilo di un’Italia che ce la fa. Vecchie glorie (dalla moda al food, dalle ceramiche agli occhiali) e nuovi protagonisti che aggiungono performance in settori come le macchine per imballaggio, le barche, le tecnologie per il caldo e il freddo, gli strumenti per la navigazione aerea e spaziale. Tutti assieme disegnano le geografie del nuovo made in Italy che emergono dal rapporto I.T.A.L.I.A. (Industria, Turismo, Agroalimentare, Localismo, Innovazione, Arte) curato da Symbola, Fondazione Edison e Unioncamere. L’analisi parte dall’inserimento dell’Italia nella ristretta pattuglia dei cinque Paesi del G-20 (assieme a Cina, Germania, Giappone e Corea) che hanno un surplus strutturale con l’estero nei prodotti non alimentari. Vuol dire – spiega il rapporto – che se pensiamo al mercato globale come a un’olimpiade in cui vince chi ha la differenza maggiore tra export e import, l’Italia conquista una medaglia quasi mille volte salendo sul podio dei primi tre classificati. Un rapporto che, senza nascondere le difficoltà del nostro mercato interno, misura la competitività del sistema produttivo italiano non con parametri antichi e obsoleti, come la quota di mercato detenuta sull’export mondiale, ma con un nuovo indicatore capace di cogliere e leggere in modo assai più fedele e puntuale quanto si muove nella nostra economia. Se adottiamo come metro della competitività la bilancia commerciale dei singoli prodotti, emergono in tutta evidenza la creatività e la duttilità del made in Italy, la capacità del nostro sistema produttivo di reagire di fronte al mutare degli scenari internazioni e di fronte alla crisi. Insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea, infatti, l’Italia è uno dei soli 5 Paesi del G-20 ad avere un surplus strutturale con l’estero nei prodotti manufatti non alimentari. In altri termini, escludendo l’energia e le materie prime agricole e minerarie, l’Italia è uno dei paesi più competitivi a livello mondiale. Vantiamo quasi 1000 prodotti in cui siamo tra i primi tre posti al mondo per saldo commerciale attivo con l’estero. Vuol dire che se pensiamo al mercato globale come a un’olimpiade, ai prodotti come discipline sportive in cui vince chi ha un export di gran lunga superiore all’import, l’Italia arriva a medaglia quasi mille volte. Fanno meglio di noi solo Cina, Germania e Stati Uniti. Il risultato di questo ricco medagliere è, come anticipato, un saldo positivo di 183 miliardi di dollari al 2011. Una tendenza che si conferma anche nel 2012, quando siamo stati il secondo paese europeo, dopo la Germania, per attivo manifatturiero con i Paesi extra-UE
Posted on: Wed, 10 Jul 2013 17:16:11 +0000

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