Il piano Solo [modifica] Il 15 giugno 1964 il comandante - TopicsExpress



          

Il piano Solo [modifica] Il 15 giugno 1964 il comandante dellarma dei carabinieri, il generale Giovanni De Lorenzo, aveva impartito agli ufficiali presenti una serie di direttive che sarebbero state conosciute come piano solo (il nome deriva dal fatto che avrebbero dovuto intervenire solo i carabinieri). Il 19 giugno, durante una riunione a Milano erano stati messi a punto i dettagli di un eventuale intervento. Su questa riunione esiste una testimonianza resa dal generale Remo Aurigo: secondo Aurigo, gli ordini erano di occupare le prefetture e, se fosse stato necessario, sequestrare il prefetto pistola alla testa. Allobiezione di Aurigo che si sarebbe trattato di un colpo di stato, fu precisato che le prefetture non erano tra gli obiettivi da occupare. La testimonianza del generale Aurigo fu poi smentita, su questo particolare, dagli altri partecipanti alla riunione. Resta il fatto che la riunione si tenne il 19 giugno, prima che il governo si dimettesse. Il piano solo era stato messo a punto allinizio del 1964 e prevedeva larresto di un certo numero di persone (sulla loro identità fu posto il segreto di stato, durante le indagini della commissione parlamentare). Era diretto a prevenire un colpo di Stato o ad attuarlo? La commissione parlamentare dinchiesta formata nel 1969 si sarebbe divisa nelle conclusioni: i parlamentari di maggioranza avrebbero attribuito al piano un carattere difensivo mentre lopposizione un episodio di assoluta gravità, di piena illegittimità, di pericolosità rilevante per le istituzioni. Se fosse stato però un tentativo di colpo di stato non sarebbe mai andato in porto perché senza lappoggio dellesercito; inoltre era prevedibile una forte resistenza popolare che non sarebbe stato di certo impedita con larresto di un migliaio di dirigenti della sinistra: la società italiana era fortemente articolata e, come avevano mostrato anche i fatti di Genova nel 1960, in grado di muoversi a difesa della libertà. Lelaborazione del piano solo è comprensibile soprattutto come uno strumento di pressione. Una commissione dinchiesta presieduta dal generale Luigi Lombardi, nominata nel gennaio 1968, sarebbe giunta alla conclusione che lo scopo era quello di creare un particolare stato psicologico atto a favorire la soluzione della crisi (per Lombardi, De Lorenzo era troppo intelligente per poter fare un piano che avesse idea di attuare in modo così cretino e idiota). La successione degli eventi confermò lipotesi che esso servì come strumento di pressione. Il piano solo innegabilmente potrebbe rientrare in sorta di storia parallela, rimasta oscura anche perché nessuna ipotesi è veramente attendibile sullo scopo del piano e chi voleva colpire.[1] Solo o non solo? [modifica] Sebbene piani preventivamente messi a punto per fronteggiare evenienze delle più varie nature, e quindi anche contro i rivolgimenti politici o le insurrezioni, fossero normalmente predisposti dai governi dei paesi occidentali durante la guerra fredda, il contesto storico in cui tentò il suo svolgimento il Piano Solo presenta peculiarità legate a vicende politiche strettamente italiane. Infatti dal 1962 si era aperta in Italia la fase del tutto nuova del Centro-sinistra, con promesse di riforme strutturali che solo in parte furono mantenute, ma che comunque andarono a minacciare un assetto burocratico-militare che mutuava uomini e metodi dal periodo fascista. In Italia si avevano numerosi piani emergenziali (o piani di contingenza), solo qualche anno prima riordinati da unaccurata circolare del capo della Polizia, Angelo Vicari. Uno degli aspetti nei quali però il Piano Solo differiva dagli altri era la riserva operativa esclusiva a favore dellArma, mentre gli altri sono tuttora piani squisitamente interforze, coordinati a livello di prefettura, e ciò per la ragione di voler sfruttare insieme le diverse competenze specialistiche, ed anche per non consegnare i poteri di emergenza ad una sola istituzione. Il Piano Solo, del resto, fu chiamato così perché solo i carabinieri lo avrebbero attuato, ma effettivamente il nome deriva dallintestazione del documento redatto dal colonnello Luigi Bittoni per le aree vitali della giurisdizione sotto la seconda divisione. Il piano (si è ricostruito ex post, ma non ancora con piena nitidezza), avrebbe avuto origine e integrazione insieme ad altri progetti militari segreti volti a distribuire sul territorio forze in grado di operare in reazione ad eventuali svolte sovversive o eversive, o a manovre di invasione (al tempo effettivamente da non potersi escludere - e peraltro rese meno improbabili dallincontro fra Palmiro Togliatti e Tito, allinizio del 1964, dal quale emerse una quasi sorprendente concordia), attraverso una rete clandestina già impiantata da organizzazioni e strutture del tipo stay-behind, coordinate dalla NATO attraverso gli uomini della SHAPE infiltrati nei comandi FTASE. Così si sono avuti accostamenti della vicenda del Piano Solo con la tuttora oscura struttura di stay-behind detta Operazione Gladio, quantunque i due progetti potessero sì marciare nella medesima direzione, ma su vie operative e con forze del tutto diverse. La vicenda [modifica] Voce da controllare Questa voce o sezione sullargomento politica è ritenuta da controllare. Motivo: Questo intervento va integrato, sembra ripetere per una seconda volta gli stessi contenuti Partecipa alla discussione e/o correggi la voce. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Nel 1964, dopo che la tradizionale parata militare del 2 giugno era stata eseguita da un numero di militari straordinariamente più elevato del solito, in occasione delle successive celebrazioni per il 150º anniversario della fondazione dellArma, rimandata al 14 giugno rispetto al normale 5 giugno per impegni precedenti del presidente della repubblica Antonio Segni, De Lorenzo fece sfilare la nuova XI Brigata meccanizzata, con la sua dotazione di armi e mezzi pesanti; dopo la sfilata, però, adducendo motivazioni di ordine logistico, il Comando Generale comunicò che le truppe affluite nella Capitale per le celebrazioni vi si sarebbero trattenute sino alla fine del mese successivo. A Roma arrivarono anche la Compagnia Carabinieri Paracadutisti, e alcuni gruppi di sottufficiali addestrati nei mesi precedenti nellutilizzo di apparecchiature elettroniche di trasmissione, si trasferirono a Milano e Roma in gran segreto e massima riservatezza per essere preparati in caso di attuazione del Piano così da poter occupare subito le sedi della RAI. Il piano prevedeva comunque di occupare anche questure, sedi di partiti e sindacati. Fiutando un possibile pericolo, anche grazie a qualche sospetto eccesso di zelo dei carabinieri delle rispettive scorte, alcuni importanti esponenti di partiti della sinistra e dei sindacati preferirono rendersi irreperibili per qualche giorno ed evitarono di rincasare e di seguire le proprie personali abitudini; cripticamente, a volte usando allusioni colte che non sarebbero - speravano - state comprese dai loro angeli custodi, riuscirono a mettersi vicendevolmente sullallerta e lopposizione parlamentare e sindacale fu per qualche tempo introvabile. Il 25 giugno, rimasto pretestuosamente senza maggioranza nella votazione sul capitolo 88 del bilancio della pubblica istruzione, il primo governo Moro fu costretto alle dimissioni avvenute il 26 giugno. Il dibattito politico verteva principalmente sulla nuova fase politica di centrosinistra inaugurata nel 1962 dal governo Fanfani col sostegno esterno dei socialisti e poi proseguita con linclusione dei socialisti nei governi Moro. Se negli Stati Uniti la presidenza Kennedy aveva in qualche modo mitigato la netta chiusura americana nei confronti di tali nuove esperienze di governo, le strutture militari, diplomatiche e di intelligence non avevano però retrocesso di un solo passo e trovarono il modo di ricordare a Kennedy limportanza del suo elettorato interno e ai servizi segreti italiani (e a De Lorenzo che li aveva sottoscritti) i ferrei patti stabiliti solo pochi anni prima, come il Piano Demagnetize. Tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio, coi cittadini distratti dai campionati europei di calcio, De Lorenzo pose in preallarme le strutture interessate, convocando i comandanti delle tre divisioni, predisponendo leventuale richiamo in servizio di militari già congedati (Piano SIGMA), e fece distribuire le liste con i nomi di coloro che si sarebbero dovuti prelevare (o enucleare, secondo il più pacato burocratese di servizio) il 28 giugno. In questultima data si svolse anche la riunione straordinaria dei tre Comandi di Divisione di Milano, Roma e Napoli, durante la quale sorsero perplessità negli alti ufficiali presenti riguardo agli ordini ricevuti (da ricordare che erano in pochi a conoscere il Piano), e alcuni di loro realizzarono cosa stava per accadere; durante unindagine della commissione dinchiesta parlamentare condotta dal generale Aldo Beolchini emerse anche lintenzione ad occupare le prefetture e sequestrare armi alla mano i prefetti che opponessero resistenza. Nella medesima riunione si parlò anche del trasporto degli enuclearizzati, organizzato in precedenza con i Capi di Stato Maggiore di Marina ed Aeronautica ammiraglio Giuriati e generale Remondino (dei quali non è ben nota la posizione nella vicenda ma probabilmente non erano a conoscenza del Piano e De Lorenzo avrebbe parlato loro solo di trasmissioni e telecomunicazioni, e del trasferimento di elementi sovversivi in Sardegna). La riunione con i due capi di stato maggiore avvenuta in tempi precedenti era stata autorizzata ufficialmente dal capo di stato maggiore della difesa generale Aldo Rossi. Tra la fine di giugno e i primi giorni del mese di luglio, coi cittadini distratti dai campionati europei di calcio, De Lorenzo - con il cosiddetto Piano SIGMA - pose in preallarme le strutture interessate, convocando i comandanti delle 3 divisioni e predispose leventuale richiamo in servizio di militari già congedati: il giorno 28 giugno fece distribuire le liste con i nomi di coloro che si sarebbero dovuti prelevare (o enucleare, secondo il più pacato burocratese di servizio)[2]. In questultima data si svolge in tutta urgenza anche la riunione straordinaria dei tre Comandi di Divisione di Milano, Roma e Napoli. Durante questa riunione sorgono perplessità da parte degli alti ufficiali sugli ordini impartiti loro (da ricordare che erano in pochi a conoscere il Piano) e alcuni capiscono che cosa si vuole fare[3]. Nella riunione del 28 giugno si parla anche del trasporto degli enucleandi: per alcuni tale trasporto sarebbe stato organizzato in precedenza con i Capi di Stato Maggiore ammiraglio Giuriati e generale Remondino, ma non si conosce bene la posizione di questi due personaggi nella vicenda[4]; probabilmente non erano a conoscenza del Piano e De Lorenzo aveva parlato con loro solo di trasmissioni e telecomunicazioni e di poter trasportare sovversivi in Sardegna. Contemporaneamente a tali avvenimenti, fatto inedito e mai ripetuto per un comandante militare, De Lorenzo fu convocato ufficialmente dal Presidente della Repubblica Antonio Segni il 15 luglio, nel corso delle consultazioni per la nomina del nuovo governo (passò quasi sotto silenzio, vista la preminenza della figura di De Lorenzo, la circostanza che venne consultato, il giorno precedente, anche il generale Rossi). In questa occasione furono convocati da Segni i segretari dei partiti, tra cui il segretario del PCI Palmiro Togliatti. È oltremodo interessante notare che, in base alle testimonianze dei dirigenti comunisti Paolo Bufalini ed Edoardo Perna, a discapito del turbolento contesto politico Togliatti si dilungò a parlare soprattutto della parata militare del 2 giugno, sottolineando la sua fiducia nella fedeltà dei soldati alla costituzione. Secondo i presenti si trattava di una sorta di messaggio cifrato al presidente Segni, cosicché questi si convincesse che il PCI aveva sempre appoggi allinterno delle Forze Armate.[5] La contrapposizione politica che in quelle ore si stabilì, a livelli quasi di scontro, fra il Capo dello Stato ed il premier uscente accentuò loccasione di mettere in pratica il piano: alle proposte di Moro (cui peraltro Segni doveva buona parte delle sue fortune politiche, compreso il Quirinale)[6] - che avrebbe aperto con anche maggior fiducia alla sinistra, col sostegno di una parte della DC ed un tiepido avvicinamento del PCI - Segni rispose proponendo, o forse minacciando, un governo di tecnici sostenuto dai militari[7]. Moro, insieme a Nenni (che parlò pressoché apertamente di rumor di sciabole nei suoi diari su quei giorni), optarono[8] per un più tranquillo e morbido ritorno alla formula governativa precedente, che avrebbe evitato rischi alquanto inquietanti, ed il PSI rilasciò prudenti comunicati di rinuncia ad alcune richieste di riforme che prima aveva avanzato come prioritarie. La crisi rientrò e nessun carabiniere dovette muoversi. Pochissimo tempo dopo, nel successivo agosto, Segni fu colpito da un ictus cerebrale mentre teneva unaccesissima discussione con Moro e Saragat, e la reggenza del Quirinale fu assunta dal presidente del Senato Cesare Merzagora, che per combinazione era anche luomo cui il Piano Solo prevedeva di dover far riferimento per laffidamento delle funzioni di governo e che si era poco tempo prima fatto notare per una singolare affermazione in cui dichiarava di attendersi che i partiti politici avrebbero avuto vita breve, invocando un governo di emergenza.Infatti De Lorenzo non definendosi un buon oratore preferiva che fosse un altro ad interpretare il ruolo di salvatore della patria. Qualche mese dopo, perdurando la condizione di impedimento, Segni si dimise definitivamente (o, come si disse quando girarono alcune voci poi risultate infondate su un supposto avvelenamento, fu dimesso); al suo posto sarebbe stato eletto Saragat. De Lorenzo avrebbe lasciato lArma nel dicembre del 1965 per diventare Capo di Stato Maggiore dellEsercito al posto del generale Giuseppe Aloja e successivamente diventa anche uomo politico, Deputato (approfondimento nella voce Giovanni De Lorenzo) durante il quale nuovo ruolo il 9 ottobre 1968 tenta con la mozione n.484 di organizzare e decidere come si debbano svolgere i lavori di inchiesta parlamentare che lo riguardano. La scoperta del piano [modifica] Il piano era stato tenuto ovviamente segreto, sebbene sin dallinizio alcune voci avessero preso a circolare (sempre più insistentemente, provocando nel 1965 la riforma del SIFAR, diventato il quasi identico SID, formalizzata lanno successivo) e la sua scoperta pubblica si ebbe soltanto qualche anno dopo, grazie ad alcuni articoli de LEuropeo, poi ripresi ed amplificati da LEspresso nel 1967 grazie a contributi indirettamente ricevuti da soggetti legati al KGB, che era al corrente del piano sin dai tempi dellacquisto dei terreni di Capo Marrargiu. Immediatamente De Lorenzo fu rimosso dal suo incarico allo Stato maggiore dellEsercito e furono avviate procedure di inchiesta da parte di diversi enti; per i Carabinieri fu il vice-comandante generale, il generale Giorgio Manes, già precedentemente in urto col De Lorenzo (ed anche con uno dei suoi successori, Ciglieri) ed uno fra i primi ad ammettere pubblicamente lesistenza del piano, a dirigere uninvestigazione che si risolse nel famoso rapporto Manes[9]. Manes, sospettato dalle opposizioni politiche di essere partecipe (come subordinato) del piano ed anzi taluni suoi appunti privati del tempo furono in seguito esaminati in sede giudiziaria per ricostruire le fasi dellapprontamento del piano. Il governo oppose sempre il segreto di Stato (con i notissimi omissis di Moro) alle reiterate richieste di informazioni da parte delle diverse commissioni di indagine, facendo mancare perciò il necessario materiale desame, ed anche la lista degli enucleandi andò perduta (mentre dei fascicoli SIFAR si dispose la distruzione). Fu istituita una commissione parlamentare dinchiesta che produsse una relazione di maggioranza indicante che non si era raccolto un solo elemento di prova, un solo indizio che dimostrasse il tentativo di golpe. Dalle opposizioni si obiettò che gli elementi di prova sarebbero stati celati dagli omissis e che, invece, di tentativo di svolta autoritaria si fosse trattato. De Lorenzo querelò Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi, estensori degli articoli de LEspresso sul caso. I due giornalisti furono condannati per diffamazione anche se ci fu una richiesta di assoluzione fatta dal pubblico ministero Vittorio Occorsio che si diceva fosse riuscito a leggere i documenti prima dellapposizione degli omissis. Note [modifica] ^ Fonte: Storia della prima repubblica italiana dal 1943 al 2003 di Aurelio Lepre. ^ . Terminologia curiosamente simile a quella - di tuttaltro significato - utilizzata nel piano stay behind, secondo cui Gladio avrebbe dovuto esfiltrare (cioè fare attraversare)da dietro le linee nemiche i responsabili politici, civili ed economici rimasti intrappolati in territorio dellItalia settentrionale occupato per uneventuale invasione del Patto di Varsavia: cfr. la relazione conclusiva della Commissione stragi, presieduta da Libero Gualtieri nella X legislatura, sul piano Solo ed i suoi rapporti con Gladio che evidentemente non conosceva la terminologia militare. Interessante punto di contatto tra le due vicende è il fatto che la base di Capo Marrargiu, sede addestrativa di Gladio, fosse quella in cui andavano enucleate le vittime del piano Solo. ^ Vi sarebbe stata unespressione forte, anche per le orecchie di un militare, quale lordine di occupare le prefetture e sequestrare armi in mano i prefetti che opponevano resistenza: si tratta di una citazione che sarebbe emersa durante unindagine della commissione dinchiesta parlamentare guidata dal senatore Alessi, ma secondo quella condotta dal generale Aldo Beolchini sarebbe da verificare meglio lattendibilità della frase. ^ La riunione con i due capi di stato maggiore avvenuta in tempi precedenti era stata autorizzata ufficialmente dal Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Rossi. ^ Si veda G. Cipriani, lo stato invisibile, 2002 Milano, pp. 179-197, in particolare le pp. 184 s. e 268 note 41 e 42 con bibliografia. ^ Da ricordare è che, per la corsa al Quirinale di Segni, oltre allaiuto di Moro, fondamentale era stato anche lintervento di De Lorenzo con il suo dossieraggio: infatti durante le elezioni del nuovo presidente, in un duro testa a testa tra Segni e Leone, spuntarono fuori dei dossier riguardanti le abitudini sessuali di donna Vittoria, moglie di Leone. ^ Su chi fossero questi tecnici disponibili, la discussione rimase aperta tra gli storici: si disse da più parti che il presidente del Senato Cesare Merzagora, di ambienti massonici internazionali ed alleato di Enrico Cuccia alla guida delle Assicurazioni Generali di Trieste, era anche luomo cui il Piano Solo prevedeva di dover far riferimento per laffidamento delle funzioni di governo; egli si era poco tempo prima fatto notare per una singolare affermazione in cui dichiarava di attendersi che i partiti politici avrebbero avuto vita breve, invocando un governo di emergenza. Certo è che De Lorenzo - non definendosi un buon oratore - preferiva che fosse un altro ad interpretare il ruolo di salvatore della patria. Va ricordato anche che, in prosieguo, Merzagora rivestì un ruolo nella vicenda politica successiva allictus di Segni, con la lunga supplenza che ispirò alla stampa amica la battuta (disattesa poi nella successiva scelta al Quirinale del Parlamento in seduta comune) date a Cesare quello che è quasi di Cesare. ^ con una riunione prima del PSI nei giorni tra il 17 e 19 luglio e poi con una riunione della Dc si arriva alla formazione del nuovo governo Moro il 22 luglio. ^ ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/17/cosi-uccisero-il-generale-manes.html Bibliografia [modifica] dai dossier della commissione di inchiesta parlamentare Voci correlate [modifica] Golpe Borghese Strategia della tensione Collegamenti esterni [modifica] [1] Prima sessione del convegno organizzato da Alleanza Nazionale sul tema: La guerra fredda e il caso de Lorenzo Seconda sessione del convegno organizzato da Alleanza Nazionale sul tema: La guerra fredda e il caso de Lorenzo
Posted on: Sun, 03 Nov 2013 19:32:16 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015