Il piano presentato da Mosca è diviso in quattro tappe: in primo - TopicsExpress



          

Il piano presentato da Mosca è diviso in quattro tappe: in primo luogo prevede l’adesione di Damasco alla Convenzione del 1993, attualmente sottoscritta da 189 paesi al mondo, che mette al bando le armi chimiche. La seconda tappa consiste nella localizzazione dei luoghi di produzione, a cui fa seguito l’autorizzazione che il regime di Assad dovrà concedere agli ispettori Onu di recarsi nel paese e infine la distruzione delle armi. A respingere categoricamente l’iniziativa russa sono stati oltre che i portavoce dell’Esercito Libero Siriano, braccio armato dell’opposizione, e alcuni esponenti della destra repubblicana statunitense, i rappresentanti dello Stato d’Israele. Benché il governo israeliano non si sia espresso apertamente sulla vicenda è facile capire l’insoddisfazione di Tel Aviv nei confronti del dietrofront di Obama. Qualche settimana fa infatti Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence militare dello stato ebraico e ora direttore dell’«Istituto per gli Studi sulla Sicurezza Nazionale» (Issn), aveva scritto, in una ricerca sugli interessi di Israele nel medio e lungo periodo, che l’attacco americano contro la Siria avrebbe dovuto «ristabilire il potere di deterrenza» degli Stati Uniti nei riguardi di quegli stati mediorientali che si fossero messi in testa di sfidare Israele.
Posted on: Sun, 22 Sep 2013 13:02:31 +0000

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