Il politeismo antico, che sempre più si orientò verso una - TopicsExpress



          

Il politeismo antico, che sempre più si orientò verso una isolatezza somatica degli dèi, appare forse caratterizzato nel miglior modo dalla sua attitudine rispetto agli “dèi stranieri”. Per l’uomo antico, gli dèi degli Egiziani, dei Fenici, dei Germani, nella misura in cui ad essi poteva connettersi una rappresentazione figurata, erano parimenti degli dèi reali. Dire che “non esistevano”, seguendo un tale sentimento del mondo, non aveva senso. Il Greco li venera quando entra in contatto col rispettivo paese. Come una statua, una polis, un corpo euclideo, gli dèi sono legati al luogo. Essi sono enti del vicino, non dello spazio universale. Quando per esempio un Greco si recava a Babilonia, Zeus e Apollo passavano in second’ordine ed egli si sentiva tenuto a rispettare specialmente gli dèi indigeni. E’ questo il significato che avevano gli altari con la scritta : “Agli dèi sconosciuti”, che Paolo nella Storia degli Apostoli interpretò in modo magico-monoteistico tanto errato quanto significativo. Sono gli dèi che il Greco conosce per nome, ma che per essere adorati dagli stranieri nei grandi porti, nel Pireo o a Corinto bisogna rispettare. L’idea si trova espressa con chiarezza classica, nel diritto sacrale romano e nelle formule invocatorie da esso rigorosamente conservate, per esempio in quella della generalis invocatio. Poiché l’universo è l’insieme delle cose e gli dèi sono delle cose, così vengono riconosciuti come dèi anche quelli coi quali il Romano non è ancora entrato praticamente e storicamente in rapporto. Egli non li conosce, oppure essi sono gli dèi dei suoi nemici; in ogni caso per lui sono dèi, perché l’opposto è inconcepibile. Questo è il senso della formula sacrale riferita da Livio (VIII 9, 6): di quibus est potestas nostrorum et hostiumque. Il popolo romano riconosce che la cerchia dei suoi dèi è conchiusa solo provvisoriamente e con questa formula detta alla fine delle preghiere, dopo l’enumerazione dei propri dèi con i loro nomi, vuol prendere in certo modo in considerazione anche i rimanenti dèi. Secondo il diritto sacrale, quando un territorio straniero veniva conquistato, l’intera somma degli obblighi religiosi relativi ad esso e alle sue divinità passava alla città di Roma: è la conseguenza logica del concetto addittivo di Dio. Il riconoscimento di una divinità non equivaleva affatto a quella delle forme del suo culto … O. Spengler
Posted on: Wed, 03 Jul 2013 07:39:02 +0000

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