Il successo di pubblico si scontra spesso con il parere della - TopicsExpress



          

Il successo di pubblico si scontra spesso con il parere della critica. Ma che ruolo hanno i lettori nella scalata in classifica dei blockbuster della letteratura? Bestseller. Qualità o finzione? Chi o cosa decreta il successo di un libro? Nelle ultime settimane non si fa altro che parlare e cianciare del successo di libri più o meno belli, che si ritrovano in testa alle classifiche di quelli più venduti. Settimana dopo settimana la loro posizione si stabilizza decretando successo di pubblico ed economico. Eppure le critiche aumentano. Naturale: la fama è madre del commento libero. Per cui c’è poco da preoccuparsi se una trilogia differente da quella de “Le cronache di Narnia” o de “Il signore degli anelli” sia tra i bestseller del momento. Dopotutto il successo di un libro altro non è che l’imposizione nel mercato di ciò che in maniera telecomandata arriva al lettore. Sbagliato. La verità è che le pagine scorrono, le storie sono semplici e i personaggi intriganti. Questi sono gli elementi che compongono i libri di oggi, quelli scritti da tutti e letti da tutti. Quella delle case editrici che creano il mercato giusto per i libri giusti è un vettore, non una proposizione. Umberto Eco ci parla di opere aperte e opere chiuse, identificando nelle prime quei romanzi il cui significato è accessibile al solo autore e quindi poco incline ad un successo di pubblico, e nelle seconde i romanzi il cui senso può essere direttamente comunicato al lettore poiché privo di ritagli profondi. Una traduzione spicciola? Il romanzo di successo è quello che leggono e comprendono tutti, il romanzo di nicchia è il capolavoro. Un’analisi non errata, ma di poche larghe vedute direi. Ciò che entra in gioco, oggi, nel momento in cui lettore prende tra le mani un libro (abbiamo già appurato che la scelta è poco soggettiva ma molto oggettiva rispetto ai diktat editoriali ed economici!) è qualcosa di diverso, qualcosa che gli permette di cominciare un percorso, quasi un viaggio, in compagnia di se stesso e del mondo che lo attende. Nulla di poetico, no. Le sensazioni che il lettore percepisce sono paragonabili a quelle che egli trasmette; il carico emotivo e culturale è la prima chiave di lettura che entra in gioco in questo rapporto a tre tra autore – testo – fruitore. Non parliamo più dunque di opere, ma di testi. Poiché questi ultimi, diversamente da quanto assunto da Eco, acquisiscono il proprio significato solo nel momento in cui entrano in contatto con il lettore. Nessun testo ha un significato “ristretto”, ma ha certamente un’apertura di senso data da quei capitali culturali che accompagnano ogni singolo individuo. Se così non fosse non potremmo ritenerci degli omini pensanti, unici e importanti. Ciò che resta del testo è dunque ciò che noi vogliamo che sia, che a volte si scontra con gli intenti del lettore, a volte con quelli del nostro vicino di lettura. Per cui la catalogazione di un bestseller in un genere, quello negativo, non esiste in nessuna classificazione sociologica o letteraria. Non è altro che una chiusura di senso che il nostro commento libero genera. Per cui, libro alla mano, diveniamo tutti specchi, riflettendo ciò che vediamo di noi stessi in quelle pagine che scorrono veloci. Chiara Ammendola.
Posted on: Tue, 25 Jun 2013 06:09:51 +0000

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