In poche ora il mio tempo si è dilatato. La paura amplifica - TopicsExpress



          

In poche ora il mio tempo si è dilatato. La paura amplifica tutto. E la paura di perdere le persone che amo e la mia più grande paura. Basta una chiamata, poche parole, In un attimo, Ti si annebbia la vista, voce trema, Il cuore batte allompazzata, quasi volesse correre anche lui ed annullare la distanza che ci separa. Chilometri di parole non dette o dette troppo forte per la rabbia. Parole dure, le tue, fredde come questa notte che non avrà fine. Mi ferirono come solo chi ami può ferirti. Ma adesso non hanno più peso, Ti ho detto vengo, parto adesso per Roma.., Ma tu mi hai risposto No, che vieni a fare adesso, vieni quando esco... E subito un pensiero subdolo si è insinuato nella mia mente: E se non uscissi più viva da li? Avevi la voce flebile, come non lho mai sentita, hai sempre urlato forte con tutti, un difetto da insegnante, così ti ha sempre giustificato nonno. Io so perché non vuoi che venga, non vorresti mai che qualcuno ti vedesse debole, mai, tu che hai sempre fatto di tutto per apparire forte, un generale: come Badoglio, uno dei tuoi tanti soprannomi. Ma io so anche che sotto quellarmatura cè una donna fragile, con tante paure: della solitudine, della malattia, di perdere il senno, E la più grande quella della morte, di morire in un letto dospedale. Me lhai sempre detto, e ripetuto. Per questo so che vuoi che non venga. Ma io verrò e ci sarò. Perché non cè vergogna nel dolore, nella malattia, nellapparire deboli, anche se questo mondo cinico e meschino vuole farci credere che solo essendo potenti si è invincibili, si è felici. Ma non è affatto così, e anche tu ci hai sempre creduto: sei sempre voluta apparire una donna dominante, che comandava, che non aveva bisogno di nessuno, ne di un marito che ti ha sempre amata, ne di figli, ne di nipoti. Devono essere gli altri a cercare me, dicevi, altrimenti, io sto benissimo così, non me ne frega niente. Ma non era così: ti importava e sei sempre stata impassibile nel cancellare persone che reputavi si erano comportate male con te. Alzi muri, così come facevo io, senza possibilità di un vero perdono. Ma lastio, i muri, tra noi e i nostri cari, ci corrodono dentro, seppelliscono parti di cuore, li stipano in angoli remoti, sempre più bui, vorremmo dimenticarli per non soffrire più del male che ci fecero, così cementifichiamo altri mattoni dindifferenza, E un bel mattino ci svegliamo vediamo queste persone che hanno il nostro stesso sangue ma che sono più lontane di estranei, sconosciuti che ci assomigliano solo nei tratti, e un altro giorno li incontriamo e non ci salutiamo nemmeno più, come se non li conoscessimo: maschere di carne e cuore pietrificato che non batte più per noi. Adesso che stai così male mi chiedo se sei mai stata felice, da dove veniva tutta quella rabbia che hai sempre sputato contro tutto e tutti? Dalla delusione per una vita diversa da quella che avresti voluto? Dal peso di gestire come una Madrina la grave eredità di tuo padre? Dal tuo sovrano che pensavi di padroneggiare: il dio denaro che ha corroso tutto: legami, famiglia, amori, figli, parenti serpenti,nipoti e conoscenti? O dalla mancanza damore e dallincapacità di manifestarlo con chiunque avesse superato i 18 anni ? Io me lo chiedo adesso, tra lacrime e conati di nausea, tra angoscia e ricordi. Perché avrei sempre voluto vederti felice, come quando ero bambina, e ci portavi a vedere lalba nella nostra bellissima campagna: sceglievamo un cd nuovissimo, e cantavamo a squarcia gola, Battisti, Lucio Dalla o Boccoli, correndo veloci in macchina, più veloci del sole che stava per sorgere, quasi fosse una gara anche quella per te, come tutto il resto: essere sempre i primi, i più veloci, i più forti, sempre. Per questo invidiavo un po mio fratello, perché tu hai sempre preferito i maschi, mai avuti. E per questo qualunque risultato raggiungessi bon era mai abbastanza, non servivano Lodi, diplomi, premi, lauree: cera sempre qualcosa che mancava ai tuoi occhi, un ma celato non proprio velatamente nei tuoi occhi, ero figlia di genitori che avevano sbagliato e dovevo scontare la loro pena tvnon ero un maschio e quindi non ero perfetta e non lo sarò mai. Ma un tuo brava valeva di più di milld Lodi, Un tuo regalo era come il Natale, e ho sempre cercato di fare tutto quello che potevo per essere perfetta, come mi volevi tu, e fino a 18 anni cero anche riuscita, Poi lAmore imprevisto le scelte per te e molti sbagliate, per me solo scelte di seguire il mio cuore sempre. Cuore che ora trema, e attende lalba, come quellaurora che mi regalo mio figlio, tuo bisnipote: un maschio. Attendo con ansia, impotente, come chi non sa, e trema, freme nel dubbio, zoppicando in equilibrio, sospesa tra la Vita e la morte, come cinque anni fa, esitante tra due titani Troppo grandi perfino per Noi: le Chiare della famiglia. Ora fai come mi hai sempre insegnato tu: Lotta, contro tutto combatti anche contro la morte, e lultimo grande avversario, il più temibile, non arrenderti perché non è a ancora arrivato il momento, no, non ancora, dobbiamo vedere ancora tare altre albe insieme, poetarci anche Ale a vedere sorgere il sole su quella campagna che non ha nemmeno mai visto, portarlo con noi a vederlo sorgere sul mare, In tutto il suo splendore mentre i pescatori ritirano parsimoniosi le stanche reti, Girarci e vedere la nostra vita come la scia di unelica. Sentire forte il dolore della musica, alzarsi dal pianoforte, da quella stessa canzone di Lucio, di quando ero io una bambina, e sentire più dolce anche la morte, Ma si, E la vita che finisce ma noi non ci penseremo poi tanto, anzi ci schiariremo la voce e ricominceremo il canto: Te voijo bene assai, ma tanto tanto bene sai, E una catena ormai, Che scioglie il sangue ind e vene sai.......
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 01:20:29 +0000

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