Italia commissariata!Nessuna ripresa!(lo dice anche Munchau) Ogni - TopicsExpress



          

Italia commissariata!Nessuna ripresa!(lo dice anche Munchau) Ogni volta sempre la stessa storia: sono anni che sentiamo parlare di ripresa e, puntualmente, ogni volta, si rivedono i dati al ribasso. Mi volete spiegare un paese come il nostro come puo’ crescere? Avrete notato il mio “umore nero” su twitter dopo la fiducia a Letta. Molti ritengono non sia cambiato molto, in realtà io sono di tutt’altro avviso: con questa nuova fiducia l’ultima speranza che avevamo è svanita. Siamo incastrati. Fino al 2016 non ci saranno elezioni e, dunque, tutto continuerà come prima. Letta e Formigoni-Alfano,Lupi-Giovanardi hanno un progetto chiaro: a) durare oltre il 2015; 2) cercare di rifare una nuova Dc; 3) rifare la legge elettorale (per “tagliare le ali e il m5s). Ma ciò che è peggio: sotto la guida di Napolitano hanno sposato in pieno il progetto che prevede la svendita dell’italia e la nostra permanenza (costi quel che costi) in questa Europa ed euro, pronti ad accettare ogni diktat che ci verrà imposto. Non ci saranno inversioni di tendenza. Hanno deciso che manterranno il loro potere, con l’aiuto della Ue e delle Merkel. L’Italia verrà spremuta fino alla ultima goccia di sangue. Per questo, o non mi sentirete proprio nei mesi futuri o mi troverete sempre meno politically correct. C’è un limite a tutto. Mi sono stancato di controbattere alle menzogne di Letta che in prima serata su rai 3 pronunzia falsità senza che nessuno lo interrompa, senza che nessuno il giorno dopo scriva nulla sui quotidiani. E’ una lotta impari ed io da questo blog posso fare davvero poco. E’ giusto che gli italiani paghino il prezzo della loro dabbenaggine. Ora hanno “sistemato Silvio”, poi toccherà a Grillo. La Trojka non scherza, non ammette opposizione. Noi siamo di fatto commissariati. Pensateci. Alle elezioni si sono presentati, semplificando, le coalizioni sel e pd da una parte, pdl-lega dall’altra e il m5s. Il m5s è risultato primo partito in Italia, seppur di poco: è stato estromesso da ogni gioco politico. Le altre coalizioni si sono spezzate. E’ stato rieletto (prima volta nella storia di quella che fu la nostra Repubblica) Napolitano come Presidente della Repubblica (e vi assicuro che non ha “fatto alcuno sforzo per accettare il bis”). I leader candidati a Premier (Bersani e Berlusconi) sono stati fatti fuori. C’è un Presidente del Consiglio non votato, un uomo politico di secondo rilievo a guidare il paese (formalmente). Sostanzialmente lo guida Napolitano, in linea con le direttive dell’Eurocrazia. Questo governo, oltretutto, ha pure cambiato la base del suo consenso. Resta solo il Pd, perchè, nei fatti, il Pdl non c’è più. In poche parole: sono stati spazzati via quasi 18 milioni di voti, visto che Lupi,Giovanardi,Formigoni ed Alfano avranno al massimo il 10% del consenso nel paese. Col 30-35% dei voti di coloro che si sono recati alle urne, una minoranza governa questo paese. E ancora: non bastava Saccomanni, ministro tecnico imposto da Draghi, ora arriva anche Cottarelli dal FMI. Come vedete, la Trojka è già arrivata. Per questo, sono abbastanza incazzato. Non c’è alcuna possibilità di riformare il paese e di riemergere. Il paese è finito. Anche Renzi (che poteva portare forse qualche piccola novità) è stato messo a cuccia (io l’avevo sempre detto che Napolitano “amava solo Letta”… e che il sindaco di Firenze avrebbe dovuto farsi il suo partito). Resta solo una speranza… Che Grillo e Renzi votino contro la decadenza di Berlusconi in Senato, per cercare di far crollare il Pd e Letta. Ma non succederà. Se questo Governo Napolitano-Letta-Alfano arriverà al 2016, del paese non resterà nulla. Solo macerie ed una immensa povertà. Questi signori hanno tradito il loro popolo. E comunque: voi siete sicuri che un paese così si possa riprendere? Munchau dal FT: non prendiamoci in giro, la recessione non è finita e la zavorra è l’Italia! Nel suo editoriale sul Financial Times Wolfgang Munchauriafferma che la recessione non è affatto finita, e che il problema più grosso è l’Italia: il paese non ha altra scelta che uscire, e sarà costretto a farlo dagli eventi. In primo luogo, sulla fantomatica fine della recessione, Munchau denuncia come i leader politici europei abbiano colto al volo il primo piccolo accenno di miglioramento per proclamare il successo delle loro politiche. Eppure, dice Munchau, seppure due trimestri consecutivi con segno positivo siano tecnicamente considerati come un segnale di fine recessione, sarebbe folle pensare che alla mezzanotte dopo la fine del secondo trimestre con segno positivo la recessione sia finita! Solo uno stupido (o uno con secondi fini) può vederla così. Quello dei due trimestri è al massimo un indicatore molto semplificato che può essere utile in una normale crisi ciclica. Ma qui non siamo in una normale congiuntura. I dati descrivono un altro ordine di grandezze: dal primo trimestre 2007 al primo trimestre 2013, il Pil reale dell’eurozona si è contratto in media di un 1,3% cumulativo ( in Spagna del 5.3% e in Italiaaddirittura dell’8.4%); gli investimenti nell’eurozona sono crollati in media di un 19%, (38% in Spagna e 27% in Italia); l’occupazione è crollata del 17% in Spagna e del 2% in Italia. Per iniziare a parlare di fine della recessione, bisognerebbe almeno tornare ai livelli pre-crisi. Ma la vera zavorra è l’Italia. Ecco le testuali parole di Munchau: “Ma ora la più grande zavorra che pesa sulla crescita dell’eurozona è l’Italia. La coalizione di Enrico Letta, il primo ministro Italiano, nel week end è di fatto collassata, col ritiro dei suoi Ministri da parte di Berlusconi. Quest’ultima crisi politica prolungherà la recessione, nella misura in cui l’incertezza terrà lontani gli investimenti. Ma anche un nuovo governo non porterà a una soluzione. L’Italia è bloccata in un mix di debito pubblico elevato e insostenibile e una produttività che non cresce. Sostanzialmente ha due opzioni – o diventa come la Germania, o lascia l’eurozona. E il paese non è capace di praticare l’una, né vuole praticare l’altra delle due alternative. In un articolo sul Corriere della sera i due economisti Alesina e Giavazzi hanno calcolato che bisognerebbe ridurre il cuneo fiscale – la differenza tra le imposte sul lavoro e il netto in busta paga – di qualcosa come 50 miliardi per arrivare al livello tedesco. E semplicemente non esiste nessuna maggioranza politica che sostenga una scelta così radicale. Le priorità del centro-destra sono il taglio alle imposte sui consumi e sulla casa, mentre il PD di Letta è contrario ai tagli di spesa. Finché i tassi restano bassi, l’Italia non si trova di fronte a un immediato pericolo. Il paese potrà trascinarsi ancora un po’ finché un qualche tipo di shock, economico o politico, lo costringerà a prendere una decisione, in un senso o nell’altro.” Nel frattempo che questi nodi vengono al pettine, continua Munchau, l’ostacolo principale alla crescita nell’eurozona rimane il non aver dato una ripulita alle banche: senza una pulizia delle banche il credito non ripartirà e così nemmeno la ripresa. Secondo Munchau il presidente della BCE Mario Draghi vorrebbe veramente procedere ad una seria supervisione sulla qualità degli asset delle banche, e non ripetere la farsa degli stress test promossi dall’European Banking Authority, ma come può ammettere che le banche hanno bisogno di diverse centinaia di miliardi di nuovo capitale, se poi quel denaro non c’è e i governi non sono disposti a offrire il loro sostegno? Infine Munchau commenta la situazione della Spagna, l’altra grande incognita dell’eurozona, che ora però sembra mostrare segnali di miglioramento. Ecco le parole di Munchau: “Le migliori notizie dell’eurozona vengono dalla crescita dell’export spagnolo, che dalla prima metà del 2008 alla prima metà di quest’anno è cresciuto dell’11% in termini reali. Il miglioramento della competitività delle esportazioni spagnole è sostanziale, ma per la maggior parte è dovuto al calo dell’occupazione, più che al calo dei salari. Non mi è chiaro quanto una strategia di crescita guidata dalle esportazioni sul modello tedesco, sia fattibile e sostenibile per la Spagna.” Le conclusioni: “L’implosione politica ed economica dell’Italia, il credit crunch e l’austerità sono tra i principali fattori che pesano oggi sull’eurozona. Se si molla la sciocca fissazione sui due trimestri, non si può non vedere che la recessione iniziata nel 2008 continua. E non è vicina alla fine” di ABATE FARIA
Posted on: Sat, 05 Oct 2013 07:16:04 +0000

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