Klaus Kinski Donne gravide I Volesse il cielo accogliere le loro fervide preghiere, ispirate dallo spurgo d’un poveraccio qualunque - sfuggite all’abbraccio divenuto gelido, esse si dibattono come mosche agonizzanti - II Si tendono cariche d’aspettativa le corde, sui gusci di violino dei loro grembi ricolmi, e il virtuosismo dello strumento accompagna in bemolle degli acefali succhiasangue, quelle larve insufflate d’aria a cui le donne offrono riparo. III Lentamente esse trascinano le loro fiche e i pesanti seni dentro al pozzo paludoso a cui sono state condannate, avendole battezzate con la siccità il Dio crudele - chiamandole a raduno come dilavati cristalli. IV Il nitido paesaggio che attraversano in stato di veglia è come una marea aspersa dal colore dei lillà - i campi irradiati sembrano un mare fosforico - ed esse vi si gettano avvinte a fasci arsi di spighe, con gli occhi d’alessandrite uguali a gonfio catrame. V E una volta per tutte aggrappandosi alle vacillanti visioni come a degli anelli incandescenti, del proprio corpo vogliono custodirne la grazia, sciogliere nell’aria i legacci dei calzari. VI Però quando con l’umida mano infuocata esse afferrarono un fiore schiumante di sogno, ancora una volta Dio si prese gioco di loro - e la sabbia cocente s’allargò cinerea. VII Per questo vanno convenendo da ogni dove, lo sguardo come in balia d’una morte annunziata, e tossendo rovinano sulla pietra riarsa come cocci arroventati dal sole di mezzogiorno. VIII Una perlacea catasta di cadaveri insepolti, frementi come un cervello appena spiaccicato - e tuttavia anelando una qualche pioggia, con la bocca rigonfia dentro agli stagni asciutti. IX Sotto ai loro raggi s’inalbera la terra, presa nell’orbita febbrile del loro desolato penare - eppure in punto di morte ancora attratte verso l’alto - e fattosi piccolo piccolo sotto l’infuriare del loro vento caldo, pianse un Dio che a tutto ciò assistette! ---------------------
Posted on: Thu, 18 Jul 2013 18:39:21 +0000
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