LA DEMENZA - TopicsExpress



          

LA DEMENZA È un deterioramento diffuso delle funzioni corticali superiori che si manifesta prima nelle funzioni cognitive per estendersi a tutto il comportamento. Ci sono molteplici definizioni della demenza. Ne ricordo 4 tra le più significative: 1. La demenza consiste nella compromissione globale delle funzioni cosiddette corticali (o nervose) superiori, ivi compresa la memoria, la capacità di far fronte alle richieste del quotidiano e di svolgere le prestazioni percettive e motorie già acquisite in precedenza, di mantenere un comportamento sociale adeguato alle circostanze e di controllare le proprie reazioni emotive: tutto ciò in assenza di compromissione dello stato di vigilanza. La condizione è spesso irreversibile e progressiva. (1982: commissione del collegio reale geriatrico dei medici inglesi) 2. La demenza è una alterazione della capacità cognitiva. E’ molto frequente la perdita di memoria, ma possono essere colpite anche altre facoltà mentali quali attenzione, capacità di giudizio, comprensione, orientamento,apprendimento, calcolo, capacità di risolvere i problemi, umore e comportamenti. La demenza è cronica. ( Harrison: Principi di medicina interna 2002) 3. Le demenze possono essere considerate malattie acquisite del cervello che si esprimono attraverso il declino delle capacità intellettive e la compromissione globale delle funzioni superiori, cui consegue la compromissione della vita di relazione per l’incapacità di chi ne è affetto ad adattarsi alle molteplici e mutevoli esigenze della vita quotidiana,senza compromissione dello stato di coscienza. La diagnosi di demenza , inoltre, non comporta fatalmente e automaticamente un giudizio di cronicità e di irreversibilità anche se la maggior parte dei quadri demenziali è di fatto irreversibile e cronica. ( Trattato italiano di Psichiatria – seconda edizione ‐1999) 4. La caratteristica essenziale di una demenza è lo sviluppo di molteplici deficit cognitivi che comprendono compromissione della memoria e almeno una delle seguenti alterazioni cognitive: afasia, aprassia,agnosia,o una alterazione del funzionamento esecutivo. I deficit cognitivi devono essere sufficientemente gravi da provocare una menomazione del funzionamento lavorativo o sociale e devono rappresentare un deterioramento rispetto a un precedente livello di funzionamento. ( DSM – IV – TR 2001) In 20 anni nonostante i progressi della scienza medica si nota una certa uniformità sulla definizione di demenza che è considerata una perdita o indebolimento di funzioni mentali che già si possedevano mentre il ritardo mentale ( l’antica “oligofrenia”) è un mancato raggiungimento di un completo sviluppo delle funzioni mentali. Oggi più che di “ demenza” si parla di “ sindrome demenziale” un quadro clinico costituiti da numerosi disturbi determinati da diverse cause che però hanno in comune tre caratteristiche: Declino di alcune funzioni intellettive Compromissione globale delle funzioni cognitive ( memoria, fasie, prassie e gnosie, capacità di astrazione,e orientamento) unita a disturbi del carattere e del comportamento Mancanza di alterazione dello stato di coscienza 3 CLASSIFICAZIONE ETIOPATOGENETICA Demenze primarie o degenerative Demenze secondarie 1. demenza di Alzheimer (AD) 2. demenza fronto ‐ temporale 3. demenza a corpi di Lewy 4. malattia di Pick 5. complesso Parkinson‐demenza * 6. idrocefalo normoteso 7. demenza associata a paralisi sopranucleare progressiva 8. degenerazione spino cerebellare 9. epilessia mioclonica progressiva 10. corea di Huntington alcune note cliniche Demenza di Alzheimer (1901 Alois Alzheimer, psichiatra tedesco) Si tratta di un processo degenerativo cerebrale che provoca un declino progressivo e globale delle funzioni intellettive associato ad un deterioramento della personalità e della vita di relazione La malattia di Hungtinton è una malattia degenerativa cerebrale che venne descritta per la prima volta da George Huntington nel 1872.. La malattia solitamente inizia nella mezza età ed è caratterizzata da declino intellettivo e movimenti irregolari ed involontari degli arti e dei muscoli facciali. La demenza multi ‐ infartuale (MID), o demenza vascolare, è un deterioramento delle capacità mentali causato da ictus multipli (infarti) al cervello. La demenza multi ‐ infartuale è irreversibile ed incurabile, ma la cura della malattia di base può portare a un rallentamento della malattia. La malattia di Parkinson (descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817)è spesso caratterizzata da tremori, rigidità agli arti ed alle articolazioni, difficoltà di parola e ad iniziare i movimenti fisici. Nel corso della malattia, alcuni pazienti sviluppano demenza e talvolta malattia di Alzheimer Morbo di Pick ( 1901 prima descrizione)): è caratterizzato, macroscopicamente, da unatrofia focale della corteccia cerebrale frontale e temporale e, microscopicamente, da cellule acromatiche gonfiate (cellule di Pick). * causa potenzialmente reversibile A. demenze vascolari ( demenza multinfartuale**,infarti cerebrali di grosse dimensioni in sedi strategiche, malattia di Biswanger) B. disturbi endocrini / metabolici 1. ipo*‐ e ipertirodismo 2. ipo‐ e iperparatiroidismo 3. ipopituitarismo 4. encefalopatia porto‐sistemica e post ‐ anossica 5. insufficienza renale cronica 6. ipoglicemia ( ripetuti episodi)** 7. malattia di Wilson C. malattie metaboliche ereditarie D. malattie infettive e infiammatorie 1. meningiti ed encefaliti 2. sclerosi multipla e mal. demielinizzanti 3. connettiviti 4. malattia di Creutzfeldt‐Jakob 5. AIDS dementia ‐ complex 6. paralisi progressiva**( neurolue) 7. leucoencefalopatia multifocale progressiva 8. ascessi cerebrali* E. stati carenziali 1. carenza di tiamina (S. di Korsakoff) 2. carenza di Vitamina B12 e folati 3. malnutrizione generale F. sostanze tossiche 1. alcol ( atrofia cerebrale alcoolica)** 2. metalli pesanti ( piombo, mercurio, manganese)* 3. farmaci ( intossicazione cronica) 4. composti organici ( nitrobenzeni, organo fosforici) G. processi espansivi intracranici 1. neoplasie ( meningioma*, tumori ipofisari*, glioma, tumori metastatici, ematomi) H. demenze meccaniche 1. traumi cranici, 2. idrocefalo normoteso 3. ematoma sotto durale cronico **condizione che può essere arrestata La frequenza delle cause di demenza dopo i 65 anni è così distribuita: al primo posto c’è la demenza senile tipo Alzheimer (AD) 55%, al secondo posto c’è la demenza vascolare ( DV) 20 – 35%), al terzo posto ci sono le forme 4 miste (AD/ DV) 5%, e poi altri tipi di demenze ( depressione, idrocefalo normoteso, da farmaci, metaboliche e altri tipi). Dato che l’età è un fattore di rischio importante, in futuro bisogna aspettarsi un aumento della frequenza e della prevalenza di questa malattia, considerando che molte persone vivono più a lungo. La malattia di Alzheimer negli USA è diventata la quarta causa di morte ( 3.000.000 di casi ). In Italia siamo circa a 500.000 casi e, secondo lo studio ILSA (Italian Longitudinal Study on Aging, 1997), la demenza interessa il 5,3% dei maschi ultrasessantacinquenni e il 7,2% delle donne della stessa fascia di età. Ci sono demenze anche giovanili. Inoltre da alcuni anni, è in corso di definizione la condizione di decadimento cognitivo non dementigeno (Mild Cognitive Impairment, MCI),che entra in diagnosi differenziale tra demenza e invecchiamento cerebrale. LE TRE ETÀ DELL’UOMO L’infanzia, la maturità e la vecchiaia sono le tre età dell’uomo molte rappresentate dagli artisti dal rinascimento in poi. Nelle sequenze successive (da carpeoro )vediamo gli artisti che hanno c contribuito a dare all’età una simbologia tutta particolare. L’infanzia, la maturità e la vecchiaia possono essere invalidate anche dalla demenza che è più rara nella prima età, aumenta sempre di più nella seconda età e in alcuni paesi è un problema per la terza età. Hans Grien ( Vienna unsthitorinschers Museum 1509 ‐ 1510) Il vecchio è raffigurato sdentato, ma ciò che colpisce in questo quadro è lo sguardo: il bambino guarda in alto, la giovinetta guarda se stessa e il vecchio guarda la morte che tiene in mano un clessidra: il tempo che se ne va. Giorgione Firenze,Palazzo Pitti,Galleria palatina 1506‐ 1507‐olio su tavola; 62x77 In Giorgione sembra il più forte dei tre con uno sguardo e con degli occhi che tradiscono una energia incredibile. 5 Tiziano, dipinse “Le tre età dell’uomo”, tra il 1511‐1512 olio su tela, custodito nella collezione del Duca di Sutherland, in prestito alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. In Tiziano l’infanzia è rappresentata da un gruppo di bambini, mentre un amorino regge un albero rinsecchito simbolo della vita e delle stagioni che passano velocemente. Il vecchio in lontananza mediata sulla morte , mentre la figura giovanile in una atmosfera arcadica,vive il presente fatto d’amore. Anton van Dick e le sue “Le tre età dell’uomo”, dipinto tra il 1625 ed il 1627, Palazzo Chiericati, Musei Civici di Verona Gustav Klimt ‐ 1905, “Le tre età della donna” olio su tela, custodito a Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna 6 Picasso 1942 Le tre età dell’uomo Bruxelles, Collezione Mabile “Le tre apparizioni del viso di Gala, dipinto nel 1945 da Salvator Dalì. Il DSM 4 – TR quando parla dei disturbi generalizzati di sviluppo accenna al “Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza “ ( F84.3) che è una demenza ( forse l’unica primaria che si presenta in età pediatrica, le secondarie sono spesso conseguenti a traumi cranici e a malattie infettive e metaboliche) che presenta le seguenti caratteristiche sviluppo di deficit specifici multipli successivo ad un periodo di funzionamento normale dopo la nascita. Tra i 5 e i 48 mesi di età la crescita del cranio rallenta (vi è una perdita di capacità manuali finalistiche già acquisite in precedenza tra i 5 e i 30 mesi di età, con successivo sviluppo di caratteristici movimenti stereotipati delle mani che somigliano al torcersi o lavarsi le mani). Linteresse per lambiente sociale diminuisce nei primi anni dopo lesordio del disturbo con problemi nella coordinazione dellandatura o dei movimenti del tronco. Vi è anche una grave compromissione dello sviluppo della ricezione e dellespressione del linguaggio, con grave ritardo psicomotorio Per definizione, il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza può essere diagnosticato solo se i sintomi sono preceduti da un periodo di almeno 2 anni di sviluppo normale e se lesordio è prima dei 10 anni di età. L’inizio è insidioso. Nella seconda età la demenza più frequente è la post –traumatica ( oltre quella infettiva e di altra causa, in letteratura il morbo di Pick è descritto anche a 30 anni) per lo più conseguente a traumi cranio – encefalici da incidenti stradali, cadute,aggressioni, incidenti in ambito domestico. Una demenza sempre più in aumento a causa dell’aumento dei traumi e che comporta lapplicazione di un corretto e rigoroso iter procedurale medico‐ legale. Nella terza età a causa dell’invecchiamento normale e fisiologico l’uomo perde più o meno lentamente alcune attività cognitive soprattutto ciò che riguarda l’attenzione e l’attività motoria che diviene più lenta. I confini tra invecchiamento e demenza sono incerti e controversi e i sintomi non riguardano solo la perdita isolata della memoria ma possono esserci anche altri sintomi indipendenti della memoria anche se il rapporto memoria e preclinica di Alzheimer è il più studiato. Comunque l’invecchiamento costituisce il principale fattore di rischio per sviluppare la demenza Dal 4 all’8% della popolazione oltre i 65 anni è affetta da demenza. La demenza senile è un deterioramento diffuso e progressivo e graduale ( memoria, pensiero, critico, ideazione, linguaggio, carattere e comportamento)
Posted on: Tue, 12 Nov 2013 09:57:48 +0000

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