LA LEGGE DI GUARIGIONE - LEGGE DI HERING Costantin Hering (1800-1880) Prima dell’opera di repertorizzazione del Kent, le patogenesi dei rimedi sperimenti erano riportate nelle rispettive Materie Mediche di Hering e di T.F. Allen. In queste opere, i sintomi raccolti nella sperimentazione erano elencati sotto il nome del rimedio con riferimento alle parti del corpo sintomatologicamente interessate, al momento di comparsa dei sintomi e alle loro modalità. In queste opere però non era facile comparare i sintomi patogenetici dei differenti rimedi in riferimento ad un specifico organo o apparato o parte del corpo. Infatti, se un paziente manifestava un sintomo con modalità quale “mani fredde in clima tiepido” il medico doveva consultare le patogenesi di diversi rimedi per ritrovare quel sintomo specifico. Pertanto nella misura in cui più medicinali venivano sperimentati, il processo di ricerca si faceva sempre più oneroso. Quello che necessitava ai medici era impostare un’opera di consultazione che riferisse i sintomi, a partire da un specifico organo o apparato o parte del corpo interessato, al rimedio. Utilizzando l’esempio precedente, “mani fredde in clima tiepido”, il medico accede direttamente ad un elenco di rimedi contenenti questo sintomo da mani, parte del corpo, sintomo e modalità. L’arduo compito affrontato da Kent è stato quello di organizzare, per organo, apparato e parte del corpo, i sintomi di circa 700 rimedi in un unico volume, detto Repertorio, insieme alle loro modalità, strutturando tutta l’informazione in una forma facilmente accessibile. Il Repertorio di Kent costituisce per l’omeopata una nuova realizzazione dell’organizzazione dell’informazione relativa ai sintomi e un nuovo strumento per la prassi. Sebbene una quantità di dati supplementare è stata aggiunta successivamente, la versione originale di Kent rimane valida e ancora in uso tra molti omeopati. La compilazione del Repertorio ha richiesto uno sforzo intellettuale che colloca Kent tra i grandi pensatori della storia della medicina. Oltro notevole contributo è la distinzioni dei sintomi fatta dal Kent in tre grandi classi: sintomi mentali, sintomi fisici generali e sintomi particolari. Tutti i sintomi, mentali, fisici generali e particolari, possono, inoltre, essere considerati come sintomi comuni, peculiari. I peculiari sono di maggior importanza in quanto più vicini alla natura specifica e soggettiva del paziente. I sintomi comuni possono essere trasformati in peculiari attraverso l’osservazione delle loro “modalità”. Questa idea, sempre al centro della dottrina, è stata sistemata e perfezionata da Kent nel suo Repertorio, cosicché, tutti i sintomi comuni qualificati e specificati mediante riferimenti ai tempi di comparsa, alla loro localizzazione, al loro carattere e alla loro estensione, possono essere trasformati in sintomi peculiari. I sintomi comuni di malattia naturale sono associabili ai sintomi comuni di malattie artificiali di un gran numero di droghe, ma se il medico omeopata si limitassi solo a questa indagine no coglierebbe la specificità e natura soggettiva del paziente. L’osservazione precisa dei sintomi nella loro peculiarità, ha reso possibile la repertorizzazione del soggetto malto. LA LEGGE DI GUARIGIONE - LEGGE DI HERING Le modalità di direzione del dinamismo vitale dell’organismo malato sono state interpretate da Constantine Hering in accordo all’intuito di Hahnemann e codificate come “Legge di Hering” o “Legge della Guarigione”. Tale legge descrive le modalità di direzione della forza vitale nella malattia da acuta a cronica e viceversa. Hahnemann nella sua opera le Malattie Croniche (1828) postula quanto segue: un’eruzione cutanea, psora similare alla scabbia, è la prima manifestazione della malattia cronica; trattandosi di una manifestazione di un squilibrio interno, più è manifesta, meglio sono protetti gli organi interni; la soppressione di tale manifestazione con medicazione topica o altri interventi, costringe la forza vitale ad effettuare un cambiamento di direzione che coinvolgerebbe organi vitali nelle dinamiche morbose oppure la psora latente soppressa irromperà qualora la condizione generale del paziente sia coinvolta da un’infezione acuta, da un eccesso di fatica, da una scarsa alimentazione oppure da ulteriori trattamenti soppressivi; quando la psora è trattata omeopaticamente, i sintomi più recenti sono sempre i primi a scomparire, ma le vecchie affezioni sono le ultime a regredire; se i sintomi delle prime fasi dell’infermità del paziente, si ripresentano durante il trattamento omeopatico, il percorso di guarigione sta procedendo favorevolmente; l’eventuale ricomparsa della manifestazione cutanea assume il significato di una guarigione prossima. Il contributo successivo a quest’attenta considerazione sulle malattie croniche è stato introdotto da Hering che considera che ogni medico omeopata osserva che il miglioramento psico-fisico ha luogo dall’alto verso il basso. Inoltre, nella prassi clinica osserva che la malattia evolve nella direzione interno - esterno. Questa è la ragione perché le malattie croniche, se curate in modo corretto, si esauriscono quasi sempre in una manifestazione cutanea. La cura corretta omeopatica di una malattia cronica radicata nell’organismo è annunciata dal fatto che gli organi più vitali sono i primi a liberarsi, l’affezione ritorna nell’ordine in cui gli organi sono stati affetti, essendo gli organi più vitali a sgravarsi per primo, e, i meno vitali, successivamente. In questo modo, si giustificano le numerose eruzioni cutanee che possono sopraggiungere come conseguenza del trattamento omeopatico, anche dove esse non si erano manifestate prima. Ciò rende conto dell’ostinazione con la quale molti tipi di herpes e ulcere rimangono nella pelle, mentre altre manifestazioni scompaiono. Quelle che rimangono sono il segnale che la malattia interna esiste ancora. Hering ritornando alla questione nel 1865 indica che la quintessenza della dottrina di Hahnemann è la reversibilità delle malattie croniche. Esse s’istaurano attraverso un movimento che va dall’esterno verso l’interno, dalle parti meno vitali del nostro corpo alle più vitali, dagli organi periferici a quelli centrali, e, generalmente, dal basso verso l’alto. Per ristabilire l’equilibrio psico-fisico è necessario seguire, quindi, un percorso terapeutico con rimedi unitari che modifichino la direzione in cui progredisce la malattia cronica, vale a dire con rimedi unitari che attuino un percorso di guarigione nella direzione interno – esterno e alto - basso, ossia dagli organi più vitali a quelli meno vitali. In tutti i casi cronici, i sintomi comparsi per ultimi sono i più significativi in relazione alla scelta del rimedio. Il terapeuta, infatti, organizza i sintomi secondo il loro ordine di comparsa per valutare l’adeguatezza del rimedio scelto. La Legge di Guarigione nella sua formulazione finale sostiene che la malattia si evolve da una forma acuta ad una cronica, i sintomi si spostano dalla superficie all’interno dell’organismo, dalle parti basse del corpo verso quelle in alto, e dagli organi meno vitali ai più vitali. Durante il corretto trattamento omeopatico, i sintomi, dunque, scompaiono in ordine di reversibilità, muovendosi dalle parti alte del corpo alle basse, dell’interno verso l’esterno, e dagli organi più vitali ai meno vitali, nell’ordine inverso in cui si sono presentati, ossia dal sintomo ultimo a quelli gradatamente più vecchi. Poiché sono in maggioranza generate da malattie acute preesistenti, la guarigione si può ritenere tale quando la malattia cronica regredisce allo stato acuto. Una cura scorretta può interrompere le fasi di sviluppo del percorso di guarigione. La cura corretta deve rendere reversibile il processo patologico. Regressione naturale per fasi dell’infermità deve essere rispettata quindi sia dal medico che dal paziente, altrimenti, lo sforzo curativo dell’organismo verrebbe ostacolato con infausti risultati. La Legge di Hering ha un ruolo determinante nella pratica.
Posted on: Fri, 27 Sep 2013 14:39:41 +0000
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