LA NOTTE DELLO SCACACCIO Era una notte come tante, una gelida - TopicsExpress



          

LA NOTTE DELLO SCACACCIO Era una notte come tante, una gelida notte estiva con il vento a trenta nodi che si abbatteva sulla città e sul capello cotonato della nostra Simontha, che sfidava il proprio sbasso serale e la propria pigrizia per passare un’altra serata con le sue amiche di sempre. Simontha si mise in macchina e guidò dall’Upper North Side fino a Left Madonnina Street, dove viveva la sua amica Mirandella. La trovò in compagnia della sua fiamma storica, Gioacchino, che quella sera non sembrava particolarmente in vena di uscire a divertirsi, ma si offrì suo malgrado di fare da autista alle nostre belle, pena il non vedere più la paperotta della sua Mirandella per secoli e secoli. Carrieola quella sera era lontana chilometri e chilometri dalle sue fide anime gemelle e si stava godendo qualche giorno di meritato riposo con il suo Michael detto ‘L Grando sulle spiagge assolate della West Coast. Simontha e Mirandella si accomodarono nella limousine verde menta, che faceva rumorini strani sulla highway quando l’autista la spingeva sopra i 130 km/h. Cioè praticamente sempre. Mentre si dirigevano verso casa di Ch’arlotta, Simontha cominciò a sentire qualcosa muoversi nel basso ventre. No, non era la solita sensazione lurzosa, alla quale era ormai avvezza. Era qualcosa di diverso. D’un tratto realizzò ed il terrore le fece dilatare le pupille: scacaccio. Ok, calma. Ch’arlotta sicuramente non era ancora pronta, poteva sempre salire da lei ed usufruire della comoda toilette che l’appartamento in centro della sua amica offriva. Sì, era l’unica cosa da fare. Ma quando arrivarono, Ch’arlotta era miracolosamente e misteriosamente già pronta e li aspettava in piedi sul marciapiede, rischiando di essere scambiata per una delle tante professioniste che proprio lì praticano il mestiere più antico del mondo. Salì subito in macchina e offrì alle amiche e a Gioacchino un drink tirato fuori dalla sua borsetta: Tennent’s Super. Simontha declinò educatamente, ma la cosa insospettì le altre. - Oh ma stai bene? - Mmmh, non molto. - C’hai il ciclo? - No, c’ho lo scacaccio. - Aaah! L’espressione di assenso fece percepire a Simontha la solidarietà delle altre e la rincuorò: forse ce l’avrebbe fatta a resistere, a non detonare in un’immensa montagna di merda fumante. Le fitte si alternavano a colpi di calore e Simontha obbligava Mirandella ad aprire e chiudere il finestrino a seconda che stesse sudando o avesse i brividi. Ch’arlotta si preoccupava di tenere l’amica al caldo, ma al contempo la guardava diffidente ogni volta che percepiva qualche strano odore. E Simontha doveva sempre chiarire che non era stata lei. - Oh, sto a sudà freddo! - Non è un buon segno. - Che vorrà dì? Sto per morì? - No, stai per cacatte addosso. Il viaggio verso Long Island sembrò interminabile, con Gioacchino che guardava Simontha dallo specchietto retrovisore, preoccupato per tappezzeria della limousine verde menta. Parcheggiarono lontanissimo dal luogo del concerto e, una volta scesa dalla limo, l’intestino di Simontha si srotolò in tutta la sua dolorosa maestosità. Aveva decisamente bisogno di un bagno. Camminando piegata a novanta, per la prima volta in vita sua per un motivo non attinente la sfera sessuale, raggiunse un bagno degno della toilette di Trainspotting. Chiaramente il bagno delle signore era occupato da laide donzelle della metà dei loro anni che cercavano di vomitare per “scarcalla”. Simontha non ci pensò due volte e si fiondò nella toilette degli uomini. Espletò la sua operazione fra mille difficoltà, arrampicandosi sul wc lurido e supplendo alla mancanza di carta igienica con millanta fazzolettini che per poco non intasarono lo scarico. L’impresa era stata ardua, ma era sopravvissuta. Ed ora poteva godersi il concerto, la birra e il pogo selvaggio a bordo palco. Niente poteva fermare le regine del Donca, nemmeno lo scacaccio.
Posted on: Thu, 19 Sep 2013 09:01:50 +0000

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