LISLAM MODERATO NON ESISTE La primavera araba consiste nel - TopicsExpress



          

LISLAM MODERATO NON ESISTE La primavera araba consiste nel progetto islamista di costruire il Grande Califfato islamico: un progetto politico preciso che ha armi, eserciti, soldi e che si sta realizzando a partire dalla Siria di Piero Gheddo Non si può più tacere. Troppe notizie giungono da ogni parte del mondo islamico e sono tutte dello stesso segno: gli estremisti islamici (salafiti) sono allattacco dei cristiani. Un italiano, tornato in questi giorni dalle Filippine, mi dice che nella grande isola di Mindanao centinaia di estremisti sono giunti nella notte dallinterno del territorio e da isole minori e hanno attaccato un quartiere periferico della città di Zamboanga, saccheggiando e bruciando case e capanne. Si sono ritirati portando via decine di ostaggi e lasciando sul terreno morti e feriti. Litaliano dice che uccisioni o rapimenti mirati sono frequenti ma forse è la prima volta che succede un attacco così massiccio ai cristiani. Nella regione sè sparso il terrore per nuovi assalti e niente sarà più come prima. Il governo manderà lesercito e si prevedono nuovi scontri, vendette, distruzioni. Chi può scappa in altre regioni del paese, la vita della gente e leconomia sono bloccate. Dai paesi del Golfo Arabo giungono copiosi finanziamenti agli ulema di moschee e scuole coraniche affinché educhino i giovani alla lotta e al martirio per lislam contro lo Stato cristiano, al quale i salafiti chiedono una regione autonoma per la minoranza islamica dellisola di Mindanao, che si unirebbe alla Malesia e al vicino Borneo malese, per formare un unico Stato islamico. Questa è una delle notizie che non giungono alla ribalta dellinformazione internazionale, ma non è la sola. Il Bangladesh è sempre stato un paese e un popolo di islam moderato, ancor oggi ammette missionari e suore stranieri; ma negli ultimi anni i numerosi movimenti e gruppi islamisti hanno infiammato il popolo, chiedono che il governo dichiari la Sharia (legge coranica) legge dello Stato e bloccano il paese per giorni con continui scioperi e manifestazioni che si risolvono spesso in violenze gratuite (chi viaggia o lavora viene fermato, battuto, a volte accoltellato o ucciso). Le piccole minoranze cristiane, indù e buddiste sono sotto pressione e subiscono ogni giorno condanne pretestuose, ingiustizie, violenze. Si teme che il Bangladesh, in occasione delle prossime elezioni politiche, volga al peggio. Il Centrafrica è uno degli Stati più destabilizzati del continente, a causa delle bande armate di islamici venuti dallestero (Nigeria, Ciad, Niger, Sudan), che hanno preso il potere nella capitale Bangui, scalzando il Presidente Bozizé. Come denunzia Mondo e Missione (ottobre 2013), durante loffensiva delle forze di Seleka (così si chiamano gli islamisti al potere), ospedali e centri sanitari sono stati saccheggiati e il personale medico è fuggito. La situazione sanitaria è drammatica. Un pastore protestante dichiara: I cristiani sono presi di mira dai militari islamici: vengono legati, picchiati e costretti a consegnare i soldi per salvarsi la vita… I ribelli di Seleka devastano e saccheggiano luoghi di culto, uccidono e costringono alla fuga centinaia di migliaia di persone, prendendo di mira specialmente i cristiani. Quattro diocesi del Centrafrica sono state pesantemente saccheggiate, almeno metà dei beni della Chiesa sono stati distrutti o portati via. Mons. Juan José Aguirre, vescovo di Bangassou, afferma: «La gente scappa ovunque, i civili vengono uccisi e le ragazzine violentate. In diocesi hanno rubato tutto quel che potevano: auto, moto, persino frigoriferi, televisori, coperte. Hanno distrutto tutto, dai centri scolastici ai servizi di pediatria». Un rapporto della diocesi di Bohong denunzia: «A Bohong non è stata risparmiata nessuna capanna appartenente agli abitanti non musulmani, da parte dei militari di Seleka venuti dallestero. In tutta la città, esclusa la parte musulmana, la stessa scena: case senza tetto, muri anneriti e vuoti….». Superfluo ricordare cosa succede in altri paesi dellAfrica nera. Il grande Nord del Mali è praticamente governato dalle bande islamiste, il Sud si è salvato solo per lintervento delle forze speciali francesi. In Nigeria i frequenti assalti di Boko Aram a chiese e istituzioni cristiane rivelano il piano di scacciare i non musulmani da tutti gli Stati del Nord. Nel solo mese di settembre 2013 le vittime cristiane di queste violenze sono state circa 500! LOccidente si illude dicendo: Ma questo non è il vero islam. Ma qual è il vero islam? In verità, dato che i terroristi e i salafiti stessi si dichiarano islamici e che agiscono in favore dellislam, giunge alla ribalta solo lislam violento. So bene che la maggioranza dei credenti in Allah e Corano sono persone pacifiche che aspirano solo a vivere in pace e in libertà. Ho visitato tutti i paesi islamici dallIndonesia al Marocco, dalla Somalia al Senegal, dal Mozambico allEgitto e alla Turchia, e lho sempre sentito ripetere da cristiani e anche da missionari, suore, sacerdoti e vescovi locali. Ma allora è lecito chiedersi: perché queste masse umane di moderati non protestano mai; perché non nascono associazioni e gruppi musulmani per condannare le violenze dei salafiti e il martirio per lislam dei kamikaze terroristi? Nella nostra Italia ci sono dai due ai tre milioni di musulmani, i cui diritti alla libertà religiosa sono riconosciuti. Perché non protestano mai contro queste violenze sistematiche compiute dai loro correligionari? Queste domande non sono offensive. Desidero solo evitare che anche in Italia si pensi quello che ha dichiarato a Tempi.it Domenico Quirico, inviato e La Stampa in Siria e per mesi prigioniero dei guerriglieri islamici: «Noi non vogliamo capire che lislam moderato non esiste, che la Primavera araba è finita e che la sua nuova fase consiste nel progetto islamista e jihadista di costruire il Grande Califfato islamico. Un progetto politico preciso che ha armi, eserciti, soldi e che si sta realizzando a partire dalla Siria». Noi credenti in Cristo e nella Chiesa cattolica continuiamo nella preghiera, nel dialogo, nellaccoglienza e solidarietà verso i musulmani bisognosi, ma certe domande è bene che ce le poniamo e le discutiamo. Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12/11/2013 Pubblicato su BastaBugie n. 324
Posted on: Thu, 21 Nov 2013 16:00:01 +0000

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