LO SCANDALO DELLA BANCA DI ROMA Per chi ha visto il film - TopicsExpress



          

LO SCANDALO DELLA BANCA DI ROMA Per chi ha visto il film capisce subito che i giudici sono al soldo dei politici,che dopo tante prove poi scomparse di un intero parlamento corrotto, che prendevano mazzette, SOLDI CHE IL GARIBALDI DEPREDO AL POPOLO CAMPANO alla fine tutti assolti i politici e parliamo dellanno 1889,dopo lunita ditalia, quindi litalia e nata sulla corruzione sulle mazzette sul sistemiamo tutto con un giudice amico, I NOSTRI PADRI FONDATORI DELLA COSTITUZIONE HANNO PREVISTO TUTTO,TRANNE LA FUCILAZIONE DEI LADRI (ORA NEL 2013 BASSOLINO E COMPANY DOPO TANTI DANNI DI SCEMPIO SULLA MONNEZZA COME LORO TUTTI ASSOLTI, MA QUESTI GIUDICI DEL CAVOLO FANNO IL LAVORO DEI PRETI, ASSOLVONO SOLO DIETRO UNA CONGRUA OFFERTA? Breve riassunto dello scandalo della banca romana? Ancora tre decenni dopo lUnità, in Italia vi erano ben sei banche centrali con la facoltà di emettere biglietti di banca intitolati al Regno dItalia: la Banca Romana, la Banca Nazionale di Torino, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito. Allepoca, le maggiori banche italiane si erano impegnate in prestiti a lungo termine soprattutto nel settore dellindustria edilizia e finirono col rimanere strettamente legate a quelle imprese da cui dipese alla fine la loro vita. A causa della crisi del settore edilizio, crollarono numerose banche: il Banco di Sconto e Sete, la Banca Tiberina, il Credito Mobiliare, la Banca Generale. Il tonfo più clamoroso fu quello della Banca Romana per lo scandalo politico-finanziario che ne derivò. Lo scandalo della Banca Romana, e in generale la crisi del sistema bancario, era causato dalla grave depressione iniziata nel 1887-88 e dagli eccessivi investimenti nel settore edilizio, dopo il trasferimento della capitale, specialmente a Roma e a Napoli a seguito delle operazioni di risanamento seguite al colera del 1884, che si rivelarono fallimentari per la stessa Banca Romana. Per coprire le perdite, listituto di credito della capitale non solo iniziò a emettere nuova moneta senza autorizzazione, ma arrivò addirittura a stampare due serie di biglietti con lo stesso numero di serie, in modo da raddoppiare, senza darlo a vedere, lemissione di moneta in circolazione. Linchiesta Nel giugno del 1889 il Ministro dellAgricoltura, Industria e Commercio del Governo Crispi I, Luigi Miceli, dispose unindagine ispettiva su tutti gli istituti di emissione. Linchiesta fu affidata al senatore Giuseppe Giacomo Alvisi e al funzionario del Tesoro Gustavo Biagini. Lindagine dette risultati contraddittori: fu riscontrato un disavanzo di nove milioni di lire, reintegrato tuttavia il giorno successivo e spiegato con limperizia degli inquirenti. Il 30 giugno 1891, il Governo di Rudinì I si oppose a che il senatore Alvisi riferisse in Senato i risultati dellispezione da lui condotta in nome dei supremi interessi del Paese e della Patria[1]. Prima della sua morte, avvenuta il 24 novembre 1892, Alvisi confidò ad alcuni amici i risultati dellinchiesta, che vennero resi noti il 20 dicembre 1892 dal deputato radicale Napoleone Colajanni: la Banca Romana, a fronte dei 60 milioni autorizzati, per cui possedeva sufficienti riserve auree, aveva emesso biglietti di banca per 113 milioni di lire, incluse banconote false per 40 milioni emesse in serie doppia[2]. Per accertare le modalità di quelle emissioni fu proposta uninchiesta parlamentare a cui si oppose il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti che promosse invece uninchiesta presieduta dal primo presidente della Corte dei Conti Enrico Martuscelli. Il 20 gennaio 1893 Martuscelli riferì lesistenza delle irregolarità: il governatore della Banca Romana Bernardo Tanlongo e il direttore Michele Lazzaroni vennero arrestati, mentre il deputato Rocco de Zerbi, contro cui la Camera dei Deputati aveva concesso lautorizzazione a procedere per laccusa di aver appoggiato per denaro la dirigenza della Banca Romana, morì improvvisamente, probabilmente suicida. Il processo Dal carcere Bernardo Tanlongo (lex governatore della Banca Romana) affermò di aver dato cospicue somme anche a diversi presidenti del consiglio, tra cui Giovanni Giolitti e Francesco Crispi. Giolitti, in risposta ad interrogazioni ed interpellanze parlamentari, negò di essere stato a conoscenza della relazione Alvisi-Biagini e di aver ricevuto denaro dalla Banca. Il 21 marzo 1893 fu nominato un comitato di sette parlamentari che il 23 novembre 1893 presentò al presidente della Camera la relazione finale nella quale si affermava che fra i beneficiari dei prestiti vi erano 22 parlamentari, fra cui Crispi. Il processo del 1894 si concluse con lassoluzione degli imputati: per evitare che linchiesta travolgesse uomini di spicco della politica italiana, i giudici nella sentenza denunciarono la sparizione di importanti documenti, necessari a provare la colpevolezza degli imputati. Il procedimento penale venne quindi archiviato senza emettere alcuna condanna. Conseguenze dello scandalo Lo scandalo ebbe non soltanto enorme risonanza nellopinione pubblica, ma anche pesanti ripercussioni sia a livello politico, sia sul sistema economico e bancario italiano. A seguito del caos finanziario, il capo del governo Giovanni Giolitti istituì commissioni di inchiesta e pose mano rapidamente al riordino del sistema creditizio. Con la legge n. 449 del 10 agosto 1893 fu fondata la Banca dItalia attraverso la fusione della Banca Nazionale con le due banche toscane. Alla nuova banca fu affidata la liquidazione della Banca Romana. Lemissione di moneta rimase competenza di soli tre istituti: la Banca dItalia, in posizione di leadership, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. Questi ultimi sarebbero stati spogliati della facoltà di emissi
Posted on: Wed, 27 Nov 2013 20:53:05 +0000

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