LUCANIA SOTT’OLIO Pino Aprile ≪L’industria petrolifera - TopicsExpress



          

LUCANIA SOTT’OLIO Pino Aprile ≪L’industria petrolifera è molto inquinante,≫ premette la professoressa Albina Colella ≪ma ci si fa caso solo se c’è un disastro. Finché le trivelle bucano deserti, fondi marini lontani dalle coste, questo non viene percepito. Ma l’Agenzia per l’Ambiente degli Stati Uniti considera pericolo di livello 7-8 (il massimo e 9), ogni attività petrolifera, incluso centri di pretrattamento e oleodotti. In Lucania le trivelle sono a 4-500 metri dal centro abitato di Marsicovetere. In Irpinia, a Nusco, vogliono fare un pozzo a 300 metri dal paese!≫ (Ricordate cosa è successo negli Stati Uniti, per l’esplosione di un pozzo della piattaforma Deepwater Horizon, al largo delle coste della Louisiana, nel 2010? Il più grande disastro ambientale della storia degli Usa, dieci volte più grave di quello della Exxon Valdez, con la marea nera che invase le coste della Louisiana, del Mississippi, dell’Alabama e della Florida. Sapete a che distanza era dalla costa, quel pozzo? Ottanta chilometri. Lo ripeto: ottanta chilometri; e ripeto pure a che distanza stanno i pozzi in Lucania, dai paesi: anche poche centinaia di metri. In Val d’Agri, soltanto i corsi d’acqua sono 23; le idrostrutture (aree madri di sorgenti) 22 e occupano gran parte della valle; le sorgenti circa 650; e il fiume Agri raccoglie quello che scende dall’intero bacino. In mezzo a tutta quest’acqua, ci sono 26 pozzi petroliferi attivi, l’oleodotto lungo 137 chilometri e un pozzo esaurito in cui si sparano, a pressione, i residui tossici dell’estrazione e della depurazione del petrolio. «Il petrolio è a 3-4 chilometri di profondità. L’acqua a meno» Quando tiri su, tiri su tutto; poi entrambi i tipi d’acqua, compresi i lubrificanti, gli acidi che ci infili per poter arrivare al giacimento, i fanghi di trivellazione e tutto il resto devono essere tolti. Che te ne fai di quei residui? Li smaltisci in un centro della Val Basento o li inietti a pressione nel sottosuolo, in un pozzo ormai vuoto. Ma in aree tettonicamente attive e sismiche, dove le rocce fratturate si muovono in blocchi lungo i piani di faglia, quei rifiuti fluidi possono lubrificare i piani di faglia e favorire lo sviluppo di terremoti. Questo è un territorio fragilissimo, capace di scosse di magnitudo 7,0, come quelle del 1857, quando morirono 9.257 lucani e del 1980. Da “Il Sud puzza. Storia di vergogna e d’orgoglio.”
Posted on: Tue, 05 Nov 2013 13:27:49 +0000

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