La Mala Educaxxxion La7d (scritto per gioco) "Lentamente presi - TopicsExpress



          

La Mala Educaxxxion La7d (scritto per gioco) "Lentamente presi coscienza, gli occhi ancora chiusi, i pensieri storditi...avevo un corpo accanto, sdraiato accanto al mio, caldo e nudo...Non che non sapessi chi fosse, qualcosa ricordavo ma troppo poco...Mi voltai su un fianco, e osservando il suo viso cercai di ricostruire..." Pioggia, d’un temporale improvviso, impetuoso, estivo, che raggelò l’aria e di quel freddo m’accapponò la pelle. Pioggia che infraicia, appiccicandoteli addosso, i vestiti leggeri, fatti di veli, per non parare niente, se il caldo afoso. Cercavo di rincorrere un taxi, senza riuscirci fino a che cieca dell’acqua negli occhi, una specie di bisonte mi si scaraventò addosso facendomi finire sulla fiancata d’un auto parcheggiata: “Oooops!.... Mi scusi!... non l0avevo vista! Con tutat quest’acqua è difficile vederci, specie se si sta a guardare più le pozzanghere che dinanzi a noi stessi. Uscivo di corsa, mi scusi ancora è colpa mia!...” Un marcantonio di due metri mi stava guardando fisso negli occhi. Trentadue denti che parevano il doppio, splendevano in quella bocca di labbra carnose, distese in un sorriso mediterraneo, d’un volto abbronzato di sole… “Posso offrirle un passaggio? Lavoro qui, al 55.o piano, forse ci conosciamo di vista, ma certo, in queste condizioni, come possiamo riconoscerci?” E scoppiò in una risata cui non potei fare a meno di fargli coro. “Sì…. Grazie…. Mi toglierebbe da un impiccio enorme, non c’è un taxi libero….” L’auto era lì, poco distante, una vecchia chevy,, di quelle che si vedono nei film anni ’60. Odore di pelle e di fumo, coi ninnolli appesi, non appariva l’auto d’un uomo come lui, così ben vestito, formale. Sembrava più l’auto di un Hippy. Durante il tragitto parlammo del più e del meno ma in particolare mi colpì la sua voce. Le parole scandite, precise, d’un timbro caldo, carezzevoli. Sarei rimasta a sentirlo parlare per ore. Il gin tra le mani si stava scaldando, il ghiaccio era già sciolto. Ci guardavamo negli occhi. Sorrideva parlandomi di aver scelto di fare il broker per venire via dal Montana. Abitava nei pressi del National Park, un luogo bellissimo, si, ma senza prospettive di lavoro particolari, se non turismo, adeguarsi all’allevamento del bestiame. Cavalli, di cavalli disse di averne sette. Gli piaceva andare a cavallo. D’improvviso tacque. Mi osservava, sbirciava nei piccoli spazi che il mio accappatoio lasciava aprirsi. Forse io stessa, lasciavo che ciò accadesse. Potevo percepire il calore del suo sguardo. Vide che mi ero accorta dove fosse rivolta la sua attenzione e guardandoci ne sorridemmo. Comprese che forse era ora di andare e, alzandosi posando il bicchiere sul tavolino, tese la mano, che raccolsi nella mia. Una mano grande, forte. Non volevo andasse più via, ma non sapevo come fare. L’accompagnai alla porta e nell’attimo di aprirla le nostre mani si sfiorarono nuovamente. La presi, di nuovo, ma non la lasciai. Presi anche l’altra e, attirandolo a me, lo baciai. Dapprima un semplice sfioro, poi un altro, e poi…. Carezze, mani che sfiorano l’idea d’un corpo, sospeso tra il tutto e il niente, frustate di piacere che i nostri copri mostravano come onde d’un mare in tempesta, un sogno bramato, inconsapevolmente desiderato, pudicamente nascosto, spudoratamente, sfacciatamente preteso, rubato. Tra poco dovrai andare via. Forse ti ricorderai di me come lo svago d’un attimo. Forse il calore della passione si stempererà al tuo risveglio, confondendosi tra la nebbia d’una vita di tutti i giorni. Forse ti ricorderai di me. Forse rimarremo amici. O forse no, lo faremo di nuovo…… Sfioro il suo volto col dorso della mano e lui, che sembrava ancora dormisse, la trattiene con la sua e me la bacia. (Riccardo Bernardini)
Posted on: Mon, 07 Oct 2013 21:49:46 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015