La bacchetta magica “Desidera?” la commessa era giovane, - TopicsExpress



          

La bacchetta magica “Desidera?” la commessa era giovane, carina, perfetta. Cenerentola invece si sentiva a disagio quando entrava nei negozi del centro. Un po’ d’inibizione le era rimasta, per le sue origini: polvere, pentole e camino e poi si sentiva fuori moda con quel vestitone da ballo e le scarpine di cristallo di una volta. Il Principe Azzurro aveva insistito per accompagnarla e questo la innervosiva molto perché quando si trattava di spendere dei soldi, lui faceva un muso da ciuco lungo fino ai piedi. “Vorrei comprare una bacchetta magica” disse “per la mia fata madrina…domani compie gli anni.” La commessa annuì. “Che tipo di bacchetta preferisce?”. Cenerentola rimase incerta…”Ce ne sono di vari tipi?” chiese, perplessa. La commessa alzò le sopracciglia. Poi si girò verso lo scaffale e prese una scatolina “Questo è il modello classico….” Disse, tirando fuori un bastoncino sottile “E’ diritto, liscio, leggero, maneggevole, senza nodi, e l’uso è semplice: si agita, e funziona sempre…“. Cenerentola tentennò la testa, insicura ”La mia madrina compie 202 anni!”. La commessa strizzò l’occhio “Chissà quante ne ha viste di bacchette!”. Fece una bella risata squillante. Rise anche Cenerentola, anche se non aveva capito la battuta. ”Vorrei una bacchetta più importante per lei!”, disse. Stavolta risoluta. La commessa piegò la testa di lato “Le faccio vedere gli altri modelli? Cambia lunghezza e circonferenza ma tutte le bacchette dopo un certo numero di volte finiscono la loro carica magica…e niente più incantesimo…”. Cenerentola guardò nervosa l’orologio. Le era rimasta l’ansia dell’ora. Il panico della mezzanotte. Si sentì le guance calde. Dette un’occhiatina di lato. Il principe Azzurro era nel reparto accanto, a discutere sul prezzo dell’avena. Il cavallo bianco ne mangiava 7 chili al giorno. Stava ingrassando. Il cavallo. E anche il Principe. “No…prendo questa” disse in fretta a voce bassa. ”Faccio un pacchettino regalo?”. Cenerentola annuì con la testa. Non vedeva l’ora di uscire da lì. Le era venuta la depressione. ”Hai speso molto?” chiese il Principe Azzurro, aggrottando le sopracciglia, quando furono fuori dal negozio. “No…”disse Cenerentola.” ” Mi hanno messo una multa!” urlò all’improvviso il Principe, infuriato, vedendo da lontano quel foglietto attaccato all’orecchio destro del cavallo bianco. ”La prossima volta non ti accompagno! Vai in centro con l’autobus!”. Cenerentola non disse niente. Sentì la stanchezza. E si sentì stupida con quel pacchetto in mano. E le facevano male i piedi. E non aveva nessuna voglia di tornare al castello. E preparare l’avena al cavallo. E rinchiudersi fra gigli, oleandri e rose al crepuscolo. Guardò nervosa se c’erano messaggi sul cellulare. Nessuno. Un’idea strana le sfiorò la mente. Telefonare alle sorellastre. Magari uscire una sera con loro. Erano sempre così agghindate. Spudorate. Sapevano come divertirsi. O almeno così dicevano. Guardò nella memoria. Scorse tutti i telefoni dei topini, nervosa, poi trovò il numero di Anastasia…”Chi stai chiamando?”, chiese il Principe. “La fatina…” mentì Cenerentola. E accelerò il passo. Speriamo che il numero sia ancora questo. Pensò. Speriamo siano rimaste stronze.
Posted on: Thu, 29 Aug 2013 18:51:37 +0000

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