La confutazione che Kant fece della prova ontologica dellesistenza - TopicsExpress



          

La confutazione che Kant fece della prova ontologica dellesistenza di Dio, operata da Anselmo dAosta, poggia sulla differenza insita, nel lessico anselmiano, tra 1) INTELLIGERE 2) COGITARE «Essere, patentemente, non è un predicato reale, ossia il concetto di qualcosa tale da potersi aggiungere al concetto duna cosa. Esso è semplicemente la posizione duna cosa o di talune determinazioni in se stesse. Nelluso logico non è che la copula dun giudizio. La proposizione Dio è onnipotente, racchiude due concetti che hanno i loro oggetti: Dio e lonnipotenza; la paroletta è, non costituisce un predicato aggiunto, ma non fa che porre in relazione il predicato col soggetto. Se però io prendo il soggetto (Dio) unitamente a tutti i suoi predicati (di cui fa parte lonnipotenza), e dico: Dio è, oppure: Cè un Dio, allora non attribuisco alcun nuovo predicato al concetto di Dio, ma pongo soltanto il soggetto in se stesso, con tutti i suoi predicati, ossia loggetto, in relazione col mio concetto. Oggetto e concetto non possono avere che un contenuto rigorosamente identico, e nulla può esser aggiunto al concetto (che esprime la semplice possibilità) per il fatto che il suo oggetto sia pensato come assolutamente dato (mediante lespressione: è). E dunque il reale non contiene niente più del semplicemente possibile. Cento talleri reali non contengono assolutamente nulla in più di cento talleri possibili. Infatti, poiché i secondi stanno a significare il concetto, e i primi loggetto e la sua posizione in sé, se loggetto possedesse qualcosa di più del concetto, questo non esprimerebbe integralmente loggetto e non ne sarebbe il concetto adeguato. Certamente, rispetto alle mie disponibilità finanziarie i cento talleri reali contengono qualcosa di più del mero concetto di essi (ossia della loro possibilità). Infatti, quanto alla realtà, loggetto non è contenuto in modo meramente analitico nel mio concetto, ma si aggiunge invece sinteticamente a tale concetto (che è una determinazione del mio stato), senza però che i cento talleri pensati subiscano il benché minimo accrescimento in virtù di questo essere, che si trovi fuori del mio concetto.» [Kant: Critica della ragion pura - UTET Libreria, Torino 2005 - a cura di Pietro Chiodi - pag. 481]
Posted on: Sun, 17 Nov 2013 14:13:44 +0000

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