La doppia faccia (incostituzionale) di Alfano Mail Stampa - Legge - TopicsExpress



          

La doppia faccia (incostituzionale) di Alfano Mail Stampa - Legge Alfano-Severino A che titolo parla Angelino Alfano? E soprattutto, di che sta parlando? Dopo il vertice con Berlusconi ad Arcore ha detto testualmente: “La decadenza di Berlusconi è costituzionalmente inaccettabile”. È il ministro dell’Interno del governo Letta, carica che ha salvato per un pelo dopo lo scandalo della Shalabayeva, a fare questa affermazione? Se è così vuol dire che, da ieri, tutti i condannati fino a due anni di pena possono stare tranquilli, non devono lasciare le cariche elettive e in caso di elezioni possono candidarsi. Perché è evidente che se la legge Severino, nell’alta interpretazione giuridica di Alfano, è diventata carta straccia e non vale per Berlusconi, allora non ha alcun valore neppure per tutti gli altri cittadini italiani che si trovano o dovessero trovarsi nelle sue condizioni. Va da sé che l’affermazione di Alfano – l’invito ad aggirare una legge dello Stato – assai mal si concilia con la sua posizione di ministro del’Interno nel governo e nel Paese. E ci sarebbe materia per un formale richiamo del presidente della Repubblica. Ma non basta. Il giudizio di Alfano, che è anche segretario del Pdl e vice premier, genera un profondo sconcerto perché è stato proprio lui, nel marzo 2010, allora famoso Guardasigilli del lodo omonimo, a portare in consiglio dei ministri la legge anti-corruzione, che aveva al suo interno il capitolo dell’ incandidabilità. Alfano, ovviamente, ha votato la legge in Parlamento. Siamo ormai alla farsa. La stessa persona, a seconda dei ruoli politici e di governo che riveste, cambia opinione e lancia moniti contraddittori. Se è ministro della Giustizia si vanta di aver presentato la legge anti-corruzione. Fa di più, ogni volta che si parla di questa legge, tramite i suoi uomini-immagine, sollecita i parlamentari Pdl perché ricordino che la legge era sua. Ma se, per puro caso, nell’ingranaggio del decreto Severino finisce Berlusconi allora la stessa legge diventa “costituzionalmente inaccettabile”. Pare una pièce teatrale in cui un cattivo attore recita più parti solo cambiandosi la maschera. Peccato che poi tenga addosso gli stessi vestiti. A che titolo parla Angelino Alfano? E soprattutto, di che sta parlando? Dopo il vertice con Berlusconi ad Arcore ha detto testualmente: “La decadenza di Berlusconi è costituzionalmente inaccettabile”. È il ministro dell’Interno del governo Letta, carica che ha salvato per un pelo dopo lo scandalo della Shalabayeva, a fare questa affermazione? Se è così vuol dire che, da ieri, tutti i condannati fino a due anni di pena possono stare tranquilli, non devono lasciare le cariche elettive e in caso di elezioni possono candidarsi. Perché è evidente che se la legge Severino, nell’alta interpretazione giuridica di Alfano, è diventata carta straccia e non vale per Berlusconi, allora non ha alcun valore neppure per tutti gli altri cittadini italiani che si trovano o dovessero trovarsi nelle sue condizioni. Va da sé che l’affermazione di Alfano – l’invito ad aggirare una legge dello Stato – assai mal si concilia con la sua posizione di ministro del’Interno nel governo e nel Paese. E ci sarebbe materia per un formale richiamo del presidente della Repubblica. Ma non basta. Il giudizio di Alfano, che è anche segretario del Pdl e vice premier, genera un profondo sconcerto perché è stato proprio lui, nel marzo 2010, allora famoso Guardasigilli del lodo omonimo, a portare in consiglio dei ministri la legge anti-corruzione, che aveva al suo interno il capitolo dell’incandidabilità. Alfano, ovviamente, ha votato la legge in Parlamento. Siamo ormai alla farsa. La stessa persona, a seconda dei ruoli politici e di governo che riveste, cambia opinione e lancia moniti contraddittori. Se è ministro della Giustizia si vanta di aver presentato la legge anti-corruzione. Fa di più, ogni volta che si parla di questa legge, tramite i suoi uomini-immagine, sollecita i parlamentari Pdl perché ricordino che la legge era sua. Ma se, per puro caso, nell’ingranaggio del decreto Severino finisce Berlusconi allora la stessa legge diventa “costituzionalmente inaccettabile”. Pare una pièce teatrale in cui un cattivo attore recita più parti solo cambiandosi la maschera. Peccato che poi tenga addosso gli stessi vestiti. ;) ;) ;) ;)
Posted on: Thu, 29 Aug 2013 06:49:27 +0000

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