La dottoressa nell’ambulatorio vaccinazioni chiama ad alta voce i nomi dei bambini (nomi indiani, rumeni, albanesi, marocchini...). Le mamme indiane, rumene, albanesi, marocchine..., forse frastornate per il caldo e per la scarsa comprensione della lingua, sono distratte, non rispondono, si confondono. E poi c’è il mercato fuori, dunque loro vanno e vengono con i sacchetti e con frotte di bambini aggrappati, dentro e fuori, fuori e dentro e adesso, a chi tocca? La gentilissima dottoressa si spazientisce. Ettore è l’ultimo della lista oraria, ma l’unico italiano. Morale: entra per primo. Io, io mi vergogno e penso, non è razzismo anche questo, non è razzismo l’impazienza verso chi nuota nel tempo con un altro tempo, e naviga nel discorso con un altra lingua?
Posted on: Tue, 20 Aug 2013 10:12:28 +0000
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