La guardia di finanza di Torino scoperto un`associazione per - TopicsExpress



          

La guardia di finanza di Torino scoperto un`associazione per delinquere che era riuscita a realizzare truffe milionarie con finti concorsi a premi televisivi: arrestate 6 persone. Il sistema era facile: un call center che lancia quiz su emittenti private, ignare del raggiro, e poi invita i concorrenti a chiamare un numero che li tiene in lunga quanto vana attesa e che pagano 15 euro al minuto. In tre anni la società dietro il call center è riuscita a incamerare 9 milioni di euro. Trenta finanzieri del comando provinciale di Torino hanno dato esecuzione, in Lombardia e in Piemonte, a sei ordinanze di custodia cautelare, di cui cinque in carcere ed una degli arresti domiciliari, emesse dal gip del tribunale di Torino Cristiano Trevisan, su richiesta del pm Alberto Benso. I reati contestati - I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffa, bancarotta, emissione di fatture per operazioni inesistenti e riciclaggio. L`indagine, condotta dalle fiamme gialle di Orbassano e del nucleo polizia tributaria di Torino ha riguardato la società C.S.C. (Credits Security Consultants) Srl., con sede legale a Napoli, ma di fatto operante a Torino, quale call center. In particolare - spiegano le fiamme gialle - la C.S.C. aveva promosso, tramite emittenti televisive private risultate del tutto estranee ai fatti contestati, un concorso a premi, il Quizzone, dove i partecipanti erano invitati a chiamare telefonicamente un numero 899, che, a loro insaputa, prevedeva una tariffa pari a 15 euro al minuto. I concorrenti erano lasciati in attesa per un certo tempo e, infine, le chiamate erano interrotte. Una rete di società svizzere e polacche - In questo modo, secondo le indagini dei finanzieri, la società è riuscita ad incamerare, nell`arco di un triennio, quasi 9 milioni di euro. I proventi illeciti erano poi fatti passare nei conti personali degli indagati o trasferiti all`estero. Le indagini hanno condotto all`emissione di provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di 6 persone, tra cui due commercialisti, a uno dei quali, 73enne, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Fondamentale, secondo la ricostruzione dei finanzieri, il ruolo dei due commercialisti di Torino, padre e figlio, i quali hanno ideato una rete di società svizzere e polacche, che, attraverso un sistema di false fatturazioni, hanno consentito alla società di documentare costi fittizi idonei a giustificare il trasferimento dei proventi illeciti all`estero e, in particolare, in Svizzera e nella Repubblica di San Marino. Nel corso delle indagini sono emersi elementi probatori a carico di uno degli indagati - I flussi finanziari intersocietari usati per trasferire il denaro all`estero sono stati ricostruiti anche grazie a rogatorie internazionali, le quali hanno consentito di acquisire le prove necessarie per dimostrare che le società straniere erano, a tutti gli effetti, prive di qualsiasi struttura, in altri termini mere cartiere finalizzate a fatturare nei confronti di C.S.C. cessioni di beni o prestazioni di servizi in realtà mai avvenute. Parte dei proventi illecitamente ottenuti attraverso le truffe era investito dagli indagati per l`acquisto di società nei settori della ristorazione e dello stampaggio di lamiere, che venivano poi progressivamente svuotate e pilotate verso il fallimento, determinandone dolosamente lo stato d`insolvenza. Nel corso delle indagini, sono emersi anche elementi probatori a carico di uno degli indagati per ipotesi di usura ed estorsione: luomo, 39 anni, dopo aver prestato a conoscenti somme di denaro con tassi d`interesse pari al 70% annui, non esitava a ricorrere alle minacce nel pretenderne la restituzione. 07 novembre 2013
Posted on: Sat, 09 Nov 2013 04:37:16 +0000

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