La nostra visione “Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per - TopicsExpress



          

La nostra visione “Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità!” Papa Francesco, dal discorso del 22 marzo 2013 Come affermato dai Premi Nobel della pace riunitisi per il World summit of Nobel peace laureates tenutosi a Chicago nel 2012: “Bisogna riscrivere la storia e insegnarla diversamente dalla storia come viene insegnata oggi; quella che viene insegnata oggi è la storia dal punto di vista dei guerrafondai, degli schiavisti, degli sfruttatori. Non è una storia dal punto di vista dei pacifisti.” Infatti i poveri non andrebbero chiamati poveri, ma derubati! Soprattutto i poveri dell’Africa e di tutti quei paesi che hanno subito 500 anni di colonialismo; alle volte ci chiediamo come mai un continente così ricco di risorse naturali ed umane come quello Africano versi ancora oggi in condizioni di estrema povertà. Ma perché è stato ed è derubato dai governi, dalle multinazionali e dalle banche dei vari Paesi colonialisti per oltre 500 anni delle sue risorse, naturali ed umane, tramite le guerre di conquista coloniali e la schiavitù, e tramite il sistema del debito! Infatti i paesi Africani, sfruttati malamente per oltre 500 anni si sono trovati anche indebitati verso i loro aguzzini, di modo che questi ultimi possano ancora oggi continuare a sfruttarli tramite l’interesse su un debito che non potrà mai essere estinto. E il debito che i paesi poveri del mondo si trovano oggi sulle spalle è stato in realtà creato ad arte dai governi dei paesi ricchi attraverso la corruzione dei politici dei paesi del terzo mondo, all’esclusivo fine di poterli sfruttare ancora. Infatti quando, verso la metà del secolo scorso, i movimenti indipendentisti resero politicamente libere le vecchie colonie, i paesi colonialisti, per non perdere i vantaggi economici acquisiti nelle colonie fecero in modo di farle indebitare nei loro confronti, e più avanti vedremo come. Allora sarebbe non carità ma giustizia restituire il mal tolto ai poveri del mondo. A più riprese il compianto Santo Padre Giovanni Paolo II ha chiesto l’azzeramento del debito dei paesi poveri dell’Africa, ben sapendo quale logiche economiche perverse si celano dietro tale situazione. Ma purtroppo le sue richieste non hanno trovato ascolto. Ovviamente, visti gli enormi interessi economici in ballo. Anche l’arcivescovo Tomasi ha ribadito il 25 maggio 2012 alla sede Onu di Ginevra sul tema “debito estero e diritti umani” che “ogni attività economica deve rispettare la dignità umana”. Dunque, anche la “ricchezza e il debito devono servire il bene comune” . Altrimenti, “se la giustizia è violata, il debito diventa uno strumento di sfruttamento, specialmente dei poveri e degli emarginati”. Mons. Tomasi ha avvertito che le “relazioni finanziarie che accrescono l’ineguaglianza sono contrarie alla giustizia”. Ed ha ribadito la “necessità di combattere la corruzione a tutti i livelli in modo da evitare gli errori del passato quando i prestiti erano presi da leader politici per fini dubbi e non per il bene delle popolazioni povere”. Per questo, ha detto l’Osservatore vaticano presso l’Onu di Ginevra, “la Santa Sede sostiene una riforma che corregga le ingiustizie del passato”. Al contempo, ha evidenziato il presule, “una maggiore trasparenza aiuterà anche a prevenire livelli di debito insostenibili per le nazioni in via si sviluppo”. Il debito sovrano, ha osservato mons. Tomasi, “non deve essere visto come un problema esclusivamente economico”. Il debito incide, infatti, sulle “future generazioni così come su quelle condizioni sociali che permettono il godimento dei diritti umani di un gran numero di persone”. Chi ha letto il libro Confessioni di un sicario dell’economia di John Perkins sa quanto sia ancora più losca la situazione. E’ un libro sorprendente, poco pubblicizzato in Italia e ancor meno negli USA, per i contenuti scottanti espressi dall’autore ma su cui sono stati trasmessi vari documentari su importanti televisioni. Lui si descrive come “sicario dell’economia” ( SDE ), ovvero come il suo lavoro consisteva nello stipulare contratti per conto della C.I.A. , cioè fare, ad ogni costo e con ogni metodo, prestiti a paesi in via di sviluppo per somme talmente alte che fossero impossibili da restituire. Era un “sicario”, che si incontrava con politici e funzionari di governo dei paesi in via di sviluppo, ma strategicamente importanti per gli Stati Uniti, allo scopo di convincerli ad accettare un prestito dalla Banca Mondiale o dal Fondo Monetario Internazionale, organismi di proprietà di multinazionali americane e quindi di privati, e ad utilizzare il prestito ricevuto per realizzare progetti per infrastrutture ( strade, dighe, erogazioni di corrente elettrica o acqua potabile, etc.), tutte concessioni che sarebbero state realizzate però esclusivamente da multinazionali americane. Lo scopo era quello di indebitare questi paesi già poveri, costringendoli a pagare un debito insanabile pur di far arricchire le aziende americane, le quali entravano ( ed entrano ) con forza nell’economia locale dei paesi vittime di questo raggiro globale. Perkins nelle prime pagine del libro racconta di come sia stato reclutato nei primi anni sessanta, mentre era ancora alla facoltà di economia, dai servizi segreti americani ( dalla NSA, Agenzia per la sicurezza nazionale, la più grande e meno conosciuta agenzia di intelligence degli USA ), per poi lavorare alle dipendenze di un’impresa privata onde distogliere i collegamenti tra la sua attività e il governo americano. In realtà i servizi segreti americani ed europei formano sicari del genere allo scopo di sfruttare i paesi poveri, ed essi, con qualsiasi mezzo quali tangenti, estorsioni, statistiche truccate, sesso e omicidi portano a termine la missione prestabilita, con la complicità della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale che ne forniscono i mezzi ( il denaro, ovvero i prestiti usurai concessi a questi paesi ). E questa è la pura verità. Inoltre se pensiamo che quelle stesse logiche economiche perverse che hanno condotto l’Africa e molti altri Paesi poveri allo sfacelo attuale sono alla base delle logiche economiche che hanno ormai mandato in crisi anche il vecchio continente, ci possiamo rendere conto di come un opera di moralizzazione dell’economia e un suo ingabbiamento all’interno di una visuale asservita all’uomo e al suo sviluppo ecosostenibile sia ormai davvero inderogabile.
Posted on: Wed, 20 Nov 2013 16:29:39 +0000

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