La sinistra che nega la realtà LUCA RICOLFI Una ventina di anni - TopicsExpress



          

La sinistra che nega la realtà LUCA RICOLFI Una ventina di anni fa, all’indomani della prima vittoria elettorale di Berlusconi (1994), lo storico Giovanni Belardelli pubblicò sulla rivista «il Mulino» un saggio fulminante, significativamente intitolato «Se alla sinistra non piacciono gli italiani». Fu proprio in quell’epoca, infatti, che la sinistra, tramortita e incredula di fronte a un elettorato che aveva osato preferirle Berlusconi, iniziò a rivedere drasticamente il proprio giudizio sugli italiani. Visto che non la votavano, e le preferivano quel cialtrone di Berlusconi, gli italiani dovevano essere un popolo ben arretrato, individualista, amorale e privo di senso civico. Una teoria, questa, che raggiunse il suo apice, al limite del ridicolo, con l’appello elettorale di Umberto Eco nel 2001, in cui gli italiani che avessero osato votare Berlusconi venivano descritti con un disprezzo ed un semplicismo che, in una persona colta, si spiegano solo con l’accecamento ideologico. Oggi questa storia, una storia di incomprensione e di arroganza etica, fa però un decisivo passo in avanti. Oggi che un politico di sinistra come Stefano Fassina viene crocifisso dai suoi perché ha osato dire che esiste anche un’evasione fiscale «da sopravvivenza» (una cosa che qualsiasi persona senza pregiudizi vede ad occhio nudo) quella diagnosi di Belardelli ci appare fin troppo ottimistica, generosa, o benevola verso la cultura di sinistra. No, il problema della sinistra non è, o non è soltanto, che non le piacciono gli italiani: il problema è che non le piace la realtà.
Posted on: Fri, 18 Oct 2013 22:08:02 +0000

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