La sortita del Quirinale per chiedere la concessione della - TopicsExpress



          

La sortita del Quirinale per chiedere la concessione della cittadinanza ai nati in Italia da genitori extracomunitari appare francamente ardita ed inopportuna. Intanto, perché per un esecutivo borderline come questo, che è legale solo in quanto al momento ancora nessuno, per i motivi più disparati o per opportunismo, ne invoca l’illegalità, è una richiesta fuori luogo, non contemplata nella scarna agenda del neo Premier, e di portata troppo ampia sul piano politico per poter essere affrontata in questo passaggio così critico della politica. In secondo luogo, qualcuno dovrebbe spiegarci se per caso, senza che ce ne fossimo accorti, si sia piombati in una democrazia presidenziale all’americana, dove il Presidente scandisce i tempi ed i temi della politica, dettando l’agenda al Congresso. Detto questo, il Presidente Napolitano deve ai cittadini lo stesso deferente rispetto che noi riserviamo a lui, e non ci pare carino etichettare come folle chi eventualmente sul tema specifico non la pensi come lui. E’ chiaro che il problema c’è, qui da noi come in Europa, ma una volta tanto il fatto di non aver ancora nulla deciso ci concede il vantaggio peculiare degli ultimi entranti di poter guardare cosa hanno fatto gli altri e con quali risultati. Vediamo allora che è successo in giro nei più importanti paesi europei dove la misura auspicata dal Colle è stata introdotta da anni. In merito, da una analisi di Andrea Morigi del quotidiano Libero emergono situazioni a dir poco raccapriccianti. Vi ricordate i roghi notturni dei quartieri parigini di Clichy-sous-Bois e di Montfermeil durante le rivolte del 2005? Quartieri messi a ferro e fuoco per lo più, si riteneva, da giovani giudicati benevolmente perché considerati degli emarginati dalla società che protestavano contro un’ingiusta e totale esclusione. Poi però si scoprì che erano e sono a tutti gli effetti cittadini francesi, per due terzi di religione islamica, la maggior parte dei quali si dichiarano contrari al matrimonio con un non-musulmano. Insomma, un razzismo sfacciato e tutto dall’altra parte. Ed hanno tutti il passaporto francese, grazie alla naturalizzazione, avvenuta durante i decenni scorsi, delle decine di migliaia di ex abitanti delle colonie e dei territori d’oltremare. Nella civile e tollerante Olanda sono letteralmente disperati e montano le critiche verso l’attuale legislazione che c’è da ritenere presto sarà rivista. Intanto non si sono ancora ripresi dallo choc dell’uccisione, sette anni fa, del regista Theo van Gogh da parte di Mohammed Bouyeri, fondamentalista islamico nato ad Amsterdam ma di origini marocchine. Nemmeno la strategia dell’accoglienza nelle istituzioni ha funzionato, ai fini dell’integrazione, ma ha solo prodotto nuove problematiche dovute a questo fenomeno di “entrismo”. Ora a Rotterdam si ritrovano un sindaco musulmano, che favorisce la separazione di donne e uomini nei teatri, nelle piscine e negli spazi pubblici, in obbedienza alla legge coranica. Per reazione alla crescita dei ghetti in ogni città dei Paesi Bassi, una porzione crescente del corpo elettorale sta accordando la propria fiducia a Geert Wilders, il deputato olandese antislamista, nel tentativo di ripartire da dove il multiculturalismo ha fallito, nonché per contrastare il tentativo delle sinistre post-comuniste di crearsi una base elettorale composta di ex stranieri, come del resto sta avvenendo in Italia. E cresce il numero degli euro-scettici che ritengono come la vera disintegrazione dell’Europa stia avvenendo proprio a causa dell’apertura indiscriminata delle frontiere e della concessione incondizionata della nazionalità europea. In Germania la situazione è addirittura tragica e come in ogni posto in cui lo “ius sanguinis” sia stato sostituito dallo “ius soli”, si assiste al declino ed alla perdita di identità della civiltà occidentale. Nel 2000, la legge sulla cittadinanza fu modificata per permettere ai bambini nati sul territorio tedesco di acquisire la nazionalità purché uno dei genitori godesse di un permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni. Attualmente, dei tre milioni di turchi presenti nel Paese, 700mila hanno già ottenuto la cittadinanza tedesca. Come spiega il giornalista Joachim Wagner nel suo libro pubblicato nel settembre scorso, “Giudici senza Legge” la giustizia islamica parallela mette in pericolo addirittura la Costituzione dello Stato. Le corti coraniche, operative in tutte le maggiori città tedesche, hanno soppiantato il sistema giudiziario previsto dalle leggi fondamentali della Repubblica. Per i musulmani rappresenta l’occasione di evitare una pesante condanna penale, pagando un adeguato risarcimento alle vittime persino di stupri ed altri gravi reati, senza che la polizia ne sappia nulla. Diversi i casi di delitti d’onore, puniti molto più severamente dalla legge tedesca che dalla shari’a. Allo stesso modo, ci si può presentare senza imbarazzo davanti ai propri correligionari per risolvere questioni relative a matrimoni poligamici non contemplati dalla legislazione del Paese ospitante, nonostante tutti gli sforzi compiuti per avviare il dialogo interreligioso. Come conseguenza, si sono andate creando delle enclave, dei microemirati dove anche le dinamiche politiche legate al territorio passano attraverso i centri decisionali sorti nelle moschee e non più attraverso le sedi istituzionali. Tale situazione è divenuta emblematica a Londra, simbolo multietnico e capitale di quel Regno Unito che non a caso è stato uno dei primi Paesi ad aprire alla cittadinanza in base alla nascita. Ora, in alcuni quartieri di Londra come a Tower Hamlets si è instaurata, silenziosamente, ma visibilmente, una sorta di Repubblica islamica dove le donne sono minacciate di morte se si permettono di lavorare e osano non indossare il velo. Una discutibile conquista, se la cittadinanza finisce per minare il rispetto degli altri diritti umani, come l’uguaglianza fra uomini e donne. Queste cose, fortunatamente, ancora non accadono in Italia, dove la cittadinanza peraltro si può acquisire dopo una decina d’anni di soggiorno regolare. Crediamo che una persona che l’età suggerisce di ritenere saggia e riflessiva, non si faccia prendere da facili impulsi “buonisti” e lasci che il tema venga affrontato col tempo e la profondità di riflessione che merita considerata la portata delle ripercussioni che avrà sul futuro della nostra civiltà radicata nel cristianesimo.
Posted on: Fri, 09 Aug 2013 06:05:32 +0000

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