La vicenda Voce da controllare Questa voce o sezione - TopicsExpress



          

La vicenda Voce da controllare Questa voce o sezione sullargomento politica è ritenuta da controllare. Motivo: Questo intervento va integrato, sembra ripetere per una seconda volta gli stessi contenuti Partecipa alla discussione e/o correggi la voce. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Nel 1964, dopo che la tradizionale parata militare del 2 giugno era stata eseguita da un numero di militari straordinariamente più elevato del solito, in occasione delle successive celebrazioni per il 150º anniversario della fondazione dellArma, rimandata al 14 giugno rispetto al normale 5 giugno per impegni precedenti del presidente della repubblica Antonio Segni, De Lorenzo fece sfilare la nuova XI Brigata meccanizzata, con la sua dotazione di armi e mezzi pesanti; dopo la sfilata, però, adducendo motivazioni di ordine logistico, il Comando Generale comunicò che le truppe affluite nella Capitale per le celebrazioni vi si sarebbero trattenute sino alla fine del mese successivo. A Roma arrivarono anche la Compagnia Carabinieri Paracadutisti, e alcuni gruppi di sottufficiali addestrati nei mesi precedenti nellutilizzo di apparecchiature elettroniche di trasmissione, si trasferirono a Milano e Roma in gran segreto e massima riservatezza per essere preparati in caso di attuazione del Piano così da poter occupare subito le sedi della RAI. Il piano prevedeva comunque di occupare anche questure, sedi di partiti e sindacati. Fiutando un possibile pericolo, anche grazie a qualche sospetto eccesso di zelo dei carabinieri delle rispettive scorte, alcuni importanti esponenti di partiti della sinistra e dei sindacati preferirono rendersi irreperibili per qualche giorno ed evitarono di rincasare e di seguire le proprie personali abitudini; cripticamente, a volte usando allusioni colte che non sarebbero - speravano - state comprese dai loro angeli custodi, riuscirono a mettersi vicendevolmente sullallerta e lopposizione parlamentare e sindacale fu per qualche tempo introvabile. Il 25 giugno, rimasto pretestuosamente senza maggioranza nella votazione sul capitolo 88 del bilancio della pubblica istruzione, il primo governo Moro fu costretto alle dimissioni avvenute il 26 giugno. Il dibattito politico verteva principalmente sulla nuova fase politica di centrosinistra inaugurata nel 1962 dal governo Fanfani col sostegno esterno dei socialisti e poi proseguita con linclusione dei socialisti nei governi Moro. Se negli Stati Uniti la presidenza Kennedy aveva in qualche modo mitigato la netta chiusura americana nei confronti di tali nuove esperienze di governo, le strutture militari, diplomatiche e di intelligence non avevano però retrocesso di un solo passo e trovarono il modo di ricordare a Kennedy limportanza del suo elettorato interno e ai servizi segreti italiani (e a De Lorenzo che li aveva sottoscritti) i ferrei patti stabiliti solo pochi anni prima, come il Piano Demagnetize. Tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio, coi cittadini distratti dai campionati europei di calcio, De Lorenzo pose in preallarme le strutture interessate, convocando i comandanti delle tre divisioni, predisponendo leventuale richiamo in servizio di militari già congedati (Piano SIGMA), e fece distribuire le liste con i nomi di coloro che si sarebbero dovuti prelevare (o enucleare, secondo il più pacato burocratese di servizio) il 28 giugno. In questultima data si svolse anche la riunione straordinaria dei tre Comandi di Divisione di Milano, Roma e Napoli, durante la quale sorsero perplessità negli alti ufficiali presenti riguardo agli ordini ricevuti (da ricordare che erano in pochi a conoscere il Piano), e alcuni di loro realizzarono cosa stava per accadere; durante unindagine della commissione dinchiesta parlamentare condotta dal generale Aldo Beolchini emerse anche lintenzione ad occupare le prefetture e sequestrare armi alla mano i prefetti che opponessero resistenza. Nella medesima riunione si parlò anche del trasporto degli enuclearizzati, organizzato in precedenza con i Capi di Stato Maggiore di Marina ed Aeronautica ammiraglio Giuriati e generale Remondino (dei quali non è ben nota la posizione nella vicenda ma probabilmente non erano a conoscenza del Piano e De Lorenzo avrebbe parlato loro solo di trasmissioni e telecomunicazioni, e del trasferimento di elementi sovversivi in Sardegna). La riunione con i due capi di stato maggiore avvenuta in tempi precedenti era stata autorizzata ufficialmente dal capo di stato maggiore della difesa generale Aldo Rossi. Tra la fine di giugno e i primi giorni del mese di luglio, coi cittadini distratti dai campionati europei di calcio, De Lorenzo - con il cosiddetto Piano SIGMA - pose in preallarme le strutture interessate, convocando i comandanti delle 3 divisioni e predispose leventuale richiamo in servizio di militari già congedati: il giorno 28 giugno fece distribuire le liste con i nomi di coloro che si sarebbero dovuti prelevare (o enucleare, secondo il più pacato burocratese di servizio)[2]. In questultima data si svolge in tutta urgenza anche la riunione straordinaria dei tre Comandi di Divisione di Milano, Roma e Napoli. Durante questa riunione sorgono perplessità da parte degli alti ufficiali sugli ordini impartiti loro (da ricordare che erano in pochi a conoscere il Piano) e alcuni capiscono che cosa si vuole fare[3]. Nella riunione del 28 giugno si parla anche del trasporto degli enucleandi: per alcuni tale trasporto sarebbe stato organizzato in precedenza con i Capi di Stato Maggiore ammiraglio Giuriati e generale Remondino, ma non si conosce bene la posizione di questi due personaggi nella vicenda[4]; probabilmente non erano a conoscenza del Piano e De Lorenzo aveva parlato con loro solo di trasmissioni e telecomunicazioni e di poter trasportare sovversivi in Sardegna. Contemporaneamente a tali avvenimenti, fatto inedito e mai ripetuto per un comandante militare, De Lorenzo fu convocato ufficialmente dal Presidente della Repubblica Antonio Segni il 15 luglio, nel corso delle consultazioni per la nomina del nuovo governo (passò quasi sotto silenzio, vista la preminenza della figura di De Lorenzo, la circostanza che venne consultato, il giorno precedente, anche il generale Rossi). In questa occasione furono convocati da Segni i segretari dei partiti, tra cui il segretario del PCI Palmiro Togliatti. È oltremodo interessante notare che, in base alle testimonianze dei dirigenti comunisti Paolo Bufalini ed Edoardo Perna, a discapito del turbolento contesto politico Togliatti si dilungò a parlare soprattutto della parata militare del 2 giugno, sottolineando la sua fiducia nella fedeltà dei soldati alla costituzione. Secondo i presenti si trattava di una sorta di messaggio cifrato al presidente Segni, cosicché questi si convincesse che il PCI aveva sempre appoggi allinterno delle Forze Armate.[5] La contrapposizione politica che in quelle ore si stabilì, a livelli quasi di scontro, fra il Capo dello Stato ed il premier uscente accentuò loccasione di mettere in pratica il piano: alle proposte di Moro (cui peraltro Segni doveva buona parte delle sue fortune politiche, compreso il Quirinale)[6] - che avrebbe aperto con anche maggior fiducia alla sinistra, col sostegno di una parte della DC ed un tiepido avvicinamento del PCI - Segni rispose proponendo, o forse minacciando, un governo di tecnici sostenuto dai militari[7]. Moro, insieme a Nenni (che parlò pressoché apertamente di rumor di sciabole nei suoi diari su quei giorni), optarono[8] per un più tranquillo e morbido ritorno alla formula governativa precedente, che avrebbe evitato rischi alquanto inquietanti, ed il PSI rilasciò prudenti comunicati di rinuncia ad alcune richieste di riforme che prima aveva avanzato come prioritarie. La crisi rientrò e nessun carabiniere dovette muoversi. Pochissimo tempo dopo, nel successivo agosto, Segni fu colpito da un ictus cerebrale mentre teneva unaccesissima discussione con Moro e Saragat, e la reggenza del Quirinale fu assunta dal presidente del Senato Cesare Merzagora, che per combinazione era anche luomo cui il Piano Solo prevedeva di dover far riferimento per laffidamento delle funzioni di governo e che si era poco tempo prima fatto notare per una singolare affermazione in cui dichiarava di attendersi che i partiti politici avrebbero avuto vita breve, invocando un governo di emergenza.Infatti De Lorenzo non definendosi un buon oratore preferiva che fosse un altro ad interpretare il ruolo di salvatore della patria. Qualche mese dopo, perdurando la condizione di impedimento, Segni si dimise definitivamente (o, come si disse quando girarono alcune voci poi risultate infondate su un supposto avvelenamento, fu dimesso); al suo posto sarebbe stato eletto Saragat. De Lorenzo avrebbe lasciato lArma nel dicembre del 1965 per diventare Capo di Stato Maggiore dellEsercito al posto del generale Giuseppe Aloja e successivamente diventa anche uomo politico, Deputato (approfondimento nella voce Giovanni De Lorenzo) durante il quale nuovo ruolo il 9 ottobre 1968 tenta con la mozione n.484 di organizzare e decidere come si debbano svolgere i lavori di inchiesta parlamentare che lo riguardano.
Posted on: Sun, 03 Nov 2013 19:30:03 +0000

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