La vicenda dello spionaggio americano svelata dall’ex agente - TopicsExpress



          

La vicenda dello spionaggio americano svelata dall’ex agente segreto NSA (precedentemente chiamata CIA) Snowden, sta assumendo connotati a dir poco sconcertanti. Inizialmente le rivelazioni del 29enne attualmente sotto tutela russa, hanno riguardato il solo controllo interno condotto dai servizi segreti USA verso cittadini connazionali. Si disse per prevenire il terrorismo intraconfine (io stesso in una nota mi confessai tendente a giustificare come accettabile una simile condotta di Stato). E già lì l’imbarazzo suscitato non fu di certo trascurabile. Soprattutto alla luce della retorica obamiana, da sempre orientata a paventare al mondo intero una presunta condotta governativa a dir poco cristallina. Potremmo addirittura dire da Nobel per la pace. Riconoscimento effettivamente consegnato al Presidente americano nel 2009. Solo che di solito i Nobel per la pace non si identificano con (e per) condotte amministrative degne della peggior cortina di ferro che gli anni della guerra fredda ricordino. Ma tant’è! Da oggi i Nobel per la pace potranno essere assegnati anche ai Capi di Stato con il pallino dello spionaggio. Questi potranno sempre rifarsi al mantra della sicurezza. Di chi non si sa, ma ci fideremo sulla parola. E però l’effetto Snowden non si è fermato a una brutta ventata. Sta diventando giorno dopo giorno un pericoloso uragano per gli Stati Uniti. Una specie di Katrina, l’uragano che nel 2005 devastò la città di New Orleans. Una tempesta politica dai risvolti (leggi danni) ancora tutti da decifrare. Dopo le intercettazioni casalinghe, si è saputo che gli USA spiano abitualmente (e chissà da quanto tempo) Cina, Hong Kong, Germania e a seguire l’intera Unione Europea. Davvero una brutta storia. Le sedi europee alle Nazioni Unite a New York sono piene di cimici ambientali, telefoniche e informatiche. Gli americani ascoltano e leggono stanze, telefoni e computer. Ma non si fermano a casa loro, seppur in una sede internazionale com’è quella dell’ONU. Anche nel cuore dell’Europa istituzionale, a Bruxelles, troviamo le stesse orecchie elettroniche e informatiche. Lo stesso dicasi ai danni dei cittadini tedeschi. A casa loro. Forse questo è il più grave incidente diplomatico occorso dal dopoguerra ad oggi tra Europa e USA. Al suo confronto i fatti di Sigonella sembrano una storiella da educande. La gravità va misurata rispetto allo scenario contemporaneo, che vede gli USA molto attivi e volenterosi nel rafforzare in ogni modo i legami tra le due sponde dell’atlantico. Vedasi i recenti negoziati commerciali bilaterali in fase di partenza a luglio. La brutta storia sullo spionaggio contro l’Europa è stata svelata dalla stampa tedesca. E sembra che sia stata detta solo una piccola parte di un tutto ancora in gran parte occultato. Siglato Top Secret dai servizi americani, prima che il loro agente decidesse di renderli pubblici. Nei prossimi tempi potrebbero uscire altre info indigeste per i buoni rapporti atlantici. Neanche a farlo apposta, vista la situazione, gli inglesi hanno pensato bene di mettere in piedi una manovra di depistaggio mediatico, attraverso un loro quotidiano: il “Guardian”. Il guardiano laburista britannico ha mandato in giro la storia secondo la quale i servizi segreti italiani avrebbero collaborato su tutta la linea con quelli americani. Un modo per spaccare il fronte europeo. Per mettere contro i singoli partner continentali. Accusare uno degli Stati membri per evitare un compattamento europeo; che come ho scritto un milione di volte è l’ultima cosa che USA e Gran Bretagna auspicano per il loro declinante futuro. La notizia tuttavia si è rivelata infondata. Perché proveniente da fonte non attendibile, definita tale dallo stesso giornale, che ha infatti quasi subito ritirato la notizia. I nostri Servizi da parte loro, hanno tenuto a precisare che la collaborazione con gli USA c’è stata e c’è, ma solo per questioni di terrorismo internazionale. Per nulla di aggiuntivo. Difficile infatti pensare che i nostri 007 abbiano dato una mano (anche solo di copertura) a piazzare le cimici a Bruxelles e a New York per autospiarsi. Sia come Italia che come UE. Sembra paradossale, visti i rischi di autolesionismo capaci di scatenarsi, qualora la faccenda fosse stata un giorno rivelata o scoperta. Dopo il passaggio di questo tsunami le reazioni delle cancellerie europee non si sono fatte attendere. Berlino, Parigi, Bruxelles e infine anche Roma chiedono chiarimenti. Il Presidente del Parlamento europeo, il tedesco Schulz, ha chiesto un immediato resoconto agli USA. Affermando che se i fatti verranno confermati, le relazioni tra le due sponde dell’atlantico non potranno essere più come prima. Mai più, aggiungo io! Viviane Reding, la Commissaria UE per la Giustizia e i Diritti Umani, ha detto che gli alleati non si spiano, e poco dopo per bocca di un suo portavoce ha tenuto a precisare che i negoziati commerciali in partenza a luglio tra USA e UE, potrebbero avere fine ancor prima di iniziare. Chiarendo che non si intavolano negoziati con chi spia gli “uffici dei nostri negoziatori”. Sono molto contento di tutto questo. Per due motivi: il primo perché l’accaduto dimostra che come dico da un pezzo, noi siamo la peggior minaccia futura per gli USA. La nostra potenziale forza unita sarà la loro fine. Gli americani lo sanno e si comportano di conseguenza. Il secondo motivo è correlato al primo. Se è vero che gli USA ci remano contro, pur con una lucida strategia apparentemente buonista, non possiamo non prenderne atto. Parlo di atto politico. Quindi non possiamo fare a meno di iniziare a mutare radicalmente la nostra geopolitica mondiale. Alleanze, commercio, cultura, difesa eccetera. Tutto. Chiudo facendo presente come il persistente silenzio di Washington sulla vicenda sia la miglior dimostrazione/ammissione di colpevolezza. L’imbarazzo deve essere veramente incontenibile. Voglio sentire cosa diranno i salvatori del mondo. Sì certo, quello che hanno in mente loro!!!
Posted on: Mon, 01 Jul 2013 16:27:02 +0000

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