Landini, Cremaschi, Rinaldini, Casarini, ecc. come Paolo Ferrero, - TopicsExpress



          

Landini, Cremaschi, Rinaldini, Casarini, ecc. come Paolo Ferrero, ecc. sono degli illusi, perché di Germania ce n’è una sola (e non ce ne possono essere cinque e comunque la competizione in un periodo di crisi sfocia prima o poi nella guerra). Essi non vogliono uscire dallo status quo, dall’attuale sistema di rapporti sociali e dal connesso sistema di relazioni internazionali: vogliono diritti dei lavoratori e delle masse popolari nell’ambito di quei sistemi, nell’ambito del capitalismo, vogliono conservare o ricreare il “capitalismo dal volto umano” senza movimento comunista avanzante e nonostante la crisi generale del capitalismo. Ma se le organizzazioni operaie e popolari hanno fiducia in loro, noi dobbiamo spingerli in avanti. Quando dovranno tenere aperte le aziende che non fanno profitti, non licenziare i lavoratori delle aziende che non trovano da vendere i loro prodotti sul mercato, allora dovranno rompere con il mercato finanziario, con il mercato tout court, con il sistema monetario, con la produzione capitalista e con la produzione mercantile. E noi comunisti accompagneremo la scissione dell’uno in due: la divisione tra quelli che seguiranno la trasformazione necessaria (cioè l’instaurazione del socialismo) e quelli che recederanno verso le soluzioni Marchionne e simili. Spingerli avanti non significa chiedere a Landini & C di liberarsi dall’economicismo e dal riformismo: vorrebbe dire chiedere loro di diventare comunisti. È chiedere troppo. Non stiamo parlando delle loro scelte personali, stiamo parlando del ruolo che devono svolgere nella società italiana in questa fase. Diventare comunisti non è quello che abbiamo bisogno di indurli a fare. Noi vogliamo e dobbiamo indurli (con la propaganda, con la linea di massa, con il metodo delle leve) a farsi promotori della costituzione del GBP, a mettersi alla testa del movimento delle OO - OP per la costituzione del GBP. Questo significa che gli chiediamo di riconoscere che oggi, nella situazione attuale, particolare e concreta del nostro paese, un sindacato riesce a fare il sindacato tanto meglio e con risultati tanto migliori, quanto più pone in primo piano l’attività politica, si assume anche un compito politico, lancia una iniziativa politica, rompe nella pratica con la prassi e la concezione che “il sindacato deve fare il sindacato” e al più avere una “sponda politica”: un partito che lo appoggia, un governo amico, ecc. Non più solo sindacato, ma sindacato con iniziativa politica. Chi si ostina a fare solo il sindacato, nella situazione attuale non ottiene neanche risultati sindacali (salari, condizioni di lavoro, ecc.), perderà forza e prima o poi verrà spazzato via dalla mobilitazione reazionaria. La FIOM ha preso sempre più quota da quando si è assunta quel ruolo politico che fa impazzire di rabbia Camusso, Bonanni, Marchionne, ecc. Landini, Cremaschi, Rinaldini, i loro prossimi seguaci e i loro convinti sostenitori nella FIOM stessa vogliono essere un sindacato buono e forte (fedele a Giuseppe Di Vittorio) e noi dobbiamo mostrargli che per essere quello che vogliono essere, devono anche fare politica, devono principalmente fare politica. Se non fanno anche politica, principalmente politica, non riescono a essere quello che vogliono essere. Facendo leva su questo che loro e i loro seguaci vogliono essere, abbiamo molteplici strumenti (propaganda, linea di massa, metodo delle leve: quindi non solo propaganda) per indurli a fare quello che devono fare, che vogliamo che facciano e in cui noi non possiamo sostituirli: il GBP.
Posted on: Mon, 02 Sep 2013 22:28:06 +0000

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