Lasciati sorprendere Per capire questo vangelo dobbiamo partire - TopicsExpress



          

Lasciati sorprendere Per capire questo vangelo dobbiamo partire dal versetto precedente altrimenti non si capisce niente: Quanto a quel giorno e a quellora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre (Mt 24,36). Se riguardo alla fine di Gerusalemme Gesù aveva assicurato: Non passerà questa generazione prima che tutto questo accada (Mt 24,34) e infatti la distruzione di Gerusalemme avviene nel 70 d.C., riguardo alla fine di ciascuno, Gesù si rimette al Padre. Quindi è inutile voler sapere quando, come, cosa: non si sa! Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio delluomo (Mt 24,37). Gesù abbina la sua salvezza come quella di Noè: infatti quella di Noè non fu la fine del mondo (visto che il mondo continuò anche dopo Noè) ma un rinnovamento, una nuova umanità. Quindi sia quella di Noè che quella di Gesù sono proposte di una nuova salvezza: Noè con larca e Gesù con il regno di Dio. Infatti come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito (lett. si maritavano e si ammogliavano) fino a quando Noè entrò nellarca (Mt 24,38). Maritarsi, sposarsi, sono azioni ordinarie della vita. Quindi a quel tempo non facevano niente di straordinario ma semplicemente le cose della vita di tutti i giorni, che però rischiavano di non far vedere, di coprire, di distogliere dalla straordinarietà dellevento che stava per incombere. E non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio delluomo (Mt 24,39). Gesù quindi invita ad essere svegli, attenti, a non farsi prendere dalla routine della vita quotidiana che rischia, oggi come allora, di soffocare tutto. Fermiamoci un attimo sullesempio che Gesù fa. Cosè questo Noè e qual è il senso profondo di quella storia? In ebraico noah, significa condurre. Cosa fa Noè? Conduce tutti gli animali in salvo. Ma ciò che noi traduciamo animali vuol dire viventi, tutto ciò che vive. Cioè Noè salva tutta la vita che cè e non la lascia morire. E il senso di salvarne due, una coppia per ogni animale, è quello di far sì che la vita progredisca, si evolva, cresca e si moltiplichi. Ed è interessante perché dove conduce gli animali, Noè? Nellarca, cioè nellarché, in ciò che cè da sempre, fin da principio. Cosa vuol dire questo mito, che non è chiaramente una storia successa (è inutile quindi cercare larca sul monte Ararat) ma un insegnamento profondo? Tu sei quellarca, dove fin da principio cè tanta vita vivente, che vuol vivere (gli animali): il tuo compito è quello di salvarla, di non farla morire, di non permettere che tutta la forza che cè in te, giorno dopo giorno, muoia, si spenga, si esaurisca. Il tuo compito è: 1) di salvarla, di tenerla viva; 2) di moltiplicarla, di farla crescere, di riempire il mondo con tutto ciò che tu hai dentro. Il grande rischio è quello, presi dalla quotidianità, dalle preoccupazioni e soprattutto da mille distrazioni come al tempo di Noè, di lasciar morire la parte più vera di noi, la nostra vitalità interna. Morte non è solo uccidere qualcuno, ferire, denigrare o picchiare. Morte è non essere ciò che posso essere. Morte è non far uscire lenergia, la vitalità, che cè in me. Morte è non tirare fuori le mie doti, le mie capacità. Morte è vivere a bassa quota quando si è aquile. Morte è non provare più nulla, essere freddi, non sapersi né entusiasmare né indignare, essere apatici, abulici, senza emozioni. Morte è non sapersi più innamorare per paura di ciò che poi potrà succedere o non credere più nellamore. Morte è non saper più piangere, ridere o commuoversi, amare. Alcuni uomini muoiono una volta sola, altri tutti i giorni. Voglio che la morte mi trovi vivo. Il compito di ciascuno di noi, piccoli Noè, è quello di dar alla luce tutto il potenziale che cè in noi. Sei unaquila, vivi da aquila. Sei una Ferrari, vivi da Ferrari. Sei un leone, non accontentarti di essere un gattino. Sei un re, non vivere da suddito. Ma poi il senso del vangelo è anche un altro. Dio viene, la Buona Novella accade (lAvvento altro non è che lavvento, la venuta di Dio: ecco il Natale, una nuova nascita e non unaltra volta la stessa nascita), ma se dormi non la vedrai. Al tempo di Noè, cosa incredibile, non si accorsero di nulla. Così tu se vuoi vedere Dio, devi aprire gli occhi, vedere, svegliare, essere desto. Non basta respirare per vedere Dio. Allinizio della creazione, Dio aveva detto: Crescete e moltiplicatevi, che noi abbiamo tradotto con: Fate figli. Ma quel mito della Genesi si pone su di un livello molto più profondo. Non si tratta di un criterio quantitativo esterno (fate figli, abbiate prole) ma qualitativo interno: Sviluppate la vita (i figli) che è dentro di voi. Crescere e moltiplicarsi vuol dire evolvere, divenire, sviluppare nuova vita. Questo era il compito dellumanità, di cui far figli biologici era soltanto un segno: moltiplicare la vita che cera dentro ogni uomo. Ma cosera successo poi? Era successo che luomo si era moltiplicato solo fuori, nel regno della quantità. Ma facendo così, non salvando i suoi animali (=vitalità) interni era morto. E perché era morto? Perché la gente si era anestetizzata: mangiare, bere, correre e lavorare; ingrossarsi e ingolfarsi di prodotti, esperienze, relazioni, scoop, piaceri vacui. Pensava cioè solo al moltiplicarsi fuori e non al crescere dentro. Pensava allaver di più invece che allessere di più. E quando vivi così, inevitabilmente, inesorabilmente accade il diluvio. Il diluvio non è la punizione per unumanità corrotta o per la tua vita ma linevitabile e ovvia conseguenza del tuo vivere. Quando vivi solo nel regno dellavere arriva il diluvio (mabul=anarchia, ragionamenti falsi): è linconsapevolezza, la cecità, loscurità, il vivere nelle tenebre (E non si accorsero di nulla). Cè una storiella che amo molto e dice così: Un tizio bussa alla porta di suo figlio: Jaime, svegliati, gli dice. Jaime risponde: Non voglio alzarmi papà. Il padre urla: Alzati! devi andare a scuola!. Jaime gli risponde: Non voglio andare a scuola. E perché no?, gli chiede il padre. Ci sono tre ragioni, risponde Jaime. Prima di tutto è una noia; 2. ragazzi mi prendono in giro; 3. odio la scuola. E il padre gli risponde: Bene, adesso ti dirò io tre ragioni per cui devi andare a scuola: 1. perché è tuo dovere; 2. perché hai 45 anni, e 3. perché sei il preside. Se non dormissimo così tanto potremmo anche ridere di questa storia. E il messaggio del vangelo e dellAvvento: Stai sveglio, non dormire, non vivere sonnecchiando, inconsapevole, altrimenti è come dare il volante della tua auto ad un altro: non sai dove ti porterà e cosa accadrà. Dio viene (Avvento) ma se tu non ci sei, se tu dormi, è ovvio che non lo vedrai. Allora due uomini saranno nel campo; uno sarà preso (paralambano) e laltro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa (paralambano) e laltra lasciata (Mt 24,40-41). Ma che vuol dire questo? Infatti a leggerla così sembra che uno la scampi e laltro no: sembra una questione di fortuna! Invece è lesatto contrario: è una questione di scelta! Preso=portato via (lett.), infatti, ha il senso di accogliere (paralambano). Questo stesso verbo lo troviamo quando langelo dice a Giuseppe: Non temere di prendere (paralambano) con te Maria, tua sposa... (Mt 1,20). Quindi non è un portato via ma un prendere per accogliere, per salvare. La cosa si ripete due volte: sia per gli uomini che per le donne. Come larca di Noè non ha accolto tutti, ma solo alcuni dal disastro incombente, così nel regno di Dio vengono presi solo quelli che rispondono al messaggio di Gesù. La salvezza proposta da Dio è per tutti ma non di tutti. Perché per accoglierla bisogna convertirsi: cioè convertire, cambiare i valori delluomo e della sua condotta e soprattutto la prima beatitudine: Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3). Bisogna cioè essere liberi, liberati, vuoti e uomini di condivisione, perché nessuno sia povero. Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi essere pronto a fare qualcosa che non hai mai fatto. Non puoi avere qualcosa che non hai sperando che cada dal cielo o rimanendo lo stesso: devi, necessariamente, cambiare qualcosa della tua vita. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà (Mt 24,42). Vegliare=gregoreo (da cui il canto gregoriano) in Mt viene ripetuto 3 volte: Mt 24,42: Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore verrà. Mt 25,13: Vegliate perché non sapete né il giorno né lora. Mt 26,38: Restate qui e vegliate con me (siamo nel Getsemani). Il momento della verità per Gesù sarà il Getsemani, cioè il momento della persecuzione. Il momento della verità per i discepoli, ma anche per ogni uomo, è il momento della prova, della difficoltà, quando è difficile, duro, rimanere in ciò che si è scelto, in ciò che si è detto di credere. Ma è la prova che prova ciò che un uomo crede. Il vegliare è il saper attendere, il non dormire, perché Dio è sorpresa, non aspettato, non calcolabile, non pianificabile, non rientrabile nei nostri schemi. Quante volte Gesù fu rifiutato perché non era nei canoni e secondo le idee delle persone. Le persone avevano già una loro idea di Dio, un loro canone di riferimento e dicevano: No, tu non sei come il mio canone, quindi non puoi essere Dio. E, invece, lo era. Invece di adattarsi loro a Dio, adattavano Dio a loro. E i religiosi erano i peggiori, i più rifiutanti, perché i loro canoni era rigidissimi e precisissimi. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa (Mt 24,43). Cosa vuol dire questa parabola strana? Dio è sorpresa. Avvento (dal verbo ad-venire, avvento, venuta appunto, da cui anche ad-venturus, ciò che verrà in futuro: avventura) è nientaltro Dio che viene. Ma come viene? In maniera sorprendete, non cioè come tu pensavi. Se viene (e viene!) non è come pensi tu. Dio è come un ladro, una sorpresa. Lidentificazione non è sulla persona (Dio non è un ladro!) ma sullazione della persona (Dio viene di sorpresa, con lo stesso comportamento di sorpresa del ladro!)! Ecco allora il primo atteggiamento: lasciati sorprendere e stupire, lasciati meravigliare, lasciati sorprendere: Non me laspettavo! Non lavrei mai detto! Ma pensa un po...!. E il secondo atteggiamento è ovvio e conseguente: veglio, sto sveglio, sono consapevole, rimango attento (come si farebbe se uno sapesse che un ladro sta per entrare in casa), perché se non sono sveglio non vedrò la sua venuta. Lui verrà, busserà alla mia porta, ma io non lo sentirò perché starò dormendo. 1. Lasciati sorprendere. Tu hai tutte le tu idee su Dio ma Lui viene così, di nascosto, di sorpresa, in maniera inaspettata. Quando Elia incontrò il Signore Iddio (1 Re 19,9-18) ci fu un vento impetuoso, ma Dio non era lì. Poi un terremoto e poi ancora un fuoco, ma Dio non era lì. E dovera Dio? Sorpresa! In un vento leggero. Berns e i suoi collaboratori hanno fatto un esperimento (pubblicato un po di tempo fa sul Giornale scientifico di Neuroscienze). Hanno dato ai partecipanti dellesperimento gocce di acqua e succo di frutta. Per una parte del tempo, la sequenza di gocce dacqua e succo era prevedibile, mentre in alcuni momenti la sequenza variava. Si è visto che il fatto che uno preferisse le gocce di frutta allacqua (o viceversa) non aveva nessun influsso sulla stimolazione del cervello. Cosè che stimolava allora i centri del piacere del cervello? Limprevedibilità! Cioè: quando veniva dato una sequenza tipo acqua-succo-acqua-succo-acqua-vino, ecco questo elemento imprevedibile (vino) stimolava una risposta significativa nel cervello. Allora: la sorpresa è scientificamente un elemento che stimola il piacere del cervello. Cosa vuol dire questo? Semplicemente che una vita piena di sorprese è più vitale, piacevole e impedisce al cervello di invecchiare e di sclerotizzarsi. E una vita imprevedibile che ci tiene e che ci mantiene vivi. E una vita non scontata, non solita, non già tutta chiara, pianificata, certa, che ci fa vivi. E questo lo sappiamo tutti: cosè che ci fa felici nella vita? Le sorprese! Un regalo, una festa a sorpresa, la sorpresa di un amico non aspettato che viene a trovarci, la sorpresa di conoscere una bella persona, la sorpresa di vedere che siamo di più di quello che pensavamo, la sorpresa di vedere delle cose che impossibili che invece ci accadono, ecc. A livello personale sorpresa allora è: inizio ad imparare, studiare, informarmi, su una materia che mai ho approfondito. Faccio delle vacanze totalmente diverse (come modalità) da quelle che ho sempre fatto. Quando mi dicono: Vieni a questa serata su..., mi permetto di lasciarmi sorprendere: E perché no! e ci vado. Commuoversi o piangere davanti a qualcosa di bello che ti tocca dentro. A livello relazionale, di coppia: faccio uno scherzo (bello!) al mio partner oppure un invito a sorpresa ad una cena con me. Una sera rientro e gli porto un mazzo di fiori o gli dico di prepararsi perché verrà via in un posto con me (che ne so, magari si va in piscina o alle terme insieme). Faccio una cosa per il partner che lui non si aspetta: invito i suoi amici a sorpresa a cena; so che gli piace andare a teatro e lo porto; so che gli piace giocare a carte e organizzo una serata con i suoi amici, ecc. E quando il mio partner brontola, è arrabbiato, mi urla, perché non gli faccio una sorpresa e invece di rispondergli a tono perché non lo sorprendo con una risposta che non si aspetta come ad esempio: Sono proprio innamorato di te!. A livello spirituale: quando leggo un brano del vangelo, non penso dentro di me: Ah sì, questo brano lho già letto; sì, sì, vuol dire questo... (e così leggo sempre il presente con il passato)... ma sono preso da quella curiosità di approfondire, di entrare dentro, di lasciarmi colpire e toccare. Quando inizio una giornata non mi dico dentro di me: Un altro giorno... speriamo che tutto vada bene... ma: Cosa dovrò imparare oggi? e mi predispongo a cogliere la sorpresa che la Vita mi dirà e mi darà: forse una frase, forse unidea nuova, sapendo che qualcosa che non mi aspetto, accadrà. Quando vedo un gesto damore (ad esempio una persona ha deciso di dare il 10% del suo stipendio alla famiglia vicina di casa dove sono rimasti tutti e due senza lavoro!) mi stupisco, mi lascio colpire e non dico da arrabbiato: Lo dovrebbero fare tutti; perché nessuno lo fa con me; ma: Che gente buona che cè in giro; che bellezza; questo sì che è amare; questi sono i cristiani della vita (al di là che vadano o no in chiesa). Quando vedo un bel tramonto, lasciarmi sorprendere e colpire è fermarmi, spegnere lauto cinque minuti e gustarlo. La spiritualità è lasciarmi sorprendere. Perché Dio è ovunque per chi vuol vederlo e da nessuna parte per chi ha gli occhi chiusi. La Vita, Dio, è ben più grande di noi: lasciarsi sorprendere è nientaltro che riconoscere il proprio posto. Che la grandezza che è la Vita entri dentro di noi e che per questo ci sorprenda. Chi non si lascia sorprendere si è messo nellarroganza di essere Dio. La sorpresa, fatta o ricevuta, ci mantiene vivi! Perciò anche voi state pronti, perché nellora che non immaginate, il Figlio delluomo verrà (Mt 24,44). E poi, di nuovo, linvito e il monito finale: Vegliate, non vivete a casaccio, inconsapevoli, senza coscienza, perché il Figlio delluomo (=la rivelazione di Dio sulla terra) avviene proprio quando non te laspetti. Queste parole di Mt sono per cristiani che vivono momenti difficili, di persecuzione. Mt dice: Quando non lo senti, quando proprio non lo vedi, quando anzi ti sembra lontano (comè nei momenti difficili e di persecuzione), ebbene anche in quel momento Dio viene. E così tu potrai sentire e toccare che Lui cè, che Lui ti è vicino, che Lui ti accompagna, che Lui, proprio in quei momenti difficili, ti sostiene. Lui viene in quei momenti e quando non te laspetti. Per cui occhi sempre aperti. Un giorno il Signore disse al suo fedele: Domani verrò a trovarti. Davvero, mio Signore?. Sì, domani verrò. Luomo si alzò e iniziò a sistemare la casa. Ma si sa, quando hai fretta te ne succede di tutti i tipi. Venne una donna extracomunitaria con il suo bambino piccolo in braccio: gli chiedevano aiuto, ma lui non aveva tempo, Lui aspettava Dio. La donna insistette perché lo aiutasse e gli fece perdere tempo, ma lui aveva altro da fare. Dopo un po, già era in ritardo, arrivò un suo amico che aveva bisogno di parlare. Guarda oggi non è mica il giorno giusto!. E lo mandò via. Verso sera cera un tramonto bellissimo e gli uccelli che volavano nel cielo: gli sarebbe piaciuto fermarsi ma come poteva, proprio oggi. Ad un certo punto sentì una gioia dentro di sé meravigliosa e sorprendete: ma non poteva fermarsi, doveva venire Dio. Lavorò tutto il giorno ma di Dio, neanche lombra. Così molto deluso a sera si mise in preghiera: Ma non dovevi venire oggi?. Sono ven uto più volte, oggi, sai!!!. E dove, Signore?. Chi credi che fosse quella donna con quel bambino? Ero io sai! E il tuo amico, chi credevi che fosse? Ero io! E il tramonto e gli uccelli? Ero io! E la gioia che sentivi dentro? Anche lì ero io!. Quindi... occhi aperti, vegliare, non dormire, perché Lui non verrà come tu credi ma come Lui vorrà.
Posted on: Sat, 30 Nov 2013 20:59:49 +0000

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