Lavorare … Praticamente! 20/06/13 Candidati, Profili - TopicsExpress



          

Lavorare … Praticamente! 20/06/13 Candidati, Profili professionali Lavorare … Praticamente! 0 Non tutti sono portati per gli studi accademici, non fartene un problema! Molta gente spende degli anni preziosi nel vano tentativo di riuscire a raggiungere il traguardo della laurea senza comprendere che, in realtà, ha una vocazione diversa. C’è un lavoro giusto per tutti! Ecco una selezione di profili professionali adatti a te! Muratore Il muratore è specializzato nella costruzione di murature per opere edili e, solitamente, presta il proprio lavoro all’interno di cantieri in qualità di dipendente di imprese che operano nel settore. Le sue attività comprendono: la costruzione di muri sovrapponendo un mattone o una pietra dopo l’altra, legandoli con malta di cemento e curandone l’ allineamento e la verticalità; il taglio su misura di mattoni e pezzi preformati per costruire pareti, tramezzi ed archi; la realizzazione di lavori di stuccatura; la collocazione, fra le pareti, di materiale isolante contro umidità e calore. L’ attività del muratore si svolge spesso in spazi poco agevoli dove rumori, polvere e intemperie posso rendere il lavoro di non facile esecuzione. Per questo motivo, è necessario un periodo di apprendistato, un diploma della scuola edile e/o un corso di formazione specifico oltre che una buona forma fisica, elevata attenzione e tanta manualità. Gli strumenti del mestiere più usati dal muratore sono : la cazzuola, la carderella, la spatola, il martello, la livella a bolla d’aria e il filo di piombo. L’attività del muratore, è un’occupazione che può avere molti risvolti professionali poiché permette di lavorare come dipendente di imprese edili (civili, stradali, industriali, etc.) e di costituire un’impresa autonoma. Attenzione Ogni luogo di lavoro può presentare dei rischi connessi alla tipologia di attività che si svolge al suo interno: i cantieri edili se non attrezzati nella maniera meno rischiosa per il lavoratore, rappresentano un luogo pieno di insidie e pericoli. Il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (d. lgs. 81/2008 ), prevede anche per le imprese in questione degli obblighi specifici che sono ben inquadrati nel “Titolo IV Cantieri temporanei e mobili”. La legge, quindi, parla chiaro e stabilisce che in un luogo esposto a numerosi rischi come un cantiere edile deve instaurarsi un’organizzazione ben definita, che necessita di un cospicuo numero di figure professionali adeguatamente formate e di numerose certificazioni: DVR (Documento Valutazione Rischi), DUVRI (Documento Unico per la Valutazione Rischi da Interferenze), POS (Piano Operativo di Sicurezza) sono alcuni dei documenti che è necessario redigere per garantire da una parte la sopravvivenza stessa dell’impresa e dall’altra la prevenzione e la tutela dei lavoratori. Per saperne di più… La burocrazia che sottende all’ avvio di un cantiere edile è abbastanza complessa poiché è basata sulla capacità di valutare i rischi connessi con l’attività lavorativa che si andrà a svolgere e sulla redazione di piani di sicurezza adeguati a garantire l’avvio e la chiusura dei lavori. Il Testo Unico ha lo scopo di dettare le linee guida da seguire per garantire sicurezza alla propria azienda e ai propri lavoratori e, in tal senso, non deve mai essere visto come un mero impegno burocratico da dover assolvere, ma come un’ancora di salvataggio a cui guardare sempre. L’articolo 95 del Titolo IV delinea le misure generali di tutela dei cantieri edili che ciascun datore di lavoro deve mettere in atto durante l’esecuzione dell’opera, garantendo: il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità; la scelta dell’ubicazione di posti di lavoro tenendo conto delle condizioni di accesso a tali posti,definendo vie o zone di spostamento o di circolazione; le condizioni di movimentazione dei vari materiali; la manutenzione, il controllo prima dell’entrata in servizio e il controllo periodico degli apprestamenti, delle attrezzature di lavoro degli impianti e dei dispositivi al fine di eliminare i difetti che possono pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; la delimitazione e l’allestimento delle zone di stoccaggio e di deposito dei vari materiali, in particolare quando si tratta di materie e di sostanze pericolose; l’adeguamento, in funzione dell’evoluzione del cantiere, della durata effettiva da attribuire ai vari tipi di lavoro o fasi di lavoro; la cooperazione e il coordinamento tra datori di lavoro e lavoratori autonomi; le interazioni con le attività che avvengono sul luogo, all’interno o in prossimità del cantiere. Se vuoi saperne di più sul Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, clicca qui. Chef Il lavoro di chef richiede molta creatività e passione, ma necessita anche di molta praticità e manualità. Il giusto dosaggio dei cibi e l’esatto calcolo dei tempi di cottura sono gli aspetti più critici che fanno la differenza tra un cuoco comune e uno chef professionista! Che cosa fa esattamente uno chef? La parola “chef”, in francese significa capo ed esprime perfettamente il ruolo che ricopre questa figura professionale all’ interno di una cucina: la gestione di un’intera squadra addetta alla preparazione dei cibi, la creazione di menù sempre innovativi e ben bilanciati, la valutazione sul prezzo dei piatti proposti alla clientela oltre che il relativo costo di preparazione. Suoi ulteriori compiti sono anche quelli di stabilire gli approvvigionamenti, supervisionare l’ordine e la pulizia della cucina e, in generale, garantirne il buon funzionamento e la redditività. E’, dunque, un ruolo di grande responsabilità che richiede fermezza, capacità di problem solving, preparazione tecnica e capacità gestionali di notevole livello. Come si fa a diventare uno chef? Esistono due percorsi differenti per diventare chef. Il primo e il più breve, prevede la frequenza di un corso di formazione professionale (pubblico o privato) della durata di due anni che rilascia la qualifica di “addetto alla preparazione dei pasti”. Con questo titolo si può iniziare a lavorare come cuoco presso i ristoranti ed è anche propedeutico a corsi di specializzazione e perfezionamento. Il secondo percorso è quello più tradizionale e lungo, rappresentato dalla Scuola Alberghiera: dopo un biennio comune, dal terzo anno si può infatti scegliere l’indirizzo “cucina” e diplomarsi cuoco. Questa qualifica permette di lavorare nei ristoranti o di frequentare un biennio specialistico per ottenere il titolo di “tecnico dei servizi della ristorazione”. La gerarchia degli chef In ogni ristorante che si rispetti, esiste una gerarchia all’ interno delle cucine.Al vertice c’è il cosiddetto head chef, il capo. I sous chef, sous chef senior e sous chef junior sono i suoi subordinati. Gli chef de partie e demi chef gli attendenti di questi ultimi. Per scalare i vertici di questa gerarchia è necessario studiare e fare esperienza diretta sul campo. Vi è poi il cosiddetto “marmiton”, cioè uno chef “fai da te” che è diventato cuoco di livello senza seguire corsi particolari. E’ bene sapere che… Per diventare uno chef di successo servono molta passione, perseveranza e spirito di sacrificio: è notorio, infatti, che mentre la maggioranza della gente si diverte durante i week end, le feste e le vacanze, gli chef sono chiusi in cucina a preparare i piatti succulenti che andranno e deliziare anche i palati più raffinati! Provare, sperimentare, ideare ricette e nuovi “matrimoni” tra sapori differenti, questo è il compito primario che uno chef porta avanti con passione e dedizione, ma se non si è preparati alla gavetta e ad un duro lavoro è meglio indirizzare i propri sforzi verso qualcos’altro. La professione di chef può riservare molte soddisfazioni e gratificazioni economiche ma alla base di tutto, come sempre, c’è il sacrificio e la passione per il proprio lavoro. Bon appetit! Saldatore Il saldatore è una figura professionale qualificata molto richiesta dalle aziende metal meccaniche. E’ un operaio specializzato nell’ esecuzione di saldature ad arco o col cannello. Questo mestiere viene, di solito, ben pagato ma per poterlo svolgere è necessario essere in possesso del “Patentino di Saldatura”. Come si diventa saldatore? Sia che tu abbia già conseguito un diploma di tecnico industriale sia che tu provenga da un percorso di studi differente, per diventare saldatore qualificato, occorre un apposito corso di formazione. Si tratta di un corso che solitamente è organizzato da scuole private o da enti locali e che prevede, al termine delle lezioni in aula, uno stage. L’esame finale per il conseguimento del patentino si svolge dinanzi ad un tecnico dell’ ISS (Istituto Italiano della Saldatura), e prevede una parte teorica, basata su uno specifico numero di domande a risposte multiple, ed una pratica, basata sull’ esecuzione di uno o più saggi con il processo o i processi di saldatura per cui si richiede la qualificazione. I saggi sono quindi valutati con prove non distruttive e distruttive sulla base delle indicazioni fornite dalla normativa, la UNI 9737. Il patentino ha una validità di due anni, al termine dei quali è necessario ripetere l’esame. Il saldatore lavora come dipendente di officine o società che svolgono attività presso cantieri edili, navali, officine, fabbriche, dove potrai essere esposto a sostanze chimiche, polvere, rumore. E’ necessario, quindi, indossare uno speciale abbigliamento di protezione, così come previsto dal Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro. Tornitore Il tornitore lavora con le macchine per tornitura, sia di tipo tradizionale sia a controllo numerico, con cui svolge il processo di lavorazione di pezzi in metallo. Suo compito precipuo è quello di approntare gli attrezzi e i dispositivi necessari per eseguire le diverse lavorazioni, effettuarne il controllo e il montaggio, nonché impostare le macchine e realizzare campioni di prova. Nel caso vengano utilizzati torni a controllo numerico, il compito del tornitore è quello di applicare, collaudare, ottimizzare e modificare in base alla necessità del caso, gli appositi programmi già disponibili sulla macchina oppure di crearne di nuovi. Una volta impostato il programma di lavorazione, quest’ultima può essere svolta da altri addetti qualificati, ai quali il tornitore illustra il lavoro da eseguire. Che cosa bisogna fare per diventare tornitore? Per svolgere questo mestiere, che è ancora molto richiesto soprattutto dalle piccole e medie imprese manifatturiere e meccaniche, bisogna essere in possesso di un diploma di scuola media superiore a indirizzo tecnico-professionale e/o la frequenza di un corso di formazione specifico che, solitamente, viene promosso dalla Regione di appartenenza e dalle agenzie formative territorialmente competenti. Requisiti Il tornitore deve possedere manualità ed abilità nell’uso del tornio, utilizzato nei reparti produttivi di industrie e/o officine meccaniche, per lavorare particolari metallici e non metallici. Deve però anche essere in grado di utilizzare altre macchine utensili come fresatrici, trapanatrici, rettifiche. Inoltre, visto l’utilizzo dell’informatica nella programmazione delle macchine utensili, deve utilizzare il computer e raggiungere lo standard di preparazione pari alla Patente europea. Infine, deve saper applicare le norme di antinfortunistica, igiene, e in generale ispirare i propri comportamenti a principi di sicurezza. In particolare a un tornitore è richiesto di saper: esaminare i disegni che specificano le dimensioni del pezzo da realizzare; selezionare velocità e tipo di scalpello, fissare il pezzo da lavorare sul mandrino in macchine semiautomatiche; lavorare il pezzo in movimento producendo le forme e le superfici desiderate; effettuare la manutenzione dei macchinari. Sbocchi professionali Coloro che intendono diventare tornitori possono svolgere questa professione sia come lavoratore dipendente che autonomo, con un proprio tornio e officina meccanica per la produzione di singoli pezzi su commissione di privati o per conto di grandi aziende. Tuttavia, l’attività in proprio può essere intrapresa solo dopo un periodo di esercizio dell’attività e con una solida esperienza alle spalle. Decoratore d’interni Il decoratore d’interni è una professione di tipo artigianale che coniuga perfettamente la manualità con la creatività e, se fatta con precisione e buon gusto, può riservare molte soddisfazioni. Non vi è mai limite alla bellezza e la richiesta di particolari tecniche pittoriche e dettagli estetici finalizzati al decoro delle pareti domestiche, è in forte crescita. Se saprai prepararti adeguatamente, seguendo un corso di formazione specifico, le opportunità di lavoro non mancheranno e potrai scegliere di lavorare in proprio o come dipendente d’imprese di costruzioni, edili e artigiane. Che cosa fa un decoratore d’interni? Un decoratore d’interni deve avere una preparazione ampia che spazia dall’uso delle tecniche per il disegno architettonico alla storia dell’arte, dal restauro al disegno geometrico e architettonico, dalla chimica alla fisica: tutte competenze che allargano il campo di applicazione di questo mestiere e le possibilità di essere maggiormente richiesti sul mercato. Un decoratore d’interni che si rispetti deve saper: preparare i muri, tinteggiarli o rivestirli; abbellire l’ambiente con particolari tecniche decorative e cromatiche (finto legno, finto marmo, stencil, grisaille, trompe l’oeil, doratura, patine, spugnatura, stucco antico, modanature in cartongesso, etc.); operare anche all’esterno nella ristrutturazione o conservazione di facciate di palazzi vari. Come si diventa decoratore d’interni? La soluzione più economica è quella di rivolgersi direttamente a una bottega del settore, come apprendista, tirocinante o simile per imparare direttamente da un maestro artigiano questo mestiere affascinante e creativo. La soluzione più costosa ma migliore, perché consente di conseguire una qualifica e spesso di potersi inserire nelle squadre di lavoro dei propri insegnanti, è quella di frequentare una scuola per diventare decoratore. Di solito le Accademie di Belle Arti offrono dei corsi specifici per formare queste figure professionali. Frequentare un corso per decoratore significa imparare ad avere una visione estetica dello spazio intorno a sé oltre che imparare a padroneggiare metodi, materiali e tecniche artistiche, adeguate conoscenze e una buona pratica di metodologie progettuali concernenti l’uso coerente e aggiornato degli strumenti della rappresentazione visiva, dell’ornamento e dell’intervento decorativo in contesto pubblico (ospedali, parchi, piazze etc.) e privato (locali per giovani, club, palestre e centri wellness etc.). Sbocchi professionali Il primo passo da compiere per farsi conoscere è quello di creare un book fotografico dei tuoi lavori, con le opere realizzate durante il percorso scolastico o quelle dello stage a bottega oltre che un biglietto da visita da far circolare tra amici e parenti. Il lavoro di decoratore ti permette anche di viaggiare perché se riesci a specializzarti nella realizzazione di una tecnica ben specifica, puoi allargare i tuoi confini professionali lavorando anche per clienti stranieri. Capita spesso, infatti, che le commissioni per lavori in ville, casali e antiche cascine, arrivino dall’ estero con margini di guadagno molto allettanti. Tedeschi, francesi, belgi e inglesi sono tra i clienti più interessati all’ Italia con pagamenti che vanno dai 100 euro a molte migliaia di euro al metro quadro! Se scegli la libera professione, è necessario che tu richieda la Partita Iva all’ Agenzia delle Entrate per poi fare l’iscrizione all’Albo delle Imprese Artigiane presso la Camera di Commercio della Provincia cui appartieni. E’ poi necessario ottenere l’autorizzazione dall’ASL per l’area adibita a laboratorio e regolarizzare la posizione assicurativa/contributiva con l’ INAIL e l’INPS. La professione di decoratore non è regolamentata da una legge nazionale e non esiste, quindi, un albo specifico cui iscriversi. Diversamente, puoi sempre lavorare come dipendente presso imprese del settore.
Posted on: Sun, 18 Aug 2013 15:03:00 +0000

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